C’è anche un professionista di Terni tra le 9 persone destinatarie di altrettante misure cautelari emesse dal Tribunale di Genova nell’ambito dell’indagine sui presunti report falsi sulla sicurezza dei viadotti e ponti autostradali.
L’inchiesta, che nasce dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, già a gennaio aveva portato a perquisizioni anche in Umbria, nella città dell’acciaio appunto. Ieri la svolta, con l’arresto di 3 persone e l’emissione di misure interdittive per altre 6 e nuove perquisizioni, anche a Terni.
L’ordinanza è stata eseguita venerdì dai militari del I Gruppo della Guardia di Finanza di Genova, coordinati dalla locale Procura della Repubblica. Ad essere coinvolti sono dirigenti e tecnici di Autostrade per l’Italia s.p.a. e Spea Engineering s.p.a., oltre – secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica – ad un ingegnere di una società esterna di Terni con cui la Spea collabora.
Nello specifico in 3 sono finiti agli arresti domiciliari (i due dirigenti di Autostrade Lucio Ferretti Torricelli e Gianni Marrone ed un dirigente di Spea, Massimiliano Giacobbi), mentre per gli altri 6 sono state disposte misure interdittive dal pubblico servizio e dal divieto temporaneo di esercitare attività professionali a favore di soggetti pubblici o privati.
L’attività – spiega la Finanza – scaturisce dall’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018, nell’ambito della quale sono emersi numerosi elementi indiziari in ordine ad una presunta attività di falso, relativa alle relazioni concernenti le condizioni e le criticità di ulteriori viadotti autostradali, per le quali la Procura di Genova ha aperto un nuovo procedimento penale, nei confronti di dirigenti e tecnici appartenenti ad Autostrade per l’Italia S.p.A. e Spea Engineering S.p.a. I successivi approfondimenti effettuati hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza in ordine ad atti pubblici redatti da pubblici ufficiali ed afferenti alle attività di controllo sui viadotti Pecetti (A26) e Paolillo (A16), reiterati anche successivamente al crollo del Ponte Morandi, per i quali sono state emesse le odierne ordinanze.
Autostrade per l’Italia, comunque, è tornata ieri a ribadire – come aveva già fatto nei mesi scorsi – che i due viadotti in questione, situati in Liguria ed in Puglia, sono sicuri.
L’inchiesta, però, avrebbe fatto emergere “falsificazioni e/od omissioni concordate, finalizzate ad occultare agli ispettori del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti elementi rilevanti sulla condizione dei manufatti ed il loro stato di conservazione – in occasioni di attività ispettive e nell’ambito della vigilanza ministeriale – che avrebbero comportato una verifica globale dell’opera ed altre misure precauzionali” secondo quanto fanno sapere gli inquirenti.
L’accusa per tutti è di falso in atto pubblico. Ed appunto tra gli indagati per cui è stata disposta una misura interdittiva c’è anche l’ingegnere ternano Angelandrea Salcuni, dirigente tecnico di una società di Terni a cui Spea si sarebbe affidata per i report in questione.
Intanto sulla sicurezza dei viadotti al centro dell’inchiesta si registra una nuova nota di Autostrade per l’Italia: “In merito alle notizie di stampa che riguardano i provvedimenti adottati dalla magistratura genovese con riferimento ai viadotti Pecetti e Paolillo, Autostrade per l’Italia conferma nuovamente la sicurezza di tali opere, dove gli interventi di manutenzione sono stati conclusi diversi mesi fa. Sulla scorta delle informazioni fornite dalle direzioni di Tronco competenti, la società ha inviato lo scorso 4 dicembre 2018 al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti un report contenente il dettaglio degli interventi manutentivi realizzati e delle verifiche effettuate sui viadotti della rete, tra cui il Pecetti e il Paolillo. In nessun caso è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza di questi e altri viadotti oggetto di indagine, che sono stati verificati anche da società esterne specializzate in tale tipo di monitoraggi, oltre che dai competenti uffici ispettivi del Ministero.
Si ricorda che il viadotto Paolillo è un ponticello di 11 metri, completamente ristrutturato, rispetto al quale, per quanto a conoscenza della Società, l’indagine riguarderebbe una presunta marginale discrepanza tra le analisi progettuali e la costruzione finale. Per quanto riguarda il Pecetti, si conferma che l’opera è totalmente ristrutturata ed è stata oggetto di ripetute verifiche.
In ogni caso ASPI segnala che, a scopo meramente cautelativo, aveva già provveduto a cambiare la sede operativa dei due dipendenti oggi interessati dai provvedimenti della magistratura.
Anche sulla scorta delle informazioni che potrà assumere e approfondire nel corso delle prossime ore, Autostrade per l’Italia si riserva di attivare ulteriori azioni a propria tutela, restando a disposizione degli organi inquirenti”.