Per favorire l'equilibrio e la parità di genere dare più valore all'imprenditoria femminile; riconoscimento sociale della maternità; adesione alla Carta europea dei diritti delle donne; valorizzare il lavoro domestico”. Sono alcune delle proposte evidenziate, ieri pomeriggio, nell'incontro partecipativo che la Commissione speciale per le riforme statutarie e regolamentari ha organizzato in merito alla proposta di legge inerente l'istituzione del Centro per le pari opportunità e l'attuazione di politiche di genere e al quale hanno partecipato le organizzazioni sindacali, le associazioni regionali di categoria, i Comuni, le Province, rappresentanze dei partiti politici, delle associazioni e movimenti femminili, oltre ai referenti istituzionali.Tra i vari interventi che si sono succeduti è stata sottolineata la condivisione dell'iniziativa legislativa dell'Esecutivo regionale per la quale sono stati, però, richiesti tempi particolarmente brevi per l'approvazione dell'Assemblea. “Poiché il 26 per cento delle imprese umbre – è stato rilevato – è condotto da imprenditrici, e il dato è in crescita, è necessario un maggiore coinvolgimento, nell'attività del Centro, delle associazioni di categoria. Le discriminazioni nel mondo del lavoro autonomo – è stato osservato – sono molteplici, quindi il Centro per le pari opportunità dovrebbe coinvolgere più donne imprenditrici”. Sono state espressamente richieste anche maggiori risorse per il buon funzionamento del Centro al fine di permettere alla struttura di operare al meglio verso la sua ‘mission'. La Commissione, il prossimo venerdì 22 febbraio incontrerà una delegazione del Centro per le pari opportunità.Il Centro per le pari opportunità, istituito dalla Regione nel 1987, ha il compito di garantire il superamento di ogni forma di discriminazione esistente nei confronti delle donne, favorendo l'incremento della partecipazione di esse alla vita politica, economica, sociale, culturale e civile. Si tratta di un organismo regionale di parità che concorre con il Consiglio, la Giunta e il suo presidente, alla eliminazione delle discriminazioni tra i sessi e alla promozione delle politiche di genere. La Regione, anche in virtù degli indirizzi enunciati dal Parlamento europeo e dal Consiglio, con il concorso del Centro, garantisce l'attuazione del principio delle pari opportunità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego. Favorisce, quindi, l'equilibrio tra attività professionale e vita privata e familiare per donne e uomini; favorisce l'accesso delle donne ai posti di lavoro e l'incremento delle opportunità di istruzione, avanzamento professionale e carriera; promuove e sostiene iniziative di sensibilizzazione, trasferimento e scambio di buone pratiche; favorisce l'inserimento femminile nella vita sociale; promuove la presenza delle donne nei luoghi decisionali, sia in ambito pubblico che privato; sostiene l'integrazione delle pari opportunità a tutti i livelli di istruzione e formazione; promuove iniziative volte a conseguire gli obiettivi di Lisbona in tema di occupazione femminile; sostiene l'imprenditorialità femminile; mette in campo un programma di azioni volto a prevenire e combattere la violenza di genere; promuove iniziative che favoriscano l'integrazione delle donne migranti. Il Centro, che si avvale dei mezzi e del personale messi a disposizione dalla Regione, potrà ricorrere alla collaborazione di istituti universitari e centri di ricerca pubblici e privati.Il Centro vigilerà sull'applicazione delle leggi di parità esistenti presentando a Consiglio e Giunta proposte per l'adeguamento della legislazione regionale e potrà svolgere servizi di informazione, consulenza e assistenza. Annualmente, il Centro, dovrà inviare al presidente della Giunta, del Consiglio e alle componenti dell'Assemblea regionale una relazione sulla condizione della donna e sullo stato di attuazione degli obiettivi di parità e pari opportunità. Presso la presidenza della Giunta regionale viene istituito l'albo regionale delle associazioni e dei movimenti femminili al quale possono iscriversi, presentando il proprio atto costitutivo, tutti i soggetti collettivi il cui statuto o atto costitutivo preveda le finalità contenute nella legge in questione.