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Riciclo rifiuti, nel Rapporto Anci-Conai crollo in Umbria

Dal 49,42% di avvio al riciclo dei rifiuti urbani del 2014 al 39,33% del 2015: un netto calo di oltre 10 punti percentuali che allontana la Regione dall’obiettivo UE del 50% entro il 2020, che sembrava a un passo. E’ questa la fotografia dell’Umbria che emerge dal VI Rapporto Banca Dati Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, presentato oggi a Roma nelle sede di Anci. Eppure il dato sull’intercettazione di raccolta differenziata pro capite, 266,82 kg per abitante, è superiore alla media nazionale di 253 kg. Nel 2015 la Regione ha avviato al riciclo il 39,33% dei rifiuti urbani, un dato in calo del 20,90% negli ultimi due anni; a livello provinciale, Perugia con il 41,13% di avvio al riciclo fa molto meglio di Terni, ferma al 29,25%.

“Il Rapporto conferma l’immagine di un Paese a due velocità – ha spiegato Filippo Bernocchi, delegato Anci a Energia e Rifiuti – con un Nord dotato di impianti più adeguati e di una maggiore sensibilità rispetto alla tematica. Se le regioni del Centro-Nord raggiungono in media quasi il 50% di effettivo riciclo la gran parte del Mezzogiorno, in assenza di provvedimenti straordinari, difficilmente riuscirà a centrare l’obiettivo entro il 2020. I rifiuti rappresentano l’elemento essenziale nel passaggio dall’economia lineare a quella circolare, una sfida nella quale i Comuni stanno giocando un ruolo di primissimo piano, avendo sviluppato al loro interno un’industria del riciclo efficiente che ha trasformato i rifiuti in una reale opportunità di sviluppo per i territori”.

A livello nazionale, sale da otto a nove il numero di Regioni italiane che hanno raggiunto, con ben 5 anni di anticipo, l’obiettivo UE del 50% di avvio a riciclo fissato per il 2020: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Sardegna e la “new entry” Valle D’Aosta. I Comuni che hanno già superato l’obiettivo della Direttiva Europea sono 3.549, un dato in aumento del 13% rispetto al 2014 e del 58,29% rispetto al 2013. Lo studio evidenzia un lieve aumento (+0,78%) della produzione dei rifiuti urbani nel 2015, che si attesta a 512 kg per abitante, mentre la percentuale di raccolta differenziata (+3,32%) cresce più velocemente rispetto a quella di avvio al riciclo (+1,77%), una forbice dovuta in larga parte alla qualità dei materiali raccolti. Grazie all’incremento delle quantità di rifiuti avviati al riciclo, si sono evitate emissioni di CO2 equivalenti pari a 1.792.064 tonnellate, un dato in aumento del 32,75%.