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RIAPRE DOMANI A SPELLO LA CHIESA DI SANTA MARIA DI VALLEGLORIA, NUOVO POLO ARTISTICO NEL CUORE DELLA CITTÀ

Nuovo polo artistico nel cuore della città. La riapertura della splendida chiesa di Vallegloria domani 28 maggio alle ore 17 contribuirà infatti a valorizzare la zona alta di Spello che potrà tornare a godere di uno splendido scrigno che sarà godibile dai cittadini e dai turisti.
“Con grande soddisfazione – spiega il sindaco Sandro Vitali – partecipo alla riapertura al culto e alla visita della chiesa di Santa Maria di Vallegloria, che contribuisce così a completare un percorso culturale di enorme importanza per il progetto di Spello Città RiAperta. Un sentito ringraziamento alla Regione dell’Umbria che con i Fondi del terremoto ha finanziato il recupero funzionale e la ristrutturazione del convento delle Clarisse di Vallegloria, al Fec, alla Sovrintendenza, agli amici di Spello, agli storici che con il loro contribuito economico, intellettuale e personale hanno collaborato a questo obiettivo. Ma un particolare ringraziamento lo voglio rivolgere alle amatissime suore del convento che con la loro paziente opera ed i disagi sopportati, sono riuscite a coinvolgere tante personalità nella faticosa ricerca delle risorse per ridare questo scrigno alla comunità spellana”.
Il Monastero e la Chiesa di Santa Maria di Vallegloria, dove dal XIV secolo risiede la Comunità delle Clarisse, erano stati gravemente lesionati dal sisma del 1997. Nel rispetto della propria clausura le monache non hanno comunque mai abbandonato il convento, continuando a riunirsi in container posizionati nell’orto. I lavori di ristrutturazione hanno ammontato a 6.453.836,99 euro e sono stati finanziati da fondi regionali per la ricostruzione, mentre gli interventi della chiesa sono stati stanziati dal Fondo Edifici di Culto.
In occasione della cerimonia, che sarà presieduta dal vescovo Gualtiero Sigismondi, sarà presentata anche una pubblicazione a carattere storico-artistico, intitolata “Santa Maria di Vallegloria a Spello. Monastero di Clarisse urbaniste” che il comune di Spello ha donato alle monache. La pubblicazione contiene una dettagliata campagna fotografica delle opere della chiesa restaurata e di altrettante opere contenute nel monastero con testi di Corrado Fratini, Mario Sensi e Giulio Proietti Bocchini.

La Chiesa e il Monastero di Vallegloria
La costruzione della chiesa e del monastero ebbe inizio intorno al 1320. Le clarisse al tempo risiedevano nel convento di Vallegloria Vecchio sul Monte Subasio, fondato nel 1215 per volontà di Balvina nipote di Santa Chiara. Al 1338 risale la costruzione del campanile e l’assestamento della copertura. La figlia di Braccio I Baglioni, Ilaria, appena undicenne fa ingresso nella comunità claustrale poco dopo la metà del XV secolo e rimarrà a Spello fino a quando non indosserà gli abiti di terziaria nel monastero di Sant’Antonio di Perugia.
Le leggi eversive post unitarie determinarono una momentanea soppressione della corporazione religiosa avvenuta nel 1866.
La chiesa di impianto romanico mostra un fronte esterno in pietra locale diviso in due ordini e caratterizzato da un grande rosone e un corrente di archetti pensili che tratteggia la facciata per tutta la larghezza.
L’aula interna a pianta rettangolare è coperta a botte lunettata, è ricca di un prezioso apparato decorativo di stampo seicentesco opera di Marcontonio Grecchi che rappresenta le storie del Vecchio e Nuovo Testamento sul marcapiano sottostante all’imposta della volta.
Sul fronte principale lavora Ascensidonio Spacca detto il Fantino che nel 1590 vi realizza le Storie della Vergine con l’Annunciazione posta nel centro. Il bellissimo monastero inaccessibile per la vigenza della clausura oltre all’interessante impianto architettonico, il chiostro rinascimentale costruito nel 1560, conserva numerose opere d’arte sacra tra cui un Crocifisso XIII secolo di scuola spoletina, appartenente probabilmente al primitivo monastero montano, una Madonna della Misericordia del 1502 riferibile a Tommaso Corbo allievo locale del Pintoricchio, una Madonna con Bambino del primo Seicento riferita a Marcantonio Grecchi.