Alta affluenza in Umbria per il referendum, dove ha votato il 73,47% degli aventi diritto, con una vittoria del “no” al 51,17%. Variegata però la situazione nei vari comuni: nel perugino (nonostante il governo cittadino di centrodestra) e nel tuderte è stato prevalente il “sì”, mentre nel ternano, orvietano, folignate e spoletino il “no”, con varie eccezioni.
Quanto all’affluenza, la più bassa si è registrata nei comuni terremotati, dove la popolazione è ospitata in alberghi in varie parti dell’Umbria ma anche fuori regione. La situazione più vicina al pareggio è stata quella di Corciano, dove il “no” ha primeggiato con il 50,12% delle preferenze.
Poche, a livello generale, le schede nulle e bianche, una manciata in tutta la regione quelle contestate e quindi non assegnate.
Questi i dati specifici comune per comune:
[themepacific_toggle title=”PROVINCIA DI PERUGIA”]Assisi votanti 73,95%, sì 46,14%, no 53,86%, bianche 0,36%, nulle 0,55%
Bastia Umbra votanti 75,34%, sì 47,55%, no 52,45%, bianche 0,22%, nulle 0,55%, schede contestate 0% (1)
Bettona votanti 73,2%, sì 47,12%, no 52,88%, bianche 0,45%, nulle 0,86%
Bevagna votanti 73,18%, sì 50,82%, no 49,18%, bianche 0,17%, nulle 0,58%
Campello sul Clitunno votanti 69,49%, sì 49,21%, no 50,79%, bianche 0,22%, nulle 0,67%
Cannara votanti 73,09%, sì 45,14%, no 54,86%, bianche 0,2%, nulle 0,62%
Cascia votanti 52,65%, sì 46,68%, no 53,32%, bianche 0,37%, nulle 1,26%
Castel Ritaldi votanti 71,53%, sì 45,12%, no 54,88%, bianche 0,51%, nulle 0,46%
Castiglione del Lago votanti 73,69%, sì 57,05%, no 42,95%, bianche 0,21%, nulle 0,42%
Cerreto di Spoleto votanti 62,23%, sì 47,96%, no 52,04%, bianche 0,19%, nulle 0,57%
Citerna votanti 77,33%, sì 52,23%, no 47,77%, bianche 0,33%, nulle 0,61%
Città della Pieve 76,59%, sì 54,4%, no 45,6%, bianche 0,31%, nulle 0,68%
Città di Castello votanti 76,26%, sì 52,12%, no 47,88%, bianche 0,28%, nulle 0,6%
Collazzone votanti 71,79%, sì 45,61%, no 54,39%, bianche 0,22%, nulle 0,33%
Corciano votanti 75,61%, sì 49,88%, no 50,12%, bianche 0,3%, nulle 0,48%
Costacciato votanti 70,79%, sì 46,84%, no 53,16%, bianche 0,28%
Deruta votanti 73,9%, sì 47,63%, no 52,37%, bianche 0,22%, nulle 0,6%
Foligno votanti 73,37%, sì 44,8%, no 55,2%, bianche 0,16%, nulle 0,55, contestate 0% (1)
Fossato di Vico votanti 74,24%, sì 49,28%, no 50,72%, bianche 0,27%, nulle 0,61%
Fratta Todina votanti 77,31%, sì 54,33%, no 45,67%, nulle 0,81%, contestate 0,54% (6)
Giano dell’Umbria votanti 70,16%, sì 46,12%, no 53,88%, bianche 0,16%, nulle 0,44%
Gualdo Cattaneo votanti 72,95%, sì 42,82%, no 57,18%,bianche 0,26%, nulle 0,44%
Gualdo Tadino votanti 73,23%, sì 50,5%, no 49,5%, bianche 0,29%, nulle 0,64%
