Nemetria, gli Stati generali dell'economia umbra: analisi e ricette di Istituzioni, imprese e sindacati per delinerare l'Umbria di domani
Le opportunità del Recovery Found e un’Università che sempre più si pone come alleata del territorio e delle sue imprese. Queste le armi indicate da Istituzioni e parti sociali per uscire dall’isolamento e superare prima possibile la crisi economica, nel confronto degli Stati generali dell’economia umbra organizzato da Nemetria.
De Rita: aprirsi ad est e ovest
Quello del difficile rapporto dell’Umbria con i territori ed i processi circostanti è stato il tema posto dal presidente del Censis e di Nemetria, Giuseppe De Rita. Che di fronte alla prospettiva di restare chiusi in se stessi o di guardare solo al rapporto (per lo più politico) con Roma, auspica un collegamento verso la direttrice Firenze – Orte e quella adriatica: “L’Umbria – l’invito di De Rita – deve respirare con i polmoni verso est ed ovest“.
Il ruolo dell’Università
L’altra sfida per l’Umbria è quella di riuscire a coinvolgere pienamente l’Università nei propri processi di crescita. economica e sociale. Passi in avanti in questa direzione ne sono stati fatti, è stato ricordato. Ma il rettore Maurizio Oliviero invita a definire una visione “culturale” dell’Umbria che si vuole costruire ed in questa programmare gli investimenti.
Le sfide dell’Umbria
L’assessore regionale Michele Fioroni parla della sfida dell’innovazione e di quella della produttività, lamentando che finora non siano state fatte analisi di valutazione sull’impatto delle politiche che pure sono state indirizzate verso questi obiettivi.
Il presidente di Confindustria, Antonio Alunni, ricorda che l’obiettivo non è soltanto la crescita del Pil regionale, ma l’aumento del reddito pro capite. Evidenziando come la maggiore produzione di valore aggiunto ed il più grande contributo in termini di occupazione stabile (al netto dei posti pubblici nei servizi) giunga dalla produzione.
Il segretario Cisl, Angelo Manzotti, ricorda che il reddito pro capite è sceso da 24.500 a 19 mila euro. E lamenta gli scarsi risultati ottenuti dai rappresentanti politici umbri nel far ricevere risorse per l’Umbria.
Anche il mondo dell’agricoltura, rappresentato da Fabio Rossi (Confagricoltura Umbria) e Albano Agabiti (Coldiretti Umbria) rivendica il suo spazio nel futuro di un’Umbria dalla crescita sostenibile, pur senza creare competizione tra i diversi settori.
E il presidente di Confartigianato Umbria, Mauro Franceschini, accoglie l’invito a fare sistema, rivendicando però un’attenzione per le specifiche esigenze della piccola impresa.
Tutte le forze economiche chiedono un humus favorevole all’impresa. A cominciare da semplificazione e sburocratizzazione, invocate anche dal presidente di Legacoop, Dino Ricci.
Il segretario della Cgil, Vincenzo Sgalla, ricorda che la crisi economica ha prodotto una pericolosa disgregazione sociale, che ha determinato mancanza di fiducia, in particolare tra le giovani generazioni. Tuttavia, a suo giudizio l’ulteriore crisi determinata dalla pandemia può essere l’occasione per resettare tutto e consentire all’Umbria di recuperare le posizioni che aveva perso a causa di una crisi strutturale del proprio sistema.
Tesei: “E’ il momento delle grandi decisioni”
“E’ il momento delle grandi decisioni” la conclusione della governatrice Donatella Tesei. Che assicura sul fatto che l’amministrazione regionale intende agire per “riequilibrare ogni luogo” della regione e allo stesso tempo per non lasciare l’Umbria isolata. A questo proposito ricorda l’interlocuzione aperta con le regioni del centro Italia alle prese con la ricostruzione post sisma e del dialogo aperto in particolare con le Marche sulle infrastrutture.
Sul Recovery Plan, Tesei ribadisce che il Governo non ha ancora sciolto il nodo sul ruolo che sarà assegnato alle Regioni e se a queste sarà assegnato un proprio budget.
E poi c’è la programmazione dei Fondi Ue 2021-27, attraverso i quali definire “la nostra idea di futuro“.
Ma mentre progetta il suo futuro, anche l’Umbria è alle prese con la lotta al Coronavirus, definita dal presidente di Confcommercio Giorgio Mencaroni “la madre di tutte le guerre“.