I “poteri forti e i politicanti al loro servizio”. I “tagli alla sanità” della Giunta Tesei. Ma anche Marco Rizzo, che con il suo annuncio di presentarsi a candidato governatore dell’Umbria ha fatto un’entrata “a gamba tesa” sul dialogo in corso tra la sua formazione Democrazia Sovrana e Popolare, Italexit, il Comitato Umani (con Insieme Liberi) e il Fronte del Dissenso. Che a questo punto ha scelto di rompere gli indugi e di presentare la candidatura di Moreno Pasquinelli.
Sostenuto alle regionali d’autunno da una lista composta da persone che non hanno avuto precedenti esperienze politiche e che sono pronte a portare “la spinta popolare” all’interno di Palazzo Cesaroni. Sui cui inquilini Pasquinelli e il suo gruppo hanno usato parole forti, dicendosi pronti a “cacciare i mercanti dal tempio”, attingendo addirittura dal Vangelo.
Per portare a Palazzo la loro “forte spinta rivoluzionaria”, però, Pasquinelli e il suo Fronte del Dissenso dovranno ottenere almeno 25mila voti, la soglia stimata per arrivare a quel 7% per superare “uno sbarramento infame”. Confidando “sull’anima degli umbri arrabbiati”, per il lavoro che non c’è, il “progresso senza freni”, i “tagli alla spesa sanitaria pubblica” a favore di quella privata. E la fuga in avanti di Rizzi. Anche se, aggiusta poi il tiro Pasquinelli, ” i nemici sono altri”.