Gubbio votanti 74,63%, sì 53,29%, no 46,71%, bianche 0,2%, nulle 0,53%
Lisciano Niccone votanti 71,88%, sì 49,68%, no 50,32%, bianche 0,31%, nulle 0,63%
Magione votanti 72,07%, sì 53,41%, no 46,59%, bianche 0,23%, nulle 0,51%
Marsciano votanti 77%,sì 50,53%, no 49,47%, bianche 0,27%, nulle 0,54%
Massa Martana votanti 71,98%, sì 47,95%, no 52,05%, bianche 0,34%, nulle 0,39%
Monte Castello di Vibio votanti 73,98%, sì 45,73%, no 54,27%, bianche 0,43%, nulle 0,87%
Monte Santa Maria Tiberina votanti 74,65%, sì 54,72%, no 45,28%, bianche 0,28%, nulle 0,57%
Montefalco votanti 69,56%, sì 48,44%, no 51,56%, bianche 0,48%, nulle 0,74%
Monteleone di Spoleto votanti 62,4%, sì 41,47%, no 58,53%, bianche 1,28%, nulle 2,88%
Montone votanti 78,36%, sì 58,99%, no 41,01%, bianche 0,4%, nulle 0,6%
Nocera Umbra votanti 70,75%, sì 42,12%, no 57,88%, bianche 0,44%, nulle 1,13%
Norcia votanti 43,68%, sì 44,41%, no 55,59%, bianche 0,12%, nulle 0,84%
Paciano votanti 78,45%, sì 67,86%, no 32,14%, nulle 0,33%
Panicale votanti 74,09%, sì 55,56%, no 44,44%, bianche 0,25%, nulle 0,63%
Passignano sul Trasimeno votanti 71,92%, sì 49,5%, no50,5%, bianche 0,19%, nulle 0,51%
Perugia votanti 75,35%, sì 50,97%, no 49,03%, bianche 0,24%, nulle 0,46%, contestate 0% (3)
Piegaro votanti 75,16%, sì 53%, no 47%, bianche 0,38%, nulle 0,57%
Pietralunga votanti 72,74%, sì 48,52%, no 51,48%, bianche 0,4%, nulle 1,52%
Poggiodomo votanti 48,59%, sì 63,46%, no 36,54%
Preci votanti 63,63%, sì 52,88%, no 47,12%, nulle 1,61%
San Giustino votanti 76,84%, sì 53,4%, no 46,6%, bianche 0,25%, nulle 0,65%
Sant’Anatolia di Narco votanti 69,28%, sì 45,19%, no 54,81%, bianche 0,94%, nulle 0,94%
Scheggia e Pascelupo votanti 68,48%, sì 49,81%, no 50,19%, bianche 0,25%, nulle 0,38%
Scheggino votanti 71,22%, sì 51,81%, no 48,19%, bianche 0,4%
Sellano votanti 67,3%, sì 47,98%, no 52,02%, nulle 0,5%
Sigillo votanti 74,78%, sì 51,96%, no 48,04%, bianche 0,27%, nulle 0,27%
Spello votanti 75,33%, sì 45,85%, no 54,15%, bianche 0,17%, nulle 0,77%
Spoleto votanti 70,71%, sì 47,84%, no 52,16%, bianche 0,26%, nulle 0,61%
Todi votanti 69,86%, sì 47,03%, no 52,97%, bianche 0,38%, nulle 0,56%
Torgiano votanti 75,56%, sì 51,27%, no 48,73%, bianche 0,33%, nulle 0,72%
Trevi votanti 71,73%, sì 46,6%, no 53,4%, bianche 0,35%, nulle 0,78%
Tuoro sul Trasimeno votanti 71,79%, sì 51,2%, no 48,8%, bianche 0,38%, nulle 0,62%
Umbertide votanti 77,29%, sì 53,3%, no 46,7%, bianche 0,26%, nulle 0,68%
Valfabbrica votanti 73,3%, sì 43,47%, no 56,53%, bianche 0,05, nulle 0,72%
Vallo di Nera votanti 75,26%, sì 54,98%, no 45,02%, nulle 0,93%
Valtopina votanti 71,08%, sì 51,57%, no 48,43%, bianche 0,4%, nulle 1,2%[/themepacific_toggle]
