Umbria | Italia | Mondo

Riapertura E45 e altri “incubi”, il 5 aprile mega presidio di protesta di Cgil, Cisl e Uil

Prima la chiusura il 16 gennaio, giorno in cui il viadotto Puleto è stato sequestrato dalla magistratura aretina, perché ritenuto a rischio crollo poi, dal 13 febbraio, la riapertura al traffico, su una sola corsia, ad auto e mezzi fino ai 35 quintali, confermando il blocco sostanziale a merci, turismo e pendolari, con un impatto economico imponente e possibili riflessi occupazionali. Questa in poche righe l’odissea recente vissuta dalla E45, per cercare di ovviare alla quale Cgil, Cisl e Uil delle province di Arezzo, Cesena e Perugia, hanno promosso  per venerdì 5 aprile (dalle ore 10) un presidio di protesta con lavoratori e pensionati allo svincolo di Sansepolcro, invitando tutta la popolazione a partecipare a questa protesta.

Chiediamo al ministro Toninelli di mantenere le promesse – spiegano i sindacati – Infatti quest’ultimo il 15 Febbraio scorso, dal viadotto Puleto, alla presenza dei sindaci del territorio, assicurava che entro 30 giorni (quindi entro il 15 marzo) sarebbe stata ripristinata la viabilità ordinaria. Purtroppo ad oggi non ci sono novità, nonostante i primi interventi dell’Anas sulla infrastruttura”.

L’iniziativa del 5 aprile delle organizzazioni sindacali non si ferma però al nodo della E45. “Vogliamo far emergere il grave stato delle infrastrutture di tutto il territorio dell’Alto Tevere umbro-toscano”, spiegano. In particolare Cgil, Cisl e Uil rimarcano le gravi criticità della linea ferroviaria Sansepolcro-Città di Castello-Ponte S. Giovanni che, dopo consistenti investimenti, è stata parzialmente ripristinata, ma con forti limitazioni per ragioni di sicurezza (limite di 50 km/h) e con il rischio di una nuova chiusura, visto che in molti scambi la velocità deve essere ridotta addirittura a 10 km orari.

Altro punto dolente è la situazione della superstrada E78, “sulla cui realizzazione – ricordano Cgil, Cisl e Uil – il precedente governo aveva stanziato 100 milioni di euro per l’avvio dei lavori, ma che l’attuale Governo ha deciso di escludere dalle priorità infrastrutturali facendo sparire anche il finanziamento”. Infine, c’è la strada Pian d’Assino che collega l’Alto Tevere all’Alto Chiascio e la Bocca Trabaria che collega l’Umbria con le Marche: “Anche qui la situazione è da tempo critica – concludono i sindacati – Una situazione che ci sembra vanifichi anche gli sforzi economici fatti per la piastra logistica di Città di Castello che rischia di essere un’isola nel ‘mare del niente’”.