Politica

Regionali, Proietti e Schlein al sit-in davanti all’ospedale di Pantalla

Sit-in organizzato davanti all’ospedale della Media Valle del Tevere – Pantalla, con la candidata Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Presenti anche gli attivisti del Comitato in difesa del nosocomio (i cui cartelli dicevano che “i cittadini  della Media Valle del Tevere non accetteranno più di essere ‘deportati’ a Branca o a Città di Castello”), e il Comitato ‘Non Bruciamo il futuro’ contrario all’inceneritore.

“Non vogliamo la sanità privata”

Oggi siamo in tantissimi – ha dichiarato la candidata presidente, Proiettiper dire a gran voce che noi non vogliamo la sanità privata, come promesso e realizzato in questi 5 anni dal centrodestra, ma una sanità pubblica e universalistica, che è un diritto irrinunciabile sancito dalla Costituzione.
La presenza di così tante persone davanti a un ospedale che fino al Covid era considerato un fiore all’occhiello della nostra sanità, ci indica che è questa la strada da seguire per risollevare la nostra regione. E’ il momento di dire basta: la salute non può  essere considerata una merce, dobbiamo rimettere le persone al centro”.

Il gesto simbolico del programma strappato

Al termine del suo intervento, Proietti ha strappato la parte del programma presentato 5 anni fa dal centrodestra in cui si definiva “strategico potenziare il tasso di coinvolgimento del privato“. “Con il voto del 17 e18 novembre cambieremo tutto e faremo in modo che siano i medici, il personale sanitario e gli infermieri ad indicarci come intervenire per risollevare la sanità umbra. Riportiamo il destino degli umbri nelle mani degli umbri». 

“La situazione della sanità pubblica è peggiorata negli anni di governo della presidente Donatella Tesei”, ha detto Schlein che ha calcato la mano sulla mancanza di investimenti sulla sanità territoriale. “La destra che sostiene Tesei – ha proseguito – è la stessa che a livello nazionale sta tagliando sulla sanità pubblica e non hanno neanche il coraggio di ammetterlo”.