Nel MoVimento Cinque Stelle si parla della situazione economica attuale come una situazione di economia di guerra. Forse si potrebbe parlare anche di economia allo stato ante guerra. E’ un’esagerazione? Andiamo a leggere i numeri e poi potremo dire se trattasi di esagerazione.
La crisi dura ormai da 7 lunghissimi anni e siamo entrati nell’ottavo. Sebbene il M5S non ama riferirsi a questo parametro come misuratore di benessere, la diminuzione del PIL, dal 2007 al 2013, è del -12,5%. Dagli ultimi dati Istat sappiamo che nel IV trimestre 2014 il PIL è invariato sul trimestre precedente ed è a -0,5% sul IV trimestre 2013, per cui possiamo arrotondare la cifra ad un abbondante -13% nel periodo totale e basta guardarci intorno per capire che l’andazzo nel 2015 non è differente, nonostante dal 2014 nel PIL viene anche conteggiata una stima della ricchezza monetaria generata dal traffico di stupefacenti e dalla prostituzione! D’altronde, come si può invertire la tendenza se il carico fiscale sui redditi delle imprese e delle famiglie continua ad aumentare, le tasse sulla casa idem e il potere di acquisto degli stipendi diminuisce sempre più? Non sono certo queste le condizioni per poter avere una svolta netta, anzi la local tax in arrivo dal governo Renzi e l’aumento IVA programmato dal 2016, sempre dallo stesso Governo, riteniamo possano aggravare ulteriormente la situazione.
Ma facciamo un piccolo paragone con la crisi del 1929. Considerate che il valore del PIL nel 1936 era già tornato ai valori pre-crisi, cioè dopo sette anni era stata recuperata la contrazione della ricchezza di quel periodo. Quando pensate che recupereremo questi 13 punti e più, che ci siamo già persi in questi anni?
La lunga crisi ha colpito in modo particolarmente pesante soprattutto i redditi più bassi. Nel giro di due anni (dal 2010 al 2012) il tasso di povertà relativa in Umbria raddoppia (dal 5% all’11% per le famiglie e dal 7,7% a quasi il 15% per gli individui), dati che si riconfermano purtroppo nel 2013. Tra il 2007 e il 2013 molte sono le voci di spesa tagliate dalle famiglie: -32,3% della spesa in vestiario, -24,7% in mobili e servizi per la casa. Calano anche le spese per la cura della salute (-17,1%) e quelle per i trasporti (-5,5%). Sono cresciute invece quelle fisse: per l’abitazione (+11,2%), combustibili ed energia (+28,3%) e quella per il cibo che assorbe il 54% del budget familiare.
Passando ad analizzare i dati della disoccupazione la situazione è fortemente allarmante. In Umbria siamo al 12,5% circa, la disoccupazione giovanile è quasi al 50% per arrivare a toccare il 51% nella provincia ternana.
Al 2014 risultavano 51mila disoccupati, 23mila scoraggiati, 22mila cassaintegrati, e 41mila lavoratori estremamente precari, tutto questo su una popolazione totale di soli 900000 abitanti! Per il 2015 c’è ancora il rischio concreto di un’ondata di licenziamenti di massa, infatti nella nostra regione ci sono 165 vertenze aperte e migliaia di lavoratori e lavoratrici che possono finire in mezzo ad una strada.
Legata ai problemi della disoccupazione, l’emigrazione in Italia ha raggiunto le 100000 unità circa all’anno, ai livelli post guerra o come ad inizio ‘900. In Umbria sono migliaia le persone e le famiglie che come minimo si sono trasferite al nord. Questi dati ci indicano che ci sono altissime probabilità che i nostri figli dovranno lasciare le famiglie per andare in cerca di fortuna altrove o, forse, saremo già noi padri e madri che dovremo emigrare per poter trovare un lavoro.
Non si può più perdere tempo, si deve agire in maniera forte e lo si può fare già a livello Regionale!
Il M5S intende risollevare l’economia regionale con una manovra ad elevato impatto, un vero schock economico. Una manovra combinata che prevede da una parte l’istituzione del reddito di cittadinanza regionale, dando così impulso alla domanda di beni e servizi, e dall’altra la riduzione delle imposte, delle tasse e della burocrazia a carico delle piccole e medie imprese, passando anche attraverso l’eliminazione di Equitalia come soggetto a cui affidare la riscossione dei tributi e trovando forme di riscossione del dovuto attraverso un sistema non vessatorio e che prescinda dal profitto dell’ente riscossore.
Abbiamo lasciato la nostra vita in mano a dei folli, a degli incapaci, a degli irresponsabili. Continuare a farlo sarebbe diabolico. Possiamo evitare il peggio, ma dipende solo da noi!
Mario Ripepi – candidato M5S al Consiglio Regionale dell’Umbria.