Luca Biribanti
Anarchia e genialità, drammaturgia e opera d'arte sono piani d'intersezione che non si risolvono in “Fratto_X”, lo spettacolo di RezzaMastrella che andrà in scena giovedì prossimo all'anfiteatro di Terni. Il teatro, inteso come luogo fisico, è soltanto una scena 'presa in affitto' dagli artisti, l'unica struttura in grado di contenere il polimorfismo espressivo dello spettacolo. Non c'è scenografia, ma esiste un habitat, creato da Flavia Mastrella, in continuo mutamento con l'evolversi della parte drammaturgica. Al centro dell'habitat, c'è una “X”, “un fascio luminoso, di materia inconsistente” – dice Flavia Mastrella – “Ho svolto un lavoro preparatorio sull'influenzamento estetico, prendendo ispsirazione da film giapponesi di tutte le epoche: il guerriero, figlio del cielo, ne è un esempio”.
Cosa si è cercato di rappresentare?
L'influenzamento e la manipolazione dell'uomo sull'uomo, un tema di grande attualità, visto che ci stanno riducendo tutti all'ebetismo
Perchè un habitat?
Qui non c'è scenografia e non c'è neanche teatro. Nel senso che la parola è solo una parte degli strumenti che utilizziamo per esprimerci: luci, colori, intensità dei gesti, delle espressioni, tutto fa parte della performance
All'interno dell'installazione della Mastrella, Antonio Rezza ha vissuto per un anno e tre mesi. In questa fase avviene il processo creativo dove “tra opera d'arte e drammaturgia c'è uno scambio paritario” – ha detto Rezza – “è la parte più eccitante quella della creazione, anche se la gestazione è piuttosto lunga”.
Cosa significa “Fratto_X”?
È l'annullamento dell'unità. Durante lo spettacolo l'operazione uomo fratto uomo diventa uguale a zero. Nessuno si accorge che dovrebbe fare uno. È la potenza della drammaturgia che scavalca la matematica
Che tipo di uomo esce da “Fratto_X”?
Non c'è l'uomo, ma un essere disumano
Cioè?
Tutto è astrazione; l'habitat, le figure, l'atmosfera. Non c'è possibilità di unificazione. C'è Antonio Rezza, un vulcano, un vortice di energia che attira a sé le altre persone
Un testo non scritto…
È il corpo, la gestualità, il movimento che scrivono, 'habitando' gli scenari ideati da Flavia
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