[themepacific_toggle title=”PROVINCIA DI TERNI”]Acquasparta votanti 68,7%, sì 47,39%, no 52,61%, bianche 0,2%, nulle 0,79%
Allerona votanti 73,46%, sì 55,47%, no 44,53%, bianche 1,01%, nulle 0,83%
Alviano votanti 72,46%, sì 46,72%, no 53,28%, bianche 0,45%, nulle 0,68%
Amelia votanti 74,47%, sì 43,76%, no 56,24%, bianche 0,34%, nulle 0,58%
Arrone votanti 72,03%, sì 44,63%, no 55,37%, bianche 0,25%, nulle 0,84%
Attigliano votanti 76,46%, sì 37,92%, no 62,08%, bianche 0,09%, nulle 0,74%
Avigliano Umbro votanti 73,49%, sì 43,02%, no 56,98%, bianche 0,2%, nulle 0,88%
Baschi votanti 72,07%, sì 51,62%, no 48,38%, bianche 0,19%, nulle 0,83%
Calvi dell’Umbria votanti 68,07%, sì 38,17%, no 61,83%, bianche 0,19%, nulle 0,88%
Castel Giorgio votanti 72,73%, sì 39,26%, no 60,74%, bianche 0,46%, nulle 1,08%
Castel Viscardo votanti 73,89%, sì 47,05%, no 52,95%, bianche 0,22%, nulle 0,45%
Fabro votanti 71,28%, sì 49,6%, no 50,4%, bianche 0,45%, nulle 1,1%
Ferentillo votanti 66,37%, sì 47,34%, no 52,66%, bianche 0,19%, nulle 0,39%
Ficulle votanti 71,39%, sì 43,01%, no 56,99%, bianche 0,32%, nulle 0,75%
Giove votanti 75%, sì 44,05%, no 55,95%, bianche 0,43%, nulle 0,52%
Guardea votanti 73,38%, sì 39,76%, no 60,24%, bianche 0,36%, nulle 0,45%
Lugnano in Teverina votanti 75,2%, sì 35,86%, no 64,14%, bianche 0,32%, nulle 1,08%
Montecastrilli votanti 75,35%, sì 45,35%, no 54,65%, bianche 0,23%, nulle 0,94%
Montecchio votanti 71,57%, sì 45,87%, no 54,13%, bianche 0,41%, nulle 0,1%
Montefranco votanti 72,77%, sì 37,75%, no 62,25%, bianche 0,14%, nulle 1,12%
Montegabbione votanti 74,06%, sì 54,9%, no 45,1%, bianche 0,92%, nulle 0,3%
Monteleone d’Orvieto votanti 73,83%, sì 53,85%, no 46,15%, bianche 0,34%, nulle 1,16%
Narni votanti 72,8%, sì 48,48%, no 51,52%, bianche 0,25%, nulle 0,6%
Orvieto votanti 74,95%, sì 47,7%, no 52,3%, bianche 0,2%, nulle 0,57%
Otricoli votanti 71,36%, sì 37,93%, no 62,07%, bianche 0,28%, nulle 0,84%
Parrano votanti 75,35%, sì 58,96%, no 41,08%, bianche 0,62%, nulle 0,62%
Penna in Teverina votanti 70,2%, sì 45,25%, no 54,75%, bianche 0,16%, nulle 0,65%
Polino votanti 75,72%, sì 58,55%, no 41,45%, nulle 2,56%
Porano votanti 74,84%, sì 46,43%, no 53,57%, bianche 0,08%, nulle 0,85%
San Gemini votanti 71,29%, sì 46,69%, no 53,31%, bianche 0,1%, nulle 0,54%
San Venanzo votanti 79,26%, sì 56,59%, no 43,41%, bianche 0,70%, nulle 0,84%
Stroncone votanti 72,26%, sì 40,23%, no 59,77%, bianche 0,39%, nulle 0,54%
Terni votanti 71,56%, sì 45,87%, no 54,13%, bianche 0,2%, nulle 0,52%, contestate 0% (2)[/themepacific_toggle]
Non sono ovviamente mancate le reazioni politiche locali al risultato del Referendum Costituzionale, che corrono come in ambito nazionale su posizioni e promuovono scenari futuri completamente differenti.
