(Fda) Domani da mezzogiorno alle 14 il Comitato “2 SI per l'Acqua bene comune” ha convocato un presidio di fronte alla prefettura di Perugia, nei giardini di Piazza Italia, per “affermare, anche pubblicamente e scendendo in piazza, che i referendum devono rimanere quello strumento voluto e garantito dalla Costituzione, per permettere la partecipazione attiva da parte dei cittadini alla vita politica del paese”.
Il sit in di protesta è stato convocato a Perugia come in tantissime altre città di Italia, dopo la dichiarazione del premier Silvio Berlusconi in occasione di una conferenza stampa congiunta con il premier francese Nicholas Sarkozy, in cui il capo di governo italiano ha detto che la moratoria che abroga il ricorso del paese all'energia nucleare, al momento al vaglio della camera, è solo uno “stop momentaneo”, per superare il momento di paura ed emotività della popolazione italiana dopo quanto accaduto in Giappone ed evitare una bocciatura nel referendum previsto a giugno.
“Quando sarà passata l'emotività dell’opinione pubblica provocata dalla tragedia di Fukushima il governo riproporrà il proprio programma nucleare, oggi, oggetto di Referendum “, ha scritto il Comitato per l'acqua, in una lettera che domani consegnerà al prefetto. “Consideriamo questa ammissione una grave conferma del fatto che l’emendamento con il quale il Governo intende rendere inutile il quesito referendario sul nucleare è soltanto una manovra dilatoria per impedire agli italiani di decidere democraticamente del loro futuro: un espediente per impedirci di esercitare un nostro diritto costituzionale”.
“Certi della sua sensibilità ai temi della democrazia, del rispetto della Costituzione e dei diritti dei cittadini -scrive ancora il Comitato al prefetto Laudanna- la invitiamo quindi a vigilare, nel corso della Sua attività istituzionale, in modo da garantire la piena espressione democratica, facendo in modo che il percorso verso la consultazione referendaria, sia caratterizzato dal rispetto delle regole ed in primis dal diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”.
Se la moratoria al nucleare incasserà l'approvazione della Camera dei deputati, dopo il si del senato, la Corte di Cassazione dovrà valutare se esistono ancora i presupposti per la consultazione referendaria, che chiederebbe in sostanza l'abrogazione di una norma già abrogata.