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RAPPORTO EXCELSIOR: TRA I NEOASSUNTI SOLO IL 4,5% SONO LAUREATI

“Per i giovani laureati umbri diventa sempre più difficile trovare un'occupazione. I dati contenuti nel ‘Rapporto Excelsior', relativi all'anno in corso, sono sconfortanti”. Così il capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti per il quale “le previsioni comunicate direttamente dalle imprese, sul totale complessivo di nuovi assunti previsto per il 2007, pari a 11.650 unità circa (di cui 9.030 nella provincia di Perugia e 2.640 in quella di Terni), i laureati saranno appena, mediamente, il 4,4 – 4,5 per cento”. “Queste percentuali – fa sapere Vinti – corrispondono alla metà del dato nazionale (80° posto Terni, 82° posto Perugia su un totale di 103. Molto meglio – fa notare l'esponente del Prc – va per i diplomati che, in Umbria, rappresentano il 31,6 per cento dei nuovi assunti. Questo dato – fa notare – conferma una preferenza delle nostre imprese che contraddice una tendenza diversa che si va delineando a livello nazionale dove la presenza dei laureati, in specie nelle industrie, appare in aumento, anche se ancora non sufficiente”.”La posizione delle province umbre deve quindi profondamente preoccuparci, – sottolinea Vinti – visto che, ormai, anche numerose province del meridione, ovvero dell'area geografica del paese che solitamente denuncia le maggiori difficoltà, sono in grado di assicurare un impiego maggiore, e non di poco, ai loro giovani laureati. E' questo, per esempio, il caso di Pescara (10,9 per cento). Indice, questo, – spiega – di attività imprenditoriali troppo indirizzate all'innovazione, ovvero all'impiego di tecnologie altamente specializzate che richiedono, di conseguenza, il ricorso a personale appositamente preparato”.Per Vinti, questo significa che l'Umbria “perde per strada gran parte dei giovani che escono dalle Università, disperdendo così un capitale umano preziosissimo e la cui preparazione è costata tantissimo. Il rischio ulteriore – fa notare – è che ciò possa scoraggiare l'impegno allo studio, facendoci retrocedere ancora rispetto al 25,2 per cento di laureati sulla popolazione in età 25-64 anni registrati nei Paesi Ocse, media alla quale possiamo contrapporre il nostro misero 11,4 per cento a livello nazionale”.”Ed è qui – evidenzia il capogruppo del Prc – che torna in ballo anche l'efficienza del nostro sistema di istruzione, visto che, sempre secondo l'Ocse il 60 per cento dei giovani italiani che si iscrivono ad un qualsiasi corso universitario non lo portano a termine. Una palla al piede assai difficile da trascinare e che pesa il doppio rispetto alla media segnata dai paesi maggiormente industrializzati”.Vinti fa notare, tuttavia, che “le imprese umbre non rinunciano affatto a rivolgersi ai giovani laureati per soddisfare le loro esigenze, ma sono fortemente restìe ad assumerli in qualità di dipendenti, relegandoli nel vasto esercito dei lavoratori precari (con retribuzioni altrettanto precarie) che, secondo le ultime stime comunicate dal ministro Damiano, avrebbe ormai tagliato il traguardo dei 3,5 milioni di unità. Una cifra ancora maggiore (3,7 milioni) – commenta l'esponente della sinistra umbra – è stata invece fornita ieri dalla Caritas, ma si tratta, probabilmente, di calcoli sottostimati poiché non tengono conto che molti giovani laureati sono andati in questi anni ad ingrossare forzatamente la folta schiera delle partite Iva, che li equipara ai liberi professionisti od ai lavoratori autonomi in genere, pur operando costantemente all'interno di un'unica azienda, utilizzando solo gli strumenti di lavoro che gli imprenditori mettono a loro disposizione”.In conclusione, per Vinti, si tratta di “un deplorevole fenomeno di sfruttamento ben presente anche in Umbria”.