Il segretario del Pd di Perugia Francesco Maria Giacopetti- “E’ stata una sconfitta profonda quella maturata ieri nelle urne. Una sconfitta per Renzi e per quanti, come me, hanno creduto di cambiare in meglio le cose con il Sì; una sconfitta per il Pd, che esce con le ossa rotte da un confronto troppo spesso e per responsabilità larghe esasperato, rissoso, scomposto; una sconfitta per il Paese, che perde un’occasione storica di innovare; una sconfitta per la politica, che rischia di consegnare il futuro ai populismi e alle demagogie di ogni specie. Vince, certo, la partecipazione, vince la democrazia, vincono i cittadini che hanno scelto di scegliere: un bel segnale. Ma vince pure, alla prova del voto, un fronte largo, quello del No, che va dai Cinquestelle a Forza Italia, dalla Lega a qualche partito della sinistra, a cui ora va la responsabilità della proposta e il compito di non affondare l’Italia nell’immobilismo. Ci sarà tempo per un’analisi approfondita, lo faremo negli organismi nelle prossime ore e nei prossimi giorni, come è giusto che sia”. Così il segretario del Pd di Perugia Francesco Maria Giacopetti, che con un occhio al dato cittadino aggiunge: “In questo panorama, un dato in controtendenza ce lo riserva Perugia, dove il fronte del no, in cui hanno militato la quasi totalità dei rappresentanti del governo cittadino, il partito del sindaco Romizi in testa, insieme ai Cinquestelle e alla Lega, non riesce ad affermarsi. Al netto di qualche voto più o meno trasversale e senza riferimenti partitici, il dato ci dice che a Perugia c’è un Pd che dimostra di saper fare il suo mestiere e di saper portare a casa il risultato. Era successo anche nel 2015, in occasione delle regionali, succede oggi, anche grazie all’impegno e alla passione di decine di giovani e meno giovani impegnati nei circoli e nei comitati per il Sì. Abbiamo messo in piedi più di 27 iniziative nell’ultimo mese e mezzo, oltre a banchetti ai mercati, porta a porta e volantinaggi. A quanti si sono spesi in questa avventura va il mio personale ringraziamento e mi auguro che l’entusiasmo e l’energia sprigionati, da ogni fronte, in campagna elettorale possano continuare a vivere nell’attività quotidiana del Pd e ad animare il dibattito cittadino. C’è una nuova classe dirigente che ha voglia di lavorare e che ha dimostrato di volersi impegnare e di saperlo fare (e bene) e ci sono tanti militanti da rimotivare: abbiamo le carte in regola per riuscirci. Ad almeno un paio di condizioni: che ci si scrolli di dosso, finalmente e alla luce dei numeri, il complesso di inferiorità che ci portiamo addosso dal giorno della sconfitta; che da oggi si lavori per ricomporre e ricostruire. E’ un voto dalle tante facce quello per il no: c’è un voto di pancia, dettato dalla rabbia per una condizione difficile e da orizzonti sempre più claustrofobici; c’è un voto giovane e di protesta, che va capito e interpretato; c’è un voto di opinione che ha trasformato la consultazione in un referendum sul governo Renzi; c’è un pezzo del Paese che nel merito non ha ritenuto le nostre proposte di riforma all’altezza. Nessuno però può credere che il variegato arcipelago per il no, unito solo dalla voglia di utilizzare il referendum costituzionale come occasione per dare una spallata al governo Renzi, possa esprimere una comune visione e un progetto di governo condiviso. Dobbiamo metterci al lavoro da subito. La strada per tornare al governo della città è difficile ma l’abbiamo imboccata con coraggio. Oggi più che mai serve ritrovare unità e coesione nel Partito cittadino, consapevoli che insieme potremo scrivere pagine belle e nuove per la città. Il lavoro da fare è tanto e lo faremo insieme, ripartendo dal comune obiettivo di provare ad attuare i principi e i diritti sanciti nella prima parte della Costituzione. Resto convinto, come diceva Brecht che ‘Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso’”.
