Nulla di fatto ieri sera in Consiglio comunale sull’istituzione del ‘registro delle coppie gay’: a Foligno i matrimoni omosessuali celebrati all’estero non saranno trascritti.
Un boccone amaro da digerire per l’ex assessore alla Cultura, Elisabetta Piccolotti, che aveva presentato un’apposita mozione come capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà: l’atto è stato poi emendato dal gruppo consiliare del Partito Democratico, con un punto fondamentale, in base al quale, per procedere all’inserimento nel registro dello Stato civile comunale si dovranno attendere le verifiche tecniche dei competenti uffici.
I vendoliani l’hanno visto come un escamotage per non procedere, considerando che al momento in Italia la legge non lo consente e che proprio in questo periodo una circolare dello stesso ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha messo ‘in allerta’ i prefetti affinchè vigilino sull’operato dei sindaci che non si attengono alle disposizioni ministeriali.
La mozione, con emendamento, è passata con i voti favorevoli dello stesso Pd, il sostegno del Movimento Cinque Stelle e ed il voto contrario della stessa Piccolotti.
“Il senso del voto di ieri è molto semplice: i matrimoni gay contratti all’estero non verranno trascritti nel registro di Stato civile del Comune di Foligno fino a quando non ci sarà una specifica normativa del Parlamento nazionale – taglia corto la capogruppo vendoliana in una nota stampa – e la ragione di questa scelta va rintracciata in una doppia verità. Da un lato – attacca – il sindaco Nando Mismetti si dice astrattamente favorevole, dall’altro – incalza – non si assume la responsabilità di fare atti concreti e condurre una battaglia politica, civile e giuridica per far valere nella nostra città diritti fondamentali delle persone, riconosciuti dai trattati europei”.
Dopo la strappo che ha visto Sel andare sola alle recenti elezioni amministrative comunali, ora la spaccatura diventa sempre più profonda nella sinistra folignate.
“Un vero peccato, e un copione già visto, ad esempio sul registro dei testamenti biologici, che – prosegue la Piccolotti – dimostra per l’ennesima volta l’arretratezza culturale di questo sindaco e di una parte, maggioritaria, del Pd cittadino. Mentre in tutta Italia sindaci coraggiosi come Pisapia, Marino, Merola e tanti altri portano avanti una battaglia di civiltà, il nostro sindaco – accusa la capogruppo di Sel – decide di ritirarsi nelle retrovie e coprirsi con la foglia di fico di parole generiche e con lo scudo dell’inattività del Governo Renzi sui temi della libertà e dell’uguaglianza delle persone”.
“Avremmo voluto una Foligno in prima linea – conclude sarcasticamente – abbiamo invece una Foligno di retroguardia: ‘Il futuro è già qu’ recitava lo slogan di Mismetti, ma se il futuro è questo, allora è tremendamente uguale al passato”.