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Rete Professioni Tecniche Umbria, necessario il riconoscimento del ruolo del tecnico della sicurezza

Redazione

Rete Professioni Tecniche Umbria, necessario il riconoscimento del ruolo del tecnico della sicurezza

Negli ultimi 10 anni in Umbria calano i morti sul lavoro e gli infortuni, ma aumentano le malattie professionali | Incontro a Foligno per un bilancio
Gio, 17/05/2018 - 13:06

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Il tecnico della sicurezza deve essere considerato come una figura specialistica realmente efficace “sul campo”, non solo sulla carta, e atta a garantire la tutela della salute e sicurezza del lavoratore. E’ l’invito rivolto dalla Rete delle Professioni Tecniche dell’Umbria ai tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, nel corso del seminario Sicurezza sul lavoro: obiettivo raggiunto? Facciamo il punto a dieci anni dal TUS (D.Lgs.81/08), svoltosi ieri pomeriggio all’Auditorium San Domenico. L’incontro, organizzato con il patrocinio del Comune di Foligno e del CNI – Consiglio Nazionale Ingegneri, alla presenza di oltre 200 partecipanti, accanto ai professionisti, ha visto la partecipazione di rappresentanti di istituzioni, enti pubblici, associazioni di categoria e sindacati, per un importante momento di riflessione, volto ad evidenziare, ciascuno per i diversi ambiti di competenza, cosa è cambiato dopo l’entrata in vigore della complessa e articolata normativa inerente alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Fondamentali all’analisi sono stati i dati relativi all’andamento del fenomeno infortunistico sul lavoro nella nostra regione dall’entrata in vigore del D. Lgs. 81/2008 al 31 dicembre 2017, forniti dal direttore regionale Inail Umbria Alessandra Ligi. Negli ultimi 10 anni, le denunce di infortuni mortali sul lavoro sono diminuite del 17,5 % passando da 17 nel 2009 a 14 nel 2017; sono altresì diminuite del 31,7% le denunce di infortuni che, nello stesso arco temporale, da 15.294 sono scese a 10.451. In aumento invece, le malattie professionali che registrano un aumento del 58,9% passando da 1.269 a 2.016 denunce. E’ proprio quest’ultimo tema, come precisato dal direttore regionale, che l’Istituto e altri soggetti che si occupano di prevenzione stanno analizzando per poter contenere il fenomeno.

“Indipendentemente dai numeri, non dobbiamo abbassare il livello di attenzione e di controllo – ha affermato Andrea Galli, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Perugia e referente della Rete delle Professioni Tecniche dell’Umbria -. Il miglioramento delle condizioni di lavoro si può raggiungere solo attraverso la sinergia tra enti, istituzioni, ordini professionali, associazioni di categoria; ciascuno, nell’ambito dei propri ruoli, deve operare nel rispetto della promozione e garanzia della sicurezza nei luoghi di lavoro perché anche una sola vittima rappresenta una sconfitta sociale e morale”.

“In Umbria – ha evidenziato Luca Barberini, assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare –  negli ultimi cinque anni, gli infortuni sul lavoro sono diminuiti grazie a una maggiore diffusione della cultura della prevenzione, attraverso uno specifico Piano regionale e una forte collaborazione tra vari soggetti pubblici e privati. In valori assoluti, si è passati da oltre 13mila casi del 2012 a circa 10.500 del 2017. Non dobbiamo però abbassare la guardia, ma applicare in maniera ancora più puntuale gli strumenti previsti, con interventi mirati e intersettoriali e maggiore attenzione a formazione, sorveglianza, sviluppo della responsabilità sociale delle imprese”.

“A distanza di 10 anni è quanto mai opportuna un’iniziativa come questa per fare “un tagliando”, cioè per verificare la realizzazione delle aspettative registrate all’entrata in vigore di questa legge – afferma Fausto Cardella, procuratore generale di Perugia -. Io perso di poter dire di si: sicuramente ci sono delle ombre, e la principale è costituita da un eccesso di burocratizzazione, difetto che rispetto ai vantaggi è sicuramente minore. Siamo su questa strada anche se credo che ancora qualcosa si possa fare”.

Al dibattito sono inoltre interventi, il vice sindaco di Foligno, Rita Barbetti, l’assessore Lavori pubblici e sicurezza nei cantieri, Giuseppe Chianella, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Perugia, Stefano Mancini, Paolo Gubbini, coordinatore della Consulta per la promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del Comune di Foligno, Patrizia Macaluso e Gabriella Madeo, Regione Umbria, Giorgio Miscetti USL Umbria 1, Raffaele Ruggiero, direttore regionale dei VVF, Andrea Ruffini della Cassa Edile di Perugia, Bernardetta Radicchi CESF Perugia e TESEF Terni, Giuseppe Petrazzini, sostituto procuratore Perugia, Alvaro Burzigotti, ANMIL Umbria, Renato Cesca, CNA Umbria, Paolo Bazzica, Confindustria Umbria, Mario Bravi, Fillea Cgil, Filca Cisl, Fineal Uil. L’evento è stato realizzato anche con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Perugia, Ordine degli Avvocati di Perugia, Collegio dei Geometri e Geometri Laureati Provincia di Perugia, Collegio dei Periti Industriali e dei Periti industriali laureati della Provincia di Perugia, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Terni, Collegio dei Periti Agrari e dei Periti laureati province di Perugia e Terni, INAIL direzione regionale Umbria, Cassa edile Perugia, CESF Perugia e TESEF Terni.

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