Se nella prossima seduta della Consulta venatoria ci sarà il via libera, la Regione provvederà a modificare il regolamento per l’uso e la cattura dei richiami vivi. E’ quanto ha comunicato l’assessore Morroni, rispondendo a un’interrogazione con cui l’esponente della Lega Manuela Puletti sollecitava appunto una modifica del regolamento regionale 15/1995.
Nell’illustrazione del suo atto Puletti ha spiegato che “sarebbe opportuno riconsiderare le quantità di richiami vivi a disposizione del singolo cacciatore, che pratica questa attività principalmente con la modalità dell’appostamento fisso, facendo si che le restrizioni imposte a livello nazionale e comunitario non possano diventare un elemento ostativo. Inoltre sarebbe auspicabile un allargamento dell’elenco delle specie atte a questa pratica collaterale a quella prettamente venatoria”.
La normativa in materia di richiami vivi
Puletti ha quindi ricordato lo stato della normativa in materia: “In Italia l’utilizzo dei ‘richiami vivi’ è consentito solamente per quelle specie elencate in un articolo della legge ‘157/1992’ la cui esistenza sia garantita all’interno di allevamenti. Per evitare la procedura di infrazione a livello comunitario che sarebbe stata comminata all’Italia per il mancato rispetto della ‘Direttiva Uccelli’, si è proceduto a modificare la legge vietando la cattura non selettiva degli uccelli migratori, per farne dei richiami da caccia, facendo si di fatto che i richiami vivi potessero essere solamente quelli provenienti dalla forma dell’allevamento, garantita con l’apposizione di un anello inamovibile”.
Le azioni di alcune Regioni
“Recentemente – ha ricorda l’esponente della Lega – alcune Regioni italiane, come le Marche, hanno attuato un’azione per allentare le stringenti maglie della normativa comunitaria e italiana sul tema dei ‘richiami vivi’, coinvolgendo le strutture sanitarie locali ed altri soggetti preposti. Inoltre i rappresentanti delle associazioni venatorie hanno chiesto di derogare a quanto previsto in un dispositivo dirigenziale del 2023 che prevede il divieto di utilizzo dei richiami vivi”.
In Umbria il regolamento regionale ‘15/1995’, che disciplina gli appostamenti e l’uso e la cattura dei richiami vivi, stabilisce la gestione ed il mantenimento di questa attività: “Un metodo tradizionale – ha evidenziato Puletti – che affonda le sue radici nelle profondità più recondite della comunità locale del cuore verde d’Italia”.
L’assessore Morroni ha risposto appunto che “questo argomento è già stato sollevato durante gli ultimi Stati generali della caccia. In quell’occasione l’Assessorato ha ritenuto fondata la problematica, e chiesto alla Consulta venatoria di esprimersi con un parere. Nell’ordine del giorno della prossima Consulta è presente anche questa proposta. Se licenziata dalla Consulta venatoria, si procederà alle modifiche regolamentari seguendo l’iter previsto dalla normativa vigente”.
Nella sua replica Puletti si è detta soddisfatta della risposta. “Ringrazio l’assessore – ha detto – per aver già portato il tema all’attenzione della Consulta venatoria. L’auspicio è di accelerare e risolvere questa annosa questione, dovuta a recepimenti normativi nazionali e europei”.