Presentato al Tar dell’Umbria il ricorso contro l’ordinanza della Regione Umbria nella parte in cui si dispone la chiusura di tutte le scuole nei comuni zona rossa. Ricorso presentato dai genitori del Comitato “scuola”.
Ma questa volta, rispetto alle battaglie fatte in passato per far tornare i ragazzi a scuola e in sicurezza, non c’è uniformità di vedute tra i genitori. Perché se è comune il disagio (per i bambini e i ragazzi, e per i genitori che lavorano), alcuni però valutano la gravità della situazione attualmente, con l’impennata di contagi Covid in Umbria. Dove circolano in maniera diffusa le due varianti del virus, tra cui quella inglese, che si diffonde in particolare tra i più piccoli, pur asintomatici.
Ma i genitori che hanno presentato il ricorso ricordano che i focolai si sono avuti soprattutto negli ospedali e nelle Rsa e ritengono la scuola in luogo più sicuro di altri: “Nel momento più buio per l’Umbria, speravamo di non dover essere costretti a rivolgerci agli organi della giustizia. Anche noi siamo preoccupati come tutti per la situazione dei contagi e abbiamo genitori e nonni anziani da proteggere, ma è inaccettabile che in questa Regione gli studenti siano utilizzati come capro espiatorio”.
Insomma, la chiusura della scuola scelta dalla Regione appare “la via più breve”.
“In Umbria, questi studenti – ricordano i genitori animatori della protesta – hanno subito l’interruzione dell’attività didattica in presenza a partire da 3 novembre 2020 fino al 23 gennaio 2021, rientrando poi in presenza solo per una settimana e tornando in DAD subito dopo. I dati dimostrano che questa prolungata chiusura, insieme a quella di tutte le scuole nel periodo natalizio, non ha portato alcun rallentamento dei contagi”.
Il Nucleo epidemiologico regionale, però, anche oggi, nel monitoraggio settimanale, mostra con preoccupazione i dati sull’aumento dei contagi nelle fasce d’età 6-10 e 11-13 anni. Giustificando quindi il provvedimento di chiusura delle scuole. Che potrebbe essere esteso, con la zona rossa, ad altri comuni dell’Umbria.