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RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA E CARDIOPOLMONARE ALL'OSPEDALE DI SPOLETO, GLI AUSPICI DELLA ROSIGNOLI

Sono arrivate durante l'annuale convegno medico dell'Avis nuove rassicurazioni da parte del direttore generale dell'Asl 3, la dottoressa Gigliola Rosignoli (nella foto), in merito all'ospedale di Spoleto. La Rosignoli, coordinatrice del convegno sulle malattie polmonari, ha ricordato il mantenimento delle specifiche peculiarità del S. Matteo degli Infermi ed ha inoltre elencato i vari interventi strutturali e tecnologici già attuati a Spoleto, nonché l'auspicio di poter ottenere anche per il nosocomio cittadino l'autorizzazione per i processi di riabilitazione cardiologia e cardiopolmonare.Il vero problema, secondo la Rosignoli, non sarebbero tanto le garanzie professionali che deve saper offrire un ospedale, quanto la mancanza di risorse per poter garantire un analogo servizio nel territorio, quando cioè il paziente viene dimesso.

Le parole della dottoressa Rosignoli sono seguite a quelle del presidente dell'Avis di Spoleto, Sergio Grifoni, che ha ricordato come seppure le donazioni di sangue aumentino non bastano mai, e a quelle del vicesindaco Daniele Benedetti.

Durante il pomeriggio di studi, che si è svolto all'hotel Albornoz, sono intervenuti alcuni esperti sull'argomento delle malattie polmonari. Il professor Leonello Fuso, responsabile del reparto di fisiopatologia respiratoria dell'Università Cattolica di Roma, ha trattato specificatamente la patologia della BPCO (ovvero la Bronco Pneumatica Ostruttiva), ovvero il livello più grave dopo la bronchite cronica. La malattia, essendo ostruttiva, è anche fortemente invalidante e, allo stato attuale, non esistono strumentazioni specifiche che ne possano diagnosticare con assoluta certezza la consistenza e l'evoluzione; tutto si affida all'aspiremetria. Il fumo, come è comprensibile, è tra le maggiori cause dell'aggravamento della stessa, insieme alle condizioni socio-economiche del paziente (nutrizione, sovraffollamento, no cure mediche, inquinamento etc).Coloro infatti che presentano un basso reddito, una scarsa scolarità, un basso livello educativo, sono i meno curati, poiché hanno meno possibilità di usare i farmaci adeguati.I malati di BPCO sono inoltre predisposti per le malattie collaterali, quali quelle cardiovascolari e diabetiche, con la conseguenza che, più patologie, portano prima all'aggravamento e, successivamente, alla morte.Le malattie respiratorie, infatti, da sole, incidono per il 7% sul tasso di mortalità e del 4% sul costo sociale (circa 4.000 € a paziente grave).

La relazione finale è stata tenuta dal professor Luigi Frigieri, spoletino doc, responsabile del reparto di pneumologia interventistica dell'Ospedale di Foligno, che ha trattato l'argomento generale delle varie malattie respiratorie, delle cause e delle cure. Ha subito evidenziato il fatto che le malattie respiratorie sono poi la conseguenza di distrofie, scoliosi,asma,enfisema,, ipertensione polmonare, pleuriti etc. In maniera dettagliata ha fatto conoscere tutto il sistema respiratorio e le singole funzioni dei vari organi chiamati a garantire il processo di respirazione, compreso il ruolo importante del sangue.Ha fatto capire un concetto elementare, ma fondamentale: l'aria che noi respiriamo, da dove entra, è costretta ad uscire, e quindi, durante questo percorso obbligatorio, rimane in sospensione, con tutte le sue particelle più o meno dannose.Tali particelle, se non espulse, arrivano agli alveoli, vengono assimilate dall'organismo, con tutte le conseguenze del caso.Frigieri si è poi soffermato sulla valenza che viene data alla dispnea (sofferenza nel respirare) che, essendo solo una percezione sintomatica, non può essere confusa con l'asma che, invece, è una malattia vera e propria. Un punto il professionista ha ribadito con determinazione: non usare sconsideratamente l'ossigenoterapia per qualsiasi malattia respiratoria, poiché l'ossigeno, a volte, più che guarire può aggravare la patologia stessa.Nel parlare della fibrosi, il relatore ha portato un dato comprensibile a tutti: i nostri polmoni sono costituiti per il 74% da cellule e per il 26% da tessuto connettivo; quando questo valore tende ad invertirsi, si incomincia a soffrire di fibrosi.