Un rapinatore che creava il panico a Fontivegge. Non solo, tra i pregiudicati tunisini da tempo presenti a Perugia, può vantare uno dei migliori curricula criminali, avendo nel suo cursus honorum precedenti e pendenze per la violazione delle norme sull’immigrazione, false attestazioni a Pubblico Ufficiale, spaccio di sostanze stupefacenti, rissa ed evasione, ma negli ultimi mesi, più precisamente la scorsa estate, aveva letteralmente terrorizzato la zona di Fontivegge, rendendosi responsabile di due diversi episodi criminosi ai danni di altrettante donne, di passaggio nella zona.
Il primo episodio: la sera dello scorso 6 agosto, in Via Del Bellocchio, una donna sessantatreenne passeggia tranquillamente quando viene affrontata brutalmente da un giovane, chiaramente nordafricano, mentre un altro assiste alla scena. Uno di essi le strappa dal collo la collana in oro con relativo ciondolo, per poi darsi alla fuga. L’altro, che è proprio il nostro odierno arrestato, come chissà quante altre volte aveva fatto secondo uno schema ben noto alla Polizia, fa la parte “di quello buono”: cerca di rassicurare la signora, di tranquillizzarla, fingendo di non conoscere lo scippatore e di essere capitato lì per caso, dopodiché anche lui, con la scusa di rincorrerlo, si dà alla fuga. Peccato per lui che la povera vittima, qualche minuto prima del fatto, li aveva visti camminare e parlottare insieme, riconoscendo proprio lui, quello che si è poi finto “buono”, senza alcuna difficoltà, davanti alle fotografie mostratele dai poliziotti.
Andiamo al secondo episodio, ancora più inquietante: soltanto due giorni dopo il primo fatto, l’8 agosto, questa volta alle prime luci dell’alba ed in Via Del Macello, l’”assistente-scippatore” si trasforma in “rapinatore” vero e proprio. Se la prende con una diciassettenne che incrocia per la strada, la intimorisce, la aggredisce verbalmente e minaccia di usare violenza su di lei se non gli consegna tutto quello che ha. La minorenne, presa dal panico, gli consegna la borsa ed il telefono cellulare. Anche