Valnerina

Report, Urbani Tartufi mostra la graduatoria: “Ecco a chi sono andati veramente i contributi”

Non ci sta l’azienda Urbani Tartufi, finita suo malgrado nel mirino del servizio di Report sul presunto “tartufogate”. Un servizio, quello della trasmissione di Rai 3, in cui si solleva il conflitto di interesse (anche in questo caso presunto) dell’assessore Paola Agabiti, moglie del titolare dell’azienda, e della governatrice Donatella Tesei, il cui figlio lavora alla Urbani Tartufi. Ma che ha finito per mettere in cattiva luce anche la stessa azienda Urbani, laddove si afferma, aspetto più volte ripetuto, che ad essa, pur terza in graduatoria, è andata circa la metà del contributo pubblico previsto dal bando sulla filiera agricola. Senza spiegare il bando, né l’importo dell’investimento complessivo, di gran lunga superiore a quello presentato da altre aziende della filiera. E che soprattutto coinvolge 98 aziende agricole, come si poteva facilmente evincere dalla graduatoria stessa.

Aspetti per i quali la stessa Urbani Tartufi interviene con una nota, di fronte a informazioni “che non rendono giustizia a un’azienda con esperienza maturata in oltre 170 anni di storia, caratterizzata da un costante impegno nella valorizzazione di un prodotto tipico dell’Umbria, non perdendo mai di vista l’attenzione alla crescita della filiera e allo sviluppo del territorio a cui è sempre stata fortemente legata“.

La Filiera, promossa dall’Assessorato per l’Agricoltura della Regione Umbria – viene ricordato – non coinvolge soltanto la Urbani Tartufi, ma centinaia di piccole aziende agricole e piccolissimi coltivatori diretti umbri. E riguarda anche altre aziende di tartufo concorrenti tra loro, quindi non soltanto la filiera di Urbani, bensì la filiera di tutti per il sostegno collettivo al settore della tartuficoltura.

Peraltro, la filiera del tartufo è una, non l’unica, delle sei filiere corte che la Regione dell’Umbria, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2022, ha inteso valorizzare (Cereali, Latte, Nocciolo, Luppolo, Olivo, Tartufo).

“Gli 4,8 milioni di euro – evidenzia la Urbani Tartufi – sono stati attribuiti a titolo di contributo a seguito di regolare partecipazione a specifico bando pubblico all’associazione temporanea di scopo di cui Urbani Tartufi è capofila e che è costituita da 98 aziende agricole umbre oltre alla stessa Urbani. La parte più consistente di questo importo, quindi, pari a 4,1 milioni di euro, è stata destinata agli interventi che saranno realizzati dalle 98 aziende agricole associate e per la parte rimanente agli investimenti agroindustriali della Urbani Tartufi. Gli importi assegnati, inoltre, sono stati distribuiti in proporzione agli ettari di terreno su cui saranno coltivate nuove tartufaie, ettari che, nel caso della filiera di Urbani, sono 250″.

“Queste informazioni – prosegue l’azienda – rendono chiaro e incontrovertibile che i principali beneficiari del contributo assegnato dalla Regione dell’Umbria sono le singole aziende agricole affiliate nell’associazione temporanea di scopo di cui, come detto, Urbani Tartufi è capofila”.

E ancora: “L’obiettivo dell’azienda è orientato alla salvaguardia e alla continuità della raccolta del tartufo oltreché ad imprimere maggiore vitalità e sviluppo all’intero comparto, contribuendo a creare e diffondere un modello virtuoso di interazione anche tra concorrenti”.

L’azienda aggiunge di aver partecipato al Progetto di Filiera “soprattutto perché il tartufo in Italia sta scomparendo, e Urbani, per la lunga storia che ha alle spalle, sente il dovere e la responsabilità di attuare ogni possibile progetto volto alla sua salvaguardia”.

E ancora: “Assai triste l’attacco a Pierpaolo, figlio della Presidente Tesei, assunto in Urbani già nel giugno 2020. Data che nulla ha a che fare con le allusioni riportate”. Mentre invece nel servizio viene più volte detto che l’assunzione sarebbe stata contestuale all’attribuzione del contributo.

La Urbani Tartufi, quindi “respinge con fermezza le accuse e rimarca il dispiacere di attacchi puramente strumentali che arrivano da chi conosce molto bene quale sia il ruolo di Urbani Tartufi per la nostra regione, un’azienda leader mondiale nel suo settore che, pur raggiungendo i mercati più lontani, non ha mai lasciato la sua terra, l’Umbria, dove ha creato i propri stabilimenti impiegando moltissime persone e preoccupandosi da sempre della loro crescita professionale. Ed è proprio a difesa di queste persone e di questo territorio – conclude la nota – che Urbani si batte ogni giorno e non mancherà di intraprendere ogni necessaria e consentita azione a salvaguardia della propria immagine e della propria reputazione”.