La commissione normativa del Comune di Spoleto è chiamata ad approvare il nuovo regolamento sulla gestione delle entrate, ma le associazioni di categoria già sono sul piede di guerra. E sul tema – che concerne soprattutto la rateizzazione delle cartelle esattoriali emesse dall’Ica – infiamma pure il dibattito politico. Con le varie forze politiche che sembrano seguire una linea comune.
In commissione normativa, infatti, si dovevano approvare le modifiche al regolamento in merito alla rateizzazione dei tributi. Ma, vista anche la presenza dei rappresentanti di Confcommercio (Tommaso Barbanera) e Confartigianato (Valeria Severini) che hanno bocciato le proposte del Comune, la pratica è stata ritirata. Ed ora le forze politiche di maggioranza e minoranza intervengono per dire la loro.
In particolare le associazioni di categoria chiedono di allungare i piani di rateizzazione dei tributi fino a 72 mesi o addirittura fino a 120 (ora è possibile fino a 60 mesi ma solo per importi oltre 100mila euro). Ma anche, ad esempio, di eliminare la decadenza automatica dal beneficio della dilazione nel caso del mancato pagamento anche di una sola rata.
I consiglieri comunali del centrosinistra (Partito Democratico, Ora Spoleto e Per Spoleto) annunciano che presenteranno un ordine del giorno alla prima riunione della massima assise cittadina per modificare il regolamento comunale di riscossione e uniformarlo a quello dell’Agenzia delle Entrate, “certi che tutte le forze politiche saranno al nostro fianco e, soprattutto, al fianco delle nostre imprese e dei nostri cittadini”.
In una nota, i consiglieri Trippetti, Lisci, Erbaioli, Renzi e Laureti ricordano che “il Comune di Spoleto, con deliberazione di consiglio comunale n° 22 del 27 Giugno 2019, ha approvato il regolamento per la definizione agevolata delle entrate comunali non riscosse a seguito della notifica di ingiunzioni di pagamento. Il nuovo regolamento attualmente permette di aderire alla definizione agevolata del contenzioso quando questo risulta essere maggiore di 5.000 euro in 2 rate, la seconda delle quali scaduta il 31 marzo scorso, in 3 rate con scadenza finale a settembre 2020, in 4 rate con termine a maggio 2021 oppure in rate mensili con versamento della prima rata pari al 20% del totale e successive rate di pari importo.
Al contrario, l’Agenzia delle Entrate permette la rateizzazione delle cartelle da 72 a 120 rate per debiti fino a 60.000 euro per contribuenti privati ed imprese che non riescono, per problemi di liquidità o altri motivi, a far fronte immediatamente al pagamento del debito entro 60 giorni, con importo minimo della rata addirittura di 50 euro mensili. La crisi eccezionale davanti alla quale ci ha posto l’emergenza Covid merita risposte straordinarie per permettere alle nostre piccole e medie aziende e ai nostri professionisti di sopravvivere. Per quanto in nostro potere, come consiglio comunale, questa può essere una prima importante risposta alle istanze della nostra comunità”.
Anche la prima forza di maggioranza fa dietrofront rispetto alle proposte avanzate finora ed approvate in commissione e sposa le richieste dei commercianti.
“In un momento di particolare difficoltà economica e sociale, come quello che, nostro malgrado, stiamo vivendo, le priorità della Lega non possono che coincidere con quelle del tessuto economico e di chi da anni dà lustro alla nostra città, favorendo l’ospitalità e tenendo vivo un centro storico magnifico, da valorizzare in ogni suo aspetto”. Questa la posizione del gruppo consigliare della Lega al Comune di Spoleto, in merito alle richieste di commercianti e artigiani di dilazionare maggiormente, in casi di grave difficoltà certificata, la rateizzazione dei tributi comunali.
“Dopo aver ascoltato tutti i soggetti coinvolti – continuano i leghisti – saremo i portavoce delle associazioni di categoria e faremo pervenire le loro istanze nelle commissioni. L’obiettivo è quello di trovare per Spoleto, le soluzioni che altri comuni hanno già applicato. Soluzioni che devono vedere la massima apertura da parte dell’amministrazione ad andare incontro alle esigenze economiche e produttive di chi vuole continuare a fare impresa e attività sul nostro territorio. Spoleto per il suo rilancio e per continuare ad essere attrattiva, soprattutto in una situazione emergenziale e post emergenziale, non può prescindere da questo”.
A legare quanto accaduto in commissione con la situazione economica cittadina ed il fallimento della ex Pozzi sono i gruppi civici di minoranza Spoleto Popolare ed Alleanza Civica.
“Come può il sindaco dichiarare – esordiscono i consiglieri Bececco, Frascarelli, Profili e Settimi – di essere ancora speranzoso dopo il fallimento dichiarato dal Tribunale della ex Pozzi? Quando proprio lui aveva fatto intendere che doveva far risolvere tutto da Roma e aveva annunciato pubblicamente importanti positivi sviluppi e offerte interessanti da parte di non meglio identificati investitori. Ormai non ci sono parole, … è tutto incomprensibile! Che la ex Pozzi fosse un’azienda in crisi irreversibile era evidente, che le azioni da poter mettere in campo fossero ridotte al lumicino era altrettanto chiaro; perché allora, ci domandiamo, illudere le persone? Quale è l’interesse? Quello del tirare a campare? Sembra che il nostro Sindaco sia completamente avulso dalle problematiche della città.
Oltre che con la vicenda Pozzi, ne abbiamo avuto ulteriore dimostrazione con la proposta di regolamento di rateizzazione dei pagamenti delle tasse comunali. Anche in quel caso non c’è stata la partecipazione con i soggetti interessati, se non tardiva, e nel luogo non deputato. È come se si fossero rifiutati di capire la grave situazione economica che le aziende stanno vivendo a causa del Covid. Noi, che in Commissione eravamo presenti, abbiamo fatto la nostra parte; abbiamo, insieme alle associazioni di categoria e ad alcuni Consiglieri della maggioranza, fatto ritirare la pratica e quando verrà ripresentata faremo le nostre proposte. Noi non siamo soddisfatti quando le aziende falliscono. Noi non abbiamo perso il contatto con la realtà. È urgente che chi amministra la nostra città prenda in considerazione la vera realtà fatta di persone che, per la quasi totalità, non percepisce oltre 10 mila euro al mese, covid, o non covid!“.
(foto di repertorio)