On. Catia Polidori (FI) – “Dalla rossa Umbria una bella sorpresa: la bocciatura forte e chiara della pessima riforma della Costituzione targata Renzi-Boschi. Un dato questo per nulla scontato e del quale possiamo essere fieri, anche perché delle regioni notoriamente vicine al PD, la nostra è l’unica in cui il NO porta a casa un significativo risultato”.
Così la deputata e presidente del Comitato di Forza Italia Umbria, On. Catia Polidori, che prosegue, “Da coordinatrice di Forza Italia desidero ringraziare la responsabile regionale del Comitato per il NO, Fiammetta Modena, tutti i componenti dei numerosi comitati per il NO di Forza Italia per il grande lavoro di aggregazione svolto durante questi intensi mesi trascorsi tra la gente. Un grazie particolarmente sentito al Presidente Berlusconi per la ineguagliabile generosità e assoluta competenza con cui, anche questa volta, ha saputo condurre la campagna elettorale, ampliando, con le sue interviste e apparizioni Tv, la forbice a favore del NO. Dobbiamo tutti essere consapevoli che da oggi il nostro impegno è maggiore. Continueremo a lavorare sodo per raggiungere i prossimi due grandi obiettivi: tingere di azzurro la nostra regione e, sotto la guida del Presidente Silvio Berlusconi, ricostruire il centrodestra di governo”.
La deputata del M5S, Tiziana Ciprini, commenta così l’esito della consultazione popolare. “È stata una vera e propria ‘Renxit’, un voto a favore della rappresentanza democratica, a tutela degli interessi dei cittadini, prima ancora che sulla composizione e sulle competenze degli organi che formano le leggi. Gli italiani hanno votato ‘No’ come reazione all’impoverimento ed all’espropriazione di diritti sociali subiti in questi anni di crisi. Non si tratta solo di una bocciatura di Renzi e della sua riforma, ma dell’intero processo di divaricazione tra le aspettative dei cittadini e la realtà economica e sociale. Come prima forza politica del Paese, siamo disponibili a fare tutti i passi necessari per arrivare alle elezioni politiche. La cosa più veloce, realistica e concreta è andare al voto con una legge che c’è già, l’Italicum, perché non vogliamo legittimare l’insediamento dell’ennesimo governo tecnico alla Monti. Dalla prossima settimana inizieremo a votare online il programma e, in seguito, la squadra di governo”.
Giacomo Leonelli – “È stato bello crederci. È stato bello spendersi fino alla fine per un paese migliore. Il voto va rispettato, anche se l’amarezza è grande: perché l’Italia rimarrà ancorata nel porto delle nebbie dell’inciucio e delle larghe intese (visto che nessuno avrà mai la maggioranza al Senato per governare) e i cittadini, conseguentemente, si allontaneranno sempre di più da una politica che, dovendo mettere insieme tutto e il contrario di tutto, sarà sempre più incapace di dare risposte”. E’ il primo commento sul voto del segretario regionale del Pd Umbria Giacomo Leonelli che sottolinea “il dato più soddisfacente per l’Umbria, dove la provincia di Perugia tiene e nella città capoluogo, governato dal centrodestra, sembra assestarsi un vantaggio del sì”. Nella tarda mattina Leonelli ha aggiunto una nuova nota stampa: “La sconfitta del Sì rappresenta un’occasione persa per il Paese di cambiare e di innovarsi. È stato bello crederci. È stato bello spendersi fino alla fine per un paese migliore. Il voto va rispettato, anche se l’amarezza è grande: perché l’Italia rimarrà ancorata nel porto delle nebbie dell’inciucio e delle larghe intese (visto che nessuno avrà mai la maggioranza al Senato per governare) e i cittadini, conseguentemente, si allontaneranno