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Regioni, accordo tra Pd e M5s: caccia a Mister (o Miss) X

L’accordo per le regionali in Umbria tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico (più le altre formazioni di centrosinistra) viene dato ormai per fatto a corso Vannucci, all’ombra della politica regionale. Anche se le decisioni si prendono ben più lontano, in quella Roma dove è nata la nuova alleanza di Governo.

Ma il fatto che ad una settimana dalla presentazione delle candidature non sia stata fissata la data delle Regionarie, la consultazione online sulla piattaforma Rousseau con cui gli iscritti del Movimento 5 stelle sceglieranno i candidati in lista, né che passi in avanti in tal senso siano stati fatti dal commissario del Pd Walter Verini (che continua a parlare di un giusto mix tra esperienza e innovazione) è il segno che prima bisogna definire bene i contorni dell’alleanza. E soprattutto, trovare l’accordo su colui (o colei) che sarà chiamato(a) a guidarla.


Alleanza M5s – Pd, le condizioni di Di Maio


Insomma, dopo la pubblicazione su La Nazione della lettera aperte di Luigi Di Maio, in cui si pongono le “condizioni” per un’intesa in appoggio ad un candidato civico per avere una Giunta di soli tecnici, è scattata la caccia a Mister (o Miss) X.

Il “caso” Fora

A leggere il passaggio in cui Di Maio parla di un “passo indietro” il destino di Andrea Fora, candidato civico che ha già incassato l’appoggio del Pd, parrebbe segnato. Salvo alcune ricostruzioni che parlerebbero di un canale aperto da tempo tra Fora e lo stesso Di Maio. Canale diretto aperto in occasione di una cena con esponenti locali pentastellati. Ma che consolida un rapporto già esistente negli ambienti romani tra l’ex presidente di Confcooperative Umbria e il Movimento 5 stelle. A Roma, Fora gode dell’appoggio della sindaca Virginia Raggi e della potente Roberta Lombardi, da quando fu inviato nella capitale per “bonificare” le cooperative finite nell’inchiesta di Mafia Capitale.

Secondo questa ricostruzione, nel caso in cui il Movimento 5 stelle accettasse Fora come candidato civico di tutti (facendo dunque uno strappo sul veto a chi ha pendenti penali, per via del famoso processo “dei pisellini”), il Pd sarebbe costretto a sacrificare i candidati regionali uscenti. Rei, secondo le accuse grilline, di essere stati “contaminati” (la parola è stata usata da un esponente, indignato, dei dem) dai soggetti coinvolti nell’inchiesta sulla Sanitopoli perugina, i famosi “impresentabili”. Con il commissario Verini che non sarebbe poi così allarmato dalla prospettiva di dover mettere qualcuno in panchina. Con il rischio, però, che qualcuno, escluso dalla partita, decida di portarsi via il pallone…

La rampante Stefania

Resta ancora sul tavolo il nome della sindaca di Assisi, Stefania Proietti. Attivista in questa campagna elettorale, prima anima della rete civica dell’Umbria dei Territori, poi mediatrice con il Pd. E ora possibile candidata di un fronte unitario che veda arruolati anche i grillini, con i quali ha molti punti di contatto. Compresa un’amicizia proprio con il capo politico Luigi Di Maio. Stefania Proietti, attraverso le persone a lei vicine, ha sempre smentito di volersi candidare. Ma se fosse necessario questo sacrificio… Verini, ribadendo che i sindaci non devono essere candidati per non sguarnire i Comuni (il rischio è di perderne altri in caso di nuove elezioni) ha cercato di sbarrarle la strada. Ma la prospettiva di un’intesa con i cinquestelle cambia tutto.

Un’intesa sul… cashmere?

Brunello Cucinelli è stato costretto a ricorrere ad una nota per dire: “Candidato? No, grazie. Io faccio un altro lavoro, l’imprenditore”. Chiudendo, apparentemente, ogni discorso sulla sua candidatura. Ma Di Maio è tornato in pressing su di lui, con una lunga telefonata. Una figura che però, al di là dei buoni rapporti personali con alcuni esponenti, non convince più di tanto il Pd, timoroso di fronte alla gestione di un presidente-imprenditore-filosofo.

Il giurista Baldassarre

Il Corriere della Sera dà per tramontata l’ipotesi, sulla quale si è lavorato, di convincere il folignate Antonio Baldassarre, già presidente della Corte Costituzionale. Fuori dalla politica e con un alto profilo istituzionale. Ma poco convinto di rimettersi in gioco su una sfida dall’esito incerto.

Il nome a sorpresa

Tutti nomi che potrebbero essere superati, nelle prossime ore, da quello di un personaggio, molto conosciuto, sul quale i pontieri grillini e democratici avrebbero già puntato da giorni.