Sono 68.165 gli umbri che, potenzialmente, possono richiedere il reddito di cittadinanza. Cioè sono iscritti a un Centro per l’impiego, sono disponibili a svolgere lavori socialmente utili per 8 ore a giorno nel Comune di residenza e guadagnano meno di 780 euro mensili, appunto l’importo del sussidio introdotto dal Governo Conte. Sono queste, infatti, le condizioni per poter richiedere il reddito di cittadinanza. Una condine nella quale, secondo un’elaborazione effettuata da Il Sole 24 Ore, si trovano oltre 68mila umbri.
A gestire le loro pratiche, in Umbria, saranno i 176 operatori dei Centri per l’impiego (il 75% dei quali impegnati in attività di front office). Ciò significa, sempre secondo l’elaborazione effettuata da Il Sole 24 Ore, che ogni operatore allo sportello dovrà gestire 516 pratiche.
Meglio di noi, nel rapporto assistiti-operatori, ci sono solo il Friuli Venezia Giulia (dove ogni operatore dei Centri per l’impiego dovrà gestire 494 pratiche), la Sardegna (485), la Valle d’Aosta (310), e la Provincia di Trento (292 pratiche).
Va malissimo agli umbri che si sono trasferiti in Campania: qui ogni operatore dovrà infatti evadere 2.298 pratiche. O in Puglia (1.725 pratiche).
Reddito di inclusione
Intanto l’Inps ha diffuso il Rapporto sul reddito di inclusione, misura prevista dal Governo Gentiloni proprio per contrastare l’effetto elettorale del Reddito di cittadinanza promesso da Di Maio, di cui tra gennaio e settembre hanno usufruito poco meno di un milione 115mila italiani (378mila famiglie), percependo un assegno medio mensile di 304 euro.
Un assegno che in media è stato di 278 euro per i 9.360 umbri beneficiari (3.358 le famiglie).
Gli umbri che invece da gennaio ad agosto hanno percepito l’assegno Sia (Sostegno per l’inclusione attiva, poi sostituito dal Rei) sono stati 230 (componenti di 66 nuclei familiari) per un importo medio di 236 euro.