Attende il 19 marzo (data fissata per l’udienza in Cassazione di Riccardo Menenti) la famiglia di Alessandro Polizzi, ucciso nella notte tra il 25 e il 26 marzo del 2013. Due mesi, da qui alla data del processo, che Riccardo Menenti, già condannato all’ergastolo in Appello, trascorrerà da uomo libero, senza misure restrittive. per questo la famiglia di Alessandro Polizzi chiede che Menenti, nel frattempo, non possa fuggire per sottrarsi al processo.
L’aggressione avvenne nella notte tra il 25 e il 26 marzo di sette anni fa nell’abitazione di Julia Tosti, in via Ettore Ricci, l’ex fidanzata del figlio di Menenti, Valerio. Per i giudici l’ex pugile compì una spedizione punitiva nei confronti del ragazzo che aveva picchiato, costringendolo al ricovero in ospedale, il figlio Valerio, poi condannato a 16 anni per complicità.
Secondo la ricostruzione fatta Riccardo Menenti, con il volto coperto da un passamontagna, si introdusse nell’abitazione dove la giovane coppia dormiva, armato con una vecchia pistola. Alessandro Polizzi era stato poi picchiato a morte, la fidanzata Julia rimasta ferita.
La scarcerazione di Riccardo Menenti per decorrenza dei termini in attesa della fissazione dell’udienza in Cassazione, anche a seguito delle proteste della famiglia Polizzi, aveva spinto il ministro Bonafede ad inviare gli ispettori ministeriali a Firenze per ricostruire l’accaduto.
Poi, a seguito dell’invio degli atti, la Cassazione ha fissato l’udienza nei confronti di Riccardo Menenti al prossimo 19 marzo. Due mesi che Riccardo Menenti trascorrerà da uomo libero, così come il figlio Valerio, uscito dal carcere nel maggio scorso per decorrenza dei termini di custodia cautelare.