Sulle credenziali della “cattolica di ferro” c’è poco da dire, le sue tre risposte in un’intervista al Fatto Quotidiano hanno tolto i dubbi sul fatto che non sia una nuova Vittoria “barricadera” Ferdinandi che a Perugia – ma anche al Lyrick – ha scaldato gli animi molto più della candidata alla presidenza della Regione. Ma in una soleggiata domenica novembrina a scuote la campagna elettorale in Umbria arriva un articolo di Fabrizio Roncone che lascia poco spazio all’interpretazione: “Il caso dei frati di Assisi che benedicono la candidata alla Regione (col Cantico nel programma)”. Articolo – tra l’altro “sequel” di un pezzo del 2019 in cui si diceva che i frati pregavano per la sconfitta di Salvini (e quindi di Tesei) – che porta a una fluviale smentita dal Sacro Convento, che rimarca la sua terzietà e accusa il giornale di via Solferino di aver scritto un articolo, diciamo così, con qualche imprecisione.
Nell’immaginario collettivo essere cattolici ad Assisi significa avere l’appoggio della Diocesi e soprattutto dei frati del Sacro Convento; che in realtà nei loro interventi ricordando la difesa della vita e la dignità dell’essere umano (che sia il migrante in barca o il bambino in utero) e che, per inciso, accolgono con tutti gli onori chiunque bussi alla loro porta, incluso, anni fa, quel Matteo Salvini che già era noto per le sue dichiarazioni “forti”. Sicuramente la Proietti, come anche Donatella Tesei, è in sintonia con i messaggi dei frati e con alcune delle loro sensibilità: come spiegava in un’intervista al Fatto Quotidiano “Sulla 194 bisogna dare alla donna un supporto efficace e permettere l’intervento degli assistenti sociali. Nel rispetto di quella legge. Poi, non sono io che devo giudicare”. Sul suicidio assistito, dove a bacchettarla è stata la giornalista perugina Laura Santi, che da tempo chiede di poter morire, “La vita va difesa fino in fondo anche quando è immobile in un letto. Domandiamoci se certe istanze arrivano dal fatto che la società sta lasciando sole le persone e che la sanità pubblica sta venendo meno”. Quanto alle unioni civili, “C’è una legge, va rispettata. Noto che dal 2016 c’è un numero molto limitato di unioni civili”.
Non proprio un messaggio da candidata del campo progressista che raccoglie tutto il centro sinistra, tanto che una settimana dopo lo stesso quotidiano di Marco Travaglio riportava le richieste dei maggiorenti del centro sinistra di una maggiore “schiena dritta” e laicità. E sarà anche per questo che forse ultimamente chi cura l’immagine della Proietti abbia deciso di farla essere meno “curiale” e più “bellicosa”. Da mite e moderata – in una delle prime interviste sottolineava come le due candidate avrebbero portato avanti ognuna il suo programma; e poi gli elettori avrebbero deciso – siamo passati a sit in sotto le finestre di un ospedale – in cui per inciso ci sono malati e sofferenti – con urla, programmi strappati e applausi degli astanti.
Ma nell’articolo del Corriere della Sera si ricordano i legami di Stefania Proietti con la curia (“docente universitaria che fa catechismo in parrocchia e va in processione con la benedizione dei vescovi di Assisi, Domenico Sorrentino, e di Perugia, Ivan Maffeis”; senza contare che la stessa candidata ha rivelato- sempre al Fatto – di sentire spesso il cardinale Zuppi) e si cita un anonimo fraticello che, addirittura masticando una mela mentre scende verso la tomba di San Francesco, si chiede se sia “peccato stimare una persona: conosciamo Stefania molto bene. È la sindaca di Assisi ormai da oltre sette anni e – si legge nel quotidiano – ha dimostrato di incarnare, con sincerità e slancio, tutti i valori francescani”. E alla domanda “voterete per lei?”, la risposta è netta: “Fratello, che domande scabrose fai? Vuoi indurmi nella tentazione della risposta…”. Ma (ed ecco la “benedizione”) quando viene ricordato al fraticello che Tesei è avanti nei sondaggi, questi risponde: “Ma Stefania non deve avere alcun timore… Lei sa che occorre sempre attingere forza nel Signore e nel vigore della sua potenza, perché ogni cosa difficile diventerà facile”.
Tempo di un caffè – e di ricordare che per inciso monsignor Boccardo, capo della Ceu, ha detto non più tardi di dieci giorni fa che “la Chiesa non ha candidati” – che arriva la replica dei frati del Sacro Convento: “Mai «benedetto» alcuna candidata alla presidenza della Regione Umbria”, il titolo della smentita pubblicata sul sito della Rivista San Francesco, dove si precisa che “Sicuramente (l’articolo del Corriere della Sera, ndr) ha un titolo a effetto, che chiama l’attenzione e può suscitare molto interesse. Se poi però si legge l’articolo, si vede che in realtà qualcosa non torna in questo misterioso incontro con questo frate senza nome. Chi ci conosce sa che nessun frate si sognerebbe di mangiare una mela mentre scende alla tomba di san Francesco e di usare un linguaggio tipo: ‘Occorre sempre attingere forza nel Signore e nel vigore della sua potenza, perché ogni cosa difficile diventerà facile’. (…) Come da tradizione – che risale a san Francesco stesso – noi frati crediamo di poter favorire la ricerca e il perseguimento del bene comune della società: per questo cerchiamo di essere una comunità accogliente – come il padre Custode, fra Marco Moroni, ha ribadito durante il recente G7 sulla disabilità e l’inclusione – verso tutti, anche verso i politici di diverso orientamento – per ricordare in particolare il valore primigenio e assoluto della dignità di ogni persona, di chi è stato concepito, di chi è vulnerabile o fragile, di chi ha delle disabilità, degli anziani, dei migranti e di coloro che, a causa delle scellerate decisioni dei potenti, vivono – e purtroppo muoiono – sotto le bombe o sono vittime dei fenomeni atmosferici estremi“.
“Ecco, concludendo, auspichiamo maggiore attenzione verso i lettori dei quotidiani, che – proprio attraverso il gesto della lettura – esprimono una fiducia di fondo nei confronti del giornale e dei professionisti che vi lavorano: in effetti, la fraternità che tutti auspichiamo e che è – come ci insegna papa Francesco nella sua enciclica firmata ad Assisi, Fratelli tutti (3 ottobre 2020) – il cammino di guarigione di questo mondo malato di solitudine e di violenza, passa anche per relazioni affidabili e rispettose, che aiutino la ricerca del vero e del bene comune. È un cammino impegnativo e bello, che riguarda tutti, anche noi frati: allora camminiamo insieme nella carità e nella verità”.