Chi dal 28 ottobre si troverà a governare la Regione Umbria dovrà farlo con una carenza di personale, in numero e per esperienza. Tra quota 100 e mancato turnover, infatti, 85 impiegati usciranno nel 2020 e altri potenziali 300 dal 2021. Fra questi 90 dipendenti del Piano rafforzamento amministrativo della Regione, specializzati in progettazione in fondi europei, andranno a casa senza nessun rimpiazzo.
“Gli uffici regionali e l’operatività interna sino ad oggi garantita – attacca il consigliere regionale Sergio De Vincenzi – rischiano il collasso. Nell’arco di un anno e mezzo 85 impiegati più potenzialmente altri 300 non saranno più nelle disponibilità dell’ente. Un bel lascito che la giunta Marini-Paparelli darà in eredità al prossimo governo regionale. Fra questi anche 90 dipendenti assunti con concorso pubblico nell’ambito del Piano di rafforzamento amministrativo (PRA) della Regione Umbria, autorizzato dalla Giunta regionale con D.G.R. 1622/2014 il cui contratto a tempo determinato di prossima scadenza. Se non si interverrà quanto prima per una stabilizzazione, la macchina amministrativa resterà in braghe di tela“.
Si tratta di una equipe altamente specializzata sulla quale la Regione ha investito ingenti risorse economiche in formazione, per una gestione più efficiente dei Programmi operativi cofinanziati con le risorse dei fondi strutturali europei. La procedura di reclutamento, bandita nel 2015 con 31.915 pervenute, si è conclusa nel dicembre del 2017 e le assunzioni dei vincitori, provenienti da tutto il territorio nazionale, sono iniziate a fine gennaio 2018.
“Un contingente di professionisti – prosegue De Vincenzi – delegati alla gestione dei Fondi FSE, FESR e FEASR e ai Servizi che gestiscono attività trasversali comunque funzionali alla gestione dei Fondi Strutturali. Personale che, nonostante la scadenza dei contratti continua ad essere formato e aggiornato. Soldi pubblici destinati alla formazione specialistica di personale che a breve non ci sarà più“.
Inoltre, con la DGR 987 del 08/08/2019 sul Monitoraggio dei piano dei fabbisogni del personale 2018/2020 la Giunta regionale ha indicato che, al 2020, cesseranno il rapporto di lavoro 85 persone. Considerato poi che, al 2021, gli aventi diritto all’uscita anticipata sono circa 300, la Regione in meno di due anni potrà essere interessata da un’importante riduzione dell’organico.
Tutto questo non fa che acuire il problema di un organico sotto dimensionato a causa del blocco del turnover. Pertanto la carenza di personale determina il rischio concreto per la Regione di non essere in grado di erogare i servizi che gli fanno capo.