sempre di più da una politica che, dovendo mettere insieme tutto e il contrario di tutto, sarà sempre più incapace di dare risposte”. Così il segretario regionale del Pd che aggiunge: “C’è poi un altro dato che emerge con forza e riguarda la nostra difficoltà a convincere un elettorato che non si riconosce tradizionalmente nel Pd”. “Il mio più sentito e sincero ringraziamento – ancora Leonelli – va a tutte quelle persone che si sono spese per il sì, impegnandosi a spiegare le regioni della riforma, stando in mezzo alla gente e senza mai abdicare al merito del voto. Tra queste tantissimi giovani che hanno accettato la scommessa di una campagna elettorale lunga e difficile con entusiasmo e passione, l’entusiasmo e la passione della buona politica”. “Rimane la consolazione, seppur piccola, del dato regionale: il sì, pur non vincendo, ottiene in Umbria il quarto risultato a livello nazionale dopo Trentino, Toscana ed Emilia Romagna e si afferma in territori importanti come il Trasimeno, l’Alto Tevere, Marsciano, Gubbio e Gualdo Tadino. Risultato importante – infine – a Perugia, città governata dal centrodestra e dai partiti del fronte del no, tra i quattro capoluoghi, insieme a Milano, Firenze e Bologna, a scegliere il Sì”. “Nei prossimi giorni – fa sapere Leonelli – e comunque entro la settimana, calendarizzeremo segreteria e direzione regionale per approfondire un’analisi sulle ragioni del voto e sulla bocciatura del sì in alcune aree importanti della regione”.
Reazione di Marco Vinicio Guasticchi (Pd) in un post di Facebook – “Volevo aspettare per commentare. Ma poi leggendo le c…te che troppi stanno scrivendo non resisto piu’. Abbiamo perso. Il risultato e’ inequivocabile e non soggetto a valutazioni territoriali. Anche in Umbria e’ andata male, ma io continuo a credere fortemente nel progetto di Renzi. Forse i renziani dell’ultima ora si sentiranno piu’ liberi di tornare alla casa madre da mamma Bersani e papa’ Dalema. Continuate a stare sereni, torneremo presto”.
Post su Facebook dell’On. Filippo Gallinella – “La Costituzione è salva. Ringrazio i cittadini della grande partecipazione e tutti i comitati che hanno condiviso questa battaglia. La Costituzione va applicata non cambiata! Non disperdiamo questa energia, mettiamola insieme per cambiare l’Italia. Un abbraccio a tutti, a presto”. Alla prima reazione si aggiunge poi in tarda mattinata la nota ufficiale dell’On. Gallinella:
“Il popolo italiano e quello umbro con una affluenza massiccia alle urne hanno inviato un messaggio chiaro: La Costituzione è meglio attuarla che cambiarla. Basta leggere i dati definitivi forniti dal Ministero dell’Interno. Nel Paese, i Sì si fermano al 40,89% mentre i No volano al 59,11%. In Umbria, il Sì perde con il 48,83% ed il No vince con il 51,17%. Anche nella nostra regione, dove la partecipazione è stata tra le più alte, raggiungendo il 73,47%, è in atto un cambiamento di colore e leadership. Un cambiamento democratico che il M5S ha già saputo e saprà ancora ben rappresentare”.
“Il voto di domenica spinge il Paese verso la fine dell’esperienza di governo – aggiunge l’onorevole Gallinella – e il M5S è pronto ad andare subito ad elezioni politiche. Il voto di domenica più i recenti casi emersi in Umbria, dall’inchiesta ‘spazzatura d’oro connection’ al caso ceneri a Fabro e Valnestore, che domani porterà di nuovo in Umbria la commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sollecitano anche la nostra regione ad un cambiamento inesorabile nel rispetto degli articoli 9 a tutela del paesaggio e 32 a difesa della salute della Costituzione”.
