I consiglieri regionali si sono approvati il “loro” bilancio di previsione, relativo al triennio 2019-21 e tale quindi da incidere (ma solo virtualmente) anche sui loro “colleghi” che gli umbri indicheranno nel 2020 attraverso le urne. Un bilancio che per il 2019, l’ultimo anno pieno di questa consiliatura, ammonta a 18milioni 624mila euro. Cifra a cui si arrivati attraverso nuovi tagli e razionalizzazioni. Ma per gli esponenti del Movimento 5 stelle si può e si deve fare di più.
É stato il vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Marco Vinicio Guasticchi, ad illustrare i contenuti dell’atto nella relazione di maggioranza: “I costi di funzionamento dell’Assemblea – ha detto – risultano ridotti di circa 4milioni di euro dal 2010, quando il bilancio ammontava a 22milioni e 610mila euro“. Queste le principali voci di spesa: indennità degli amministratori regionali (2,9 milioni), assegni vitalizi (3,5 milioni), contributi ai gruppi consiliari (1,8milioni), spese per il personale (6,6 milioni), acquisizione di beni e servizi (2,4 milioni), fondi per vari organismi (Isuc, Centro studi, Cal, Corecom – 548mila), spese per l’attività istituzionale dell’Assemblea (343mila).
Per quanto riguarda le entrate esse provengono prioritariamente dai trasferimenti dalla Giunta regionale (18,3 milioni) e dall’AgCom (103 mila).
Relatore di minoranza il grillino Andrea Liberati, il quale lamenta il fatto che sia gli atti che le proposte di legge dei consiglieri non sembrano oggetto di una particolare efficienza. Liberati ha invitato l’Ufficio di presidenza “ad avere una parola ferma e cercare di efficientare questo sistema“. E chiede di ridurre ulteriormente le spese di gestione: 122mila euro al personale comandato (“e non sappiamo le ragioni di
questo spostamento, visto che erano previsti 42mila euro“), mezzo milione di euro ancora per la questione relativa all’utilizzo, negli anni passati, di palazzo Monaldi. I cinquestelle ribadiscono l’urgenza di un difensore civico per gli umbri e auspicano un maggior loro coinvolgimento da parte di destra e sinistra nelle scelte economiche dell’Assemblea.
Per Claudio Ricci, dove si poteva tagliare si è tagliato, ulteriormente. E sui vitalizi (per il 2019 ci sono 3milioni 539mila euro), Ricci ha detto: “Per etica personale e per rispetto di tutti i quadri istituzionali non vado
contro altre persone e contro atti legittimamente approvati a norme di legge vigenti. Non li metto in discussione. Dalla Decima legislatura giusto non avere assegni vitalizi ma non andiamo contro atti approvati in regola con la legge, se no si demolisce uno degli elementi fondanti della Repubblica“.