A poche ore dalla prima adunata Pd convocata dal commissario Walter Verini, “Umbria dei territori” manda segnali. E tramite il proprio portavoce, il consigliere tuderte Floriano Pizzichini, tra i promotori dell’iniziativa, annuncia un altro passo avanti verso la costruzione di un polo civico regionale “originale e innovativo”. Per arrivare alla Costituente dei territori di settembre, è infatti in fase di definizione un coordinamento – “provvisorio e aperto” – che renderà immediatamente operativo il progetto nato da “Cantiere Civico” (“iniziativa – viene sottolineato per distinguersi da quella avviata da Ferrucci e Fora – in questi giorni impropriamente richiamata da più parti“.
E proprio Pizzichini è stato indicato quale portavoce del progetto “al fine di garantire l’unità del percorso, evitando equivoci e commistioni con altri soggetti”.
Le liste civiche presenti con i loro rappresentanti nei Consigli comunali chiedono di incidere anche sul livello regionale. “In una politica regionale sempre più in crisi – spiega Pizzichini a nome dell’Umbria dei territori – le realtà territoriali (soprattutto comunali) hanno tanto il diritto di compartecipare alle decisioni che le riguardano, quanto il dovere di elaborare strategie e progetti in settori fondamentali come quelli della gestione dei rifiuti, della sanità, dei servizi sociali, delle infrastrutture, delle politiche culturali e turistiche, che ai fini del superamento della crisi economica, possono sviluppare anche nuove forme di occupazione, oltre che il miglioramento dei servizi. Lavoro e occupazione continuano ad essere la priorità in una regione i cui dati economici non sono affatto positivi“.
E ancora: “Siamo convinti che crescita e sviluppo passino dai territori: il governo regionale coordina, progetta in compartecipazione, programma sulla base delle scelte territoriali. Uno schema da integrare in una Regione aperta che dialoghi con le regioni confinanti su progetti comuni”.
Per trovare il suo spazio, non si lesinano critiche a sinistra e a destra: “Umbria dei Territori è nata per marcare una netta discontinuità con il passato, nella consapevolezza che sia necessario uscire da un sistema fallimentare, ma anche nella convinzione che non basta cambiare il colore politico di chi governa, se non si ha la capacità di ripensare strutturalmente il sistema politico-istituzionale. È evidente la responsabilità di chi ha governato, ma anche di chi, in questi anni, avrebbe dovuto dar vita ad un’opposizione forte, concreta e realmente alternativa. Ad oggi non vediamo proposte volte al cambiamento, ma esclusivamente battaglie di posizionamento, fatte per lo più di personalismi, che hanno riflessi interni ai partiti e alle coalizioni, senza prospettive utili per la comunità regionale. È necessario rovesciare questo sistema regionale irrigidito, centralista, inadeguato; a tal fine un dialogo è possibile solo con chi si pone nell’ottica di una vera discontinuità. L’Umbria chiede una nuova classe dirigente, espressione della volontà e delle capacità diffuse, non di gruppi ristretti“.
La Costituente di settembre, “aperta alle realtà civiche e associative regionali“, lancerà il programma e il profilo del candidato a presidente della Regione, “che non può che essere la fase conclusiva di un percorso serio, partecipato, lontano da vecchie e consumate logiche“.
L’identikit per guidare il movimento e quindi per l’eventuale candidatura a presidente, in un accordo con il centrosinistra, è quello della sindaca di Assisi, Stefania Proietti. Insieme alla città Serafica, l’Umbria dei territori trova sponda principalmente a Todi e Umbertide, con la componente spoletina che è rimasta alla finestra, forse anche allettata dalle sirene che cantano a destra.