Enrico Flamini, segretario di Prc – “L’esito chiarissimo ed inequivocabile del voto referendario ci dice innanzitutto che a vincere è stata la Costituzione nata dalla Resistenza. Una vittoria in cui il primo dato da sottolineare è la straordinaria partecipazione al voto. La maggioranza delle cittadine e dei cittadini anche nella nostra regione ha respinto con forza il tentativo di Renzi e del PD di sacrificare la carta fondamentale del nostro patto di convivenza sull’altare degli interessi dell’Europa neoliberista, delle banche e delle multinazionali; ha respinto l’idea che i problemi reali del paese dipendano da troppa democrazia; ha respinto la manomissione della Costituzione del lavoro, dell’istruzione pubblica, della sanità pubblica, dei diritti, del pluralismo, della tutela dell’ambiente, della cultura e l’uso plebiscitario che Renzi ne ha fatto. Renzi, Boschi, Verdini, Alfano, Confindustria e il PD hanno perso, hanno perso il Jobs Act, la “buona scuola” e i tagli alla sanità pubblica, hanno perso il maggioritario e il bipolarismo, hanno perso le grandi centrali del potere che presiedono alla globalizzazione, mondiale ed europea, e la loro volontà di colpire le Costituzioni democratiche. In questo contesto la vittoria del NO in Umbria, tenendo conto dei risultati dell’Emilia Romagna e della Toscana, assume un valore davvero importante. Gli Umbri, colpiti pesantemente dalla disoccupazione, dalla precarietà e dall’allargamento delle povertà, hanno rivendicato la propria storia e la propria identità considerando la Costituzione un punto di riferimento sicuro ed irrinunciabile, lo hanno rivendicato nonostante il governo regionale monocolore PD si sia schierato con forza ed in maniera inequivocabile con Renzi, lo hanno invendicato in un contesto in cui il consiglio regionale dell’Umbria è stato trasformato dalla legge elettorale voluta dal PD in una sorta di consiglio di circoscrizione. La giunta regionale, poi, tutta ripiegata su beghe interne al PD e subalterna ai voleri di Renzi, ha rinunciato a governare. Tutte le grandi questioni aperte, dai rifiuti alla sanità, dal trasporto pubblico alla crisi del modello di sviluppo, stanno lì a dimostrarlo. Bene. Sebbene Renzi abbia affrontato la sconfitta in maniera stizzita, rimettendo il mandato e dimettendosi per il momento ha mantenuto una certa coerenza. Chissà se i suoi epigoni umbri faranno altrettanto”.
On. Adriana Galgano (Gruppi Civici-Innovatori) – “Con il grande risultato del NO i cittadini italiani ci chiedono riforme costituzionali condivise e che siano chiare e comprensibili a tutti. Vinciamo anche in Umbria e non era facile. Peccato per Perugia dove ha prevalso il sì, seppur di poco, e dove evidentemente si è creduto al progetto del partito della nazione rispedito invece al mittente in quasi tutto il resto d’Italia. Ringrazio di cuore i nostri 40 comitati civici che hanno lavorato con grande energia ed entusiasmo e che sono una fonte di rinnovamento per la politica nella nostra regione”.
Maurizio Ronconi-Centro Democratico- In Umbria il voto referendario non indebolisce di certo il centro sinistra che pur definitivamente orfano della sinistra radicale e del sostegno della sinistra del Pd ma alleato con i socialisti e i centristi, ottiene con il SI una percentuale di gran lunga superiore a quella ottenuta alle elezioni regionali, avvicinandosi alla maggioranza assoluta e distinguendosi da una opposizione frammentata e impossibilitata politicamente a sommare le rispettive percentuali.
Ora però ci sarà da intendersi. Se il Pd vuole percorrere la strada di un centro sinistra riformista di marca renziana oppure se vorrà tornare ad essere ostaggio di una sinistra interna ed esterna sconclusionata, onirica ed anti europea.
(Modificato alle 17,09)