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Recovery, Tesei: in questi 45 progetti c’è l’Umbria che vogliamo | L’iter

C’è l’Umbria che vogliamo“, spiega la governatrice Donatella Tesei, nei 45 progetti della proposta della Regione al PNRR (Piano nazionale ripresa e resilienza) italiano, il Piano per l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan per far ripartire l’economia affossata dalla crisi indotta dalla pandemia.

Umbria, crisi drammatica aggravata dal Covid

Una crisi che in Umbria era già in atto prima dell’emergenza Covid, ricorda Tesei. Che nell’analisi del PNRR umbro inizia proprio dalle criticità che rendono “drammatica” la situazione economica dell’Umbria: un Pil nel 2021 inferiore rispetto alla media nazionale; 10 mila occupati persi nel 2021 tra le società di capitali (dato percentuale superiore a quello nazionale); un crollo dei consumi e della fiducia degli imprenditori. Un ulteriore calo demografico, soprattutto tra la popolazione giovane.


Recovery Plan, ecco tutti i progetti dell’Umbria:
un piano da oltre 3 miliardi


L’Umbria aspetta 3,1 miliardi

I 45 progetti messi in campo dall’Umbria “valgono” 3,1 miliardi di euro. E’ la cifra che la Regione si aspetta rispetto al quoziente di ripartizione dei fondi europei (4,59%) e di riparto dei fondi nazionali (1,4%) rispetto ai 209 (+20) miliardi destinati dall’Europa all’Italia.

Anche se, ha chiarito Tesei, non è previsto un fondo assegnato direttamente alle Regioni, né ufficialmente un loro ruolo programmatorio.

“Non è un insieme di progetti”

Tesei ribadisce che il PNRR umbro “non è un insieme di progetti”. Rivendicando l’organicità di una proposta per disegnare l’Umbria dei prossimi anni. Partendo dalle sue peculiarità e valorizzandole.

Le grandi infrastrutture nazionali

A queste aspettative locali si uniscono gli interventi nazionali infrastrutturali inseriti nel Piano nazionale: l’alta velocità con il raddoppio nel tratto umbro della linea ferroviaria Roma-Ancona, il rifacimento della Ferrovia centrale umbra e il completamento della strada Grosseto-Fano.

Iter e tempi

Tutti i progetti devono essere avviati o cantierati nell’arco di due anni e completati e rendicontati entro il 2026. Questi i tempi imposti dalla Commissione europea, che entro la fine di aprile dovrà ricevere il PNRR dell’Italia, approvato dal Parlamento.

L’interlocuzione, ha spiegato Tesei, è stata avviata da due settimane, con gli incontri con 6 ministri interessati.

Partecipazione

Da qui, ha detto Tesei, anche la scelta di alcuni progetti inseriti nel Piano umbro. La maggior parte possono diventare esecutivi nell’arco di 9-12 mesi. Tutti comunque, ha ribadito la presidente, sono organici alle sei linee guida del PNRR nazionale.

La governatrice ha ricordato che i progetti sono stati partecipati con le forze sociali, con i territori e con l’Università, che ha avuto un ruolo importante anche nell’elaborazione di alcuni di essi.

Alcuni sono progetti verticali, altri “orizzontali”, che possono riguardare tutto il territorio ed essere anche implementati.

Tesei ha assicurato che ci saranno ulteriori interlocuzioni con Enti locali e forze sociali per l’attuazione di questi progetti.

Il sisma

Interventi specifici per l’area colpita dal terremoto, che interessano le quattro regioni coinvolte (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) sono già previsti nel PNRR nazionale.

Le critiche della Cgil

Dopo la presentazione del piano alle parti sociali, martedì mattina, Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria, aveva mosso diverse critiche: “Il documento non va bene nei contenuti e nella impostazione. Naturalmente al suo interno ci sono interventi e idee anche giuste, ma manca una visione d’insieme, una strategia chiara e coerente della giunta regionale per far crescere l’Umbria in maniera sostenibile e duratura nei prossimi anni”.

In particolare, secondo Sgalla, il documento è carente di una visione sul lavoro e sull’ambiente. “Abbiamo fatto proposte precise nei nostri documenti e chiesto con forza, anche attraverso la manifestazione regionale del 23 marzo scorso Adesso ascoltateci, di tenere conto delle preoccupazioni e dei suggerimenti del mondo del lavoro. Questo ancora non è avvenuto – conclude Sgalla – ma se non si riparte dal lavoro, dalla lotta alle disuguaglianze, dalla difesa della legalità, allora il progetto resterà un libro dei sogni che non si realizzeranno e l’Umbria sarà ai margini del Pnrr nazionale. Una grande occasione persa”.

Porzi: disparità tra i territori

“Noi consiglieri regionali ne siamo venuti a conoscenza in maniera informale” aveva lamentato la consigliera regionale del Pd, Donatella Porzi, vice presidente della Prima Commissione.

Porzi aveva parlato di “grave sgarbo” nei confronti del Consiglio, che doveva essere il luogo dove il documento avrebbe dovuto prendere forma.

Da una prima lettura delle voci contenute nel Piano, comunque, Porzi ha valutato diverse disparità nella distribuzione delle risorse tra i territori.

(notizia in aggiornamento)