La Regione Umbria compie 50 anni di vita. E lo celebra con una cerimonia che si è tenuta nella Sala dei Notari del palazzo dei Priori di Perugia.
Proprio qui, infatti, il 20 luglio 1970, si tenne la prima riunione del Consiglio regionale dell’Umbria. L’iniziativa ha costituito anche l’occasione per la presentazione dell’archivio storico della Regione Umbria.
“Il cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Regione Umbria – ha esordito il presidente dell’assemblea legislativa regionale, Marco Squarta – non può non essere vissuto come un momento di autentica riconciliazione per un territorio che, unito e rispettoso dei localismi, guarda al suo futuro affinché si possano ulteriormente rafforzare il senso di responsabilità, le motivazioni e lo spirito di squadra, basando la nostra azione sui principi di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione”.
“In questi 50 anni – ha aggiunto Squarta – la Regione è stata in grado di svolgere un’opera notevole e buona parte del merito va ascritto, in primo luogo, alla laboriosità della nostra gente, al suo spirito di adattamento e alla capacità di rinnovamento. Ci sono state innovazioni in quasi tutti i settori ma c’è ancora molto da fare e molte difficoltà stentano ancora ad essere superate nonostante, negli anni, siano state varate buone leggi”. “In un momento caratterizzato da una profonda crisi economica e politica come quella che stiamo vivendo – ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale – questo appuntamento non assume di certo le sembianze di una celebrazione rituale ma si trasforma in un’occasione per rileggere la storia della nostra società e dell’ente regionale, per ribadire i valori di riferimento che in questi anni hanno garantito alla nostra terra condizioni di sviluppo e di crescita. Senza preavviso – ha proseguito – la lotta a questa pandemia mondiale ci ha messo di fronte a nuove priorità e ad inaspettati interrogativi. Spetta a tutti noi continuare a lavorare per rendere migliore il servizio ai tanti cittadini in difficoltà, evitando quegli antipatici conflitti e sovrapposizioni tra le istituzioni che il più delle volte danneggiano l’interesse comune. Siamo chiamati a una prova impegnativa per superare la sfida più importante e nessuna istituzione può permettersi di prevalere a scapito di un’altra. Deve, piuttosto, prevalere il Paese, nella sua unità”.
La soprintendente archivistica e bibliografica per l’Umbria, Giovanna Giubbini, ha voluto ricordare dove si trova la storia della Regione: negli archivi che riportano le deliberazioni del Consiglio regionale e gli interventi dei politici che vi si sono assecondati, oggi disponibili on line sul sito della Soprintendenza. “Sono beni culturali a tutti gli effetti – ha detto – e con il tempo i vari documenti sono divenuti fonti storiche che consentiranno alle generazioni future di conoscere il passato. Si costruisce e si progetta guardando sempre da dove proveniamo”.
Coordinati da Walter Biscotti, attuale commissario dell’Isuc (Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea) che negli anni ha sempre operato per la preservazione della memoria storica, sono intervenuti la presidente della Regione, Donatella Tesei, il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, le due vicepresidenti dell’Assemblea legislativa, Paola Fioroni e Simona Meloni. Ad intervenire anche l’ex consigliere regionale Francesco Innamorati, il quale, dall’alto dei suoi 95 anni ha voluto ricordare come ha svolto il suo incarico: “con lo stesso spirito e lo stesso impegno con cui ho partecipato alla guerra di liberazione contro l’esercito tedesco”.
Nel suo intervento la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha sottolineato che l’Umbria in questi 50 anni è molto cambiata, e questo cambiamento non deve spaventare, ma spingere all’impegno per agire al meglio delle aspettative e delle esigenze di tutti. L’emergenza Covid-19, secondo la presidente, ha imposto la necessità di reinterpretare il nostro tempo e a suo giudizio, questo momento “delicato”, deve essere affrontato tutti insieme, facendo tesoro di quanto fatto nel passato e insieme a chi porta avanti con noi questa azione. Occorre quindi agire in maniera totalmente nuova, attraverso un forte lavoro di squadra da organizzare avendo una chiara visione di quanto necessita per il futuro.
La Regione Umbria, come ha ricordato la governatrice, ha costituito un grande fattore di innovazione e crescita e ora che è in atto una fase di profondo cambiamento si evidenzia la necessità di un impegno particolare, “caratterizzato da forte spirito di squadra, di collaborazione e solidarietà che dovranno diventare la caratteristica della nostra azione”.
Il sindaco di Perugia Andrea Romizi nel suo intervento ha detto che i 50 anni passati dalla istituzione della Regione danno la misura del grande cambiamento avvenuto allora. E molte le cose da salvare di quell’assetto e altre da cambiare e sviluppare. Il primo cittadino ha ricordato che “allora furono grandi le aspettative e che la situazione odierna richiede che venga riproposto l’impegno di allora. La Sala dei Notari è un luogo importante per l’Umbria politica e istituzionale: ha ospitato la prima seduta del Consiglio regionale, vi è stata presentata e discussa nei primissimi anni’ 70 la prima bozza dello Statuto regionale e nel 2005 anche il nuovo testo. Secondo Romizi quella del Cinquantennale può essere l’occasione per la politica e per le istituzioni dell’Umbria di migliorare la propria capacità di attivare sinergie e collaborazioni tra diversi territori e istanze istituzionali“.
Infine le due vicepresidenti dell’assemblea legislativa regionale.
“Occorre ricucire – ha detto Paola Fioroni – un tessuto socioeconomico provato dalla crisi e dalle emergenze. Colgo l’occasione, oggi, per ricordare un uomo che ci ha lasciato in questi giorni e che ha dato un grande contributo all’economia e alla cultura di questa regione, Giuseppe Fioroni”.
“Oggi il regionalismo – ha evidenziato Simona Meloni – è di fronte a una nuova sfida, che ci impone di puntare sulle peculiarità territoriali e sulle ricchezze storico culturali dell’Umbria, ma anche sulle eccellenze della nostra economia, da coniugare con ricerca e innovazione”.