La governatrice umbra Donatella Tesei ha giocato d’anticipo: visti i risultati delle elezioni politiche, con Fratelli d’Italia che da sola prende il doppio (30%) di quanto raccolto insieme dagli alleati Lega e Forza Italia, ha subito parlato di “rimpasto“. Una parola che, la scorsa primavera, era rimasta sulle labbra proprio degli esponenti umbri del partito di Giorgia Meloni. Che ora attendono di sedersi ancora al tavolo, con la presidente e gli alleati.
Ma questa volta con un peso specifico ben superiore di quello del conclave al quale, comunque, si presentarono come forza emergente. Solo che, quello che allora i sondaggi pronosticavano, oggi è certificato dalle urne.
Al conclave di primavera fu messo nel mirino l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, che Salvini aveva catapultato dal Veneto in Umbria. E da quel nome sembra si riparta. Pur senza essere passato al vaglio elettorale, la nascita del nuovo Governo di centrodestra potrebbe essere l’occasione per riportare in mani umbre la guida dello spinoso dossier sanità. Ieri per l’emergenza Covid, oggi per i conti da aggiustare. Un cambio che potrebbe non dispiacere alla stessa Tesei, che questa volta avrebbe le mani libere anche rispetto alla Lega.
L’altro nome dell’Esecutivo politicamente più sacrificabile è l’assessore Enrico Melasecche, già protagonista in passato di un braccio di ferro con il suo partito, la Lega, in cui era approdato dopo essere transitato per Forza Italia. Finora, però, la governatrice si è avvalsa molto della sua esperienza amministrativa. Che lo ha portato, tra l’altro, a mettere mano a partite importanti sul fronte dei trasporti e delle infrastrutture viarie. Per qualcuno privarsene ora potrebbe essere un rischio, da questo punto di vista. Altri, però – come gli anti Nodino e i sindacati del settore trasporti – fanno il tifo per il cambio. Certo, l’aver accettato di lasciare il seggio in Consiglio rappresenta una assicurazione sulla vita in Giunta che richiederebbe, semmai, un pesante “risarcimento”. Politico, s’intende.
Ancora più debole, politicamente, è l’assessorato di Michele Fioroni. Quello che in passato era stato per questo preso di mira. Donatella Tesei, però, finora ha sempre resistito sul suo principale consigliere in campagna elettorale.
La rete civica che Paola Agabiti ha costruito in questi mesi dovrebbe invece metterla a riparo dagli appetiti dei partiti tradizionali.
Quanto a Roberto Morroni, il suo nome potrebbe essere messo in discussione solo da questioni interne a Forza Italia, che nel taglio dei parlamentari si trova a Roma con il suo Raffaele Nevi, come era del resto prevedibile. Morroni potrebbe entrare nel valzer del rimpasto passando da una poltrona all’altra. E così, magari, si potrebbero attenuare quelle frizioni con la Lega su alcune materie spinose, come l’agricoltura e soprattutto la caccia. Potrebbe comunque perdere la vice presidenza, che negli equilibrio post elezioni regionali fu assegnata a Forza Italia.
Molto dipenderà da quanto sostanzioso sarà il “tagliando” che Tesei e i partiti che la sostengono vorranno fare a questa amministrazione, considerando anche che il tempo di qualche mese e ci si ritufferà nella campagna elettorale per il Comune di Perugia e poi, tutto d’un fiato, ancora per la Regione.
Insomma, rimettere in palio la sola sanità, aggiustando un po’ le altre deleghe, come potrebbe proporre Donatella Tesei, potrebbe bastare ai partiti?
E’ anche vero che Fratelli d’Italia, con il pieno di parlamentari, manderà a Roma tutti i suoi uomini con maggiore esperienza. E in un partito che è cresciuto così tanto in così poco tempo, formare subito una classe dirigente pronta può essere un problema. Come ritrovarsi eventualmente a gestire la sanità.
Se anche Marco Squarta andrà a Montecitorio (come indicato ufficiosamente dal Viminale attraverso il proprio sito, ma senza ancora l’ufficialità) l’idea potrebbe essere quella di guardare alle amministrazioni comunali di centrodestra. Nella provincia di Perugia, però, per non squilibrare ulteriormente la Regione verso il Ternano. Gli occhi sono puntati su figure come il folignate Marco Cesaro e la perugina Margherita Scoccia, in lista alle politiche e quindi in alto nel livello di considerazione dei vertici del partito.
Eleonora Pace, scottata dal risultano di FdI in Campania, dove era stata inviata proprio da Giorgia Meloni con tanti buoni propositi di successo, dovrebbe prendere il posto di Squarta alla Presidenza del Consiglio regionale.
Michela Sciurpa, sempre se sarà confermato il biglietto per Roma di Squarta, diventerà capogruppo in Consiglio regionale, dove entrerà, presumibilmente, nella seduta del 25 ottobre. Il suo approdo in Regione, tra l’altro, obbligherà a scegliere una nuova guida per Sviluppumbria. La cui fusione con Gepafin richiederà comunque dei tempi tecnici non compatibili con la necessità immediata di una sostituzione.
Guardando a Roma, poi, ci sono le aspettative di Emanuele Prisco e Franco Zaffini per una chiamata nella compagine di governo. Insomma, sono tante (e tutte insieme) le partite che la vittoria dirompente porta gli esponenti umbri del partito di Giorgia Meloni a dover giocare.
Di tutto questo, comunque, non si è parlato nel vertice di maggioranza di questa mattina (martedì). Il tema uno solo: la sanità. Con Fratelli d’Italia – ma la richiesta viene da lontano – che è tornata a chiedere un cambio di passo.