Alla fine la Prefettura di Pesaro ha deciso: la diga del Furlo non sarà svuotata. La richiesta dei genitori di Riccardo Branchini – il 19enne di Acqualagna scomparso quasi un mese fa – non è stata accolta.
Dopo la lunga riunione odierna (6 novembre) con tutte le componenti del sistema di Protezione civile, insieme ai soggetti preposti alla gestione della diga e ai sindaci, la Prefettura è giunta alla conclusione che lo svuotamento totale dell’invaso non sarebbe nemmeno possibile, perché costantemente alimentato dall’acqua del fiume Candigliano.
Le frequenti piene dei corsi d’acqua in quest’ultimo periodo rappresenterebbero inoltre un rischio troppo alto per gli operatori coinvolti nelle ricerche del ragazzo. Il prefetto Emanuela Saveria Greco ha poi sottolineato che il fondo della diga è composto da diverse zone con coni profondi pieni di materiale melmoso e, anche in caso di prosciugamento parziale, non si avrebbe mai la certezza di controllarlo tutto.
Va ricordato che l’area della diga era già stata esplorata in lungo e in largo per 10 giorni, senza però trovare la minima traccia di Riccardo. Lo svuotamento dell’invaso richiesto dalla famiglia – per cercare il figlio anche in punti finora mai raggiunti in profondità – sarebbe servito o a dare un triste epilogo a questa straziante attesa o a dare a tutti una salda certezza: in caso il corpo non fosse stato ritrovato negli abissi della diga, infatti, Riccardo si sarebbe sicuramente allontanato altrove.
A questo punto, esclusa l’ulteriore speranza di un più approfondito controllo dell’invaso, non resta che augurarsi che sia proprio il 19enne a dare sue notizie. Queste le parole della mamma dopo la notizia odierna: “L’autorizzazione non mi è stata data per prosciugare la diga. Io non mi fermo qui, a costo di impiegarci una vita, mio figlio lo cercherò per sempre! Vi chiedo la cortesia di continuare a cercarlo, di guardare bene i visi in giro e, se possibile, di chiedervi uno sforzo in più: se qualcuno lo dovesse vedere segnalatelo subito, non aspettate ore o giorni, fategli una foto e mandatemela o chiamate immediatamente il 112”.