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Ricci e Perari su caccia al cinghiale, “30mila doppiette tradite dal centro sinistra”

Le 30mila doppiette dell’Umbria sono state tradite da questa giunta regionale targata centro sinistra”. Lo spiegano in una nota congiunta il candidato a presidente per la Regione Umbria Claudio Ricci e il candidato di Fi Massimo Perari che spiegano come “l’assessore Cecchini e il consigliere regionale e presidente della III Commissione sono riusciti con un solo regolamento per la caccia al cinghiale a danneggiare tutti i cacciatori”.

Caccia al cinghiale, approvata proposta di modifica al regolamento

“Fino allo scorso anno i settori venivano assegnati in maniera discontinua, questo forniva maggiori possibilità di vedersi assegnata almeno una zona popolata dai cinghiali, il nuovo regolamento prevede invece un’assegnazione di soli settori contigui e questo creerà enormi disparità tra quelle squadre che hanno settori vicini ad un ambito protetto e chi invece rischierà di non veder arrivare nemmeno una preda. A questo – spiegano Ricci e Perari – si somma l’attribuzione di punteggi in favore delle squadre che possono ottenere fino a 20 punti in più in base alle prede abbattute, ma va di seguito che in base all’assegnazione dei settori Atc questo dato aumenta le disparità, così come il pagamento preventivo che le squadre dovranno fare per i danni presunti alle coltivazioni agricole”.

“Questo regolamento rischia di prestarsi a favoritismi e clientele – spiegano Ricci e Perari – ed è passato nel più assoluto silenzio di alcune associazioni Venatorie (specialmente le più rappresentativa), se pur penalizzante per tutti i cacciatori: per le squadre perché si tratta di una lottizzazione e non di una attribuzione imparziale e variegata di più zone; per il singolo che non potrà più scegliere in che giorni andare a caccia ma dovrà farlo in sole tre date settimanali stabilite e solo dopo aver pagato la quota stabilita dall’Atc; e per i circa 20 mila cacciatori che svolgono altre forme di caccia e non vanno a cinghiale ma che se ne incontrano uno non potranno più cacciarlo se non dopo aver rispettato i giorni previsti dal calendario venatorio e marcato sul tesserino ‘caccia al cinghiale’ e ritirato le relative fascette all’Atc dietro pagamento”.

“Abbiamo spiegato – conclude Ricci – quanto pensiamo che sia importante per la tradizione dell’Umbria il mondo venatorio, è per questo che tra le nostre proposte, sempre nel rispetto della Legge nazionale, vogliamo prolungare di un mese lo svolgimento dell’attività della caccia. Questo recuperando alcuni giorni a settembre dall’1 alla 3°a domenica e i restanti giorni nella prima quindicina del mese di Febbraio. Per questo chiediamo fiducia ai cacciatori umbri, impegnandoci a rivalutare con trasparenza e partecipazione quei provvedimenti che in questi anni si sono rivelati penalizzanti per il mondo venatorio”.