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Regione Umbria, approvato il rendiconto 2013

“Il rendiconto della Regione dell’Umbria, malgrado le difficoltà, è un bilancio in equilibrio, che rispetta tutti i limiti che gli sono stati imposti, che ha residui attivi ridottissimi. Questo significa che non ci sono rischi di buco. Inoltre abbiamo una capacità di spesa elevata, così come lo è quella di contrastare l’evasione per i tributi regionali. Infine segnalo che non abbiamo fatto ricorso alle risorse che il Governo ha messo a disposizione per pagare i debiti della pubblica amministrazione, se non per la sanità e solo a titolo precauzionale”: lo ha detto l’assessore Fabrizio Bracco, nel dibattito che ha preceduto l’approvazione dell’assemblea (con 16 voti a favore, otto contrari del centro destra e un astenuto, Goracci) del rendiconto generale dell’amministrazione regionale per il 2013.
Bracco ha risposto alle critiche di Andrea Lignani Marchesani (Fdi, che ha denunciato i ritardi nella presentazione del rendiconto) e di Sandra Monacelli (Udc, per la quale si tratta di un “bilancio ingessato”) ribadendo che “la giunta non ha mai nascosto i problemi che ci sono e ha portato avanti una forte azione di spending review operando in due direzioni: il recupero delle risorse e la riorganizzazione dell’impianto di bilancio, fino ad ora fondato sul principio della spesa storica e spostandolo sulle politiche (la scelta delle priorità strategiche) e le capacità di spesa degli uffici (perchè è inutile accumulare risorse se non si possono spendere). E’ vero che dobbiamo rivedere le politiche economiche, ma abbiamo iniziato a farlo con la discussione sulla programmazione comunitaria, fatta in questa Aula meno di un mese fa. In quell’occasione abbiamo indicato i temi prioritari con cui andare al confronto con Bruxelles: sviluppo e lavoro, ma anche la difesa dello stato sociale. Inoltre abbiamo cambiato profondamente le partecipate regionali con la soppressione dell’Apt, delle Comunità montane, dell’Arusia; abbiamo ridotto le Asl, trasformato gli Ati in Auri. Ci sono alcune partecipate che erano in difficoltà come Umbria Mobilità, e solo grazie all’intervento della Regione si e’ trovata una soluzione. Quando si parla di revisione delle partecipate non credo che si voglia sopprimere l’Agenzia per il diritto allo studio universitario o l’Agenzia forestale, che nasce dalla soppressione delle Comunità montane. Poi ci sono Sviluppumbria, in cui sono confluite una serie di agenzie, e Webred, che abbiamo riformato passando da sette a tre società che si occupano di informatica”.
L’intervento di Bracco non ha convinto il capogruppo di Fi, Raffaele Nevi, secondo il quale “questo rendiconto mostra un deterioramento della situazione finanziaria della Regione. Siamo di fronte ad un quadro caratterizzato dalla mancanza di attuazione di importanti riforme, a partire da quella sanitaria”.
Invece, per Massimo Buconi (Psi), “la Regione ha portato a compimento riforme importantissime, ma per la loro completa attuazione devono svolgere il loro compito anche altri organismi. Il rendiconto è in equilibrio, ma è chiaro che quando si parla di bilancio va sempre in onda il gioco delle parti”.
Pollice verso invece quello del capogruppo della Lega Nord, Gianluca Cirignoni, che ha sottolineato “la necessità di fare il punto sulle spese di trasferta, le missioni di rappresentanza”, mentre Goracci ha motivato la propria astensione evidenziando la “la mancanza di risposte in positivo ai problemi della comunità umbra”.
Duro l’intervento del capogruppo Pd, Renato Locchi, che si è detto “stucchevolmente messo alla prova dal tasso di propaganda che si riscontra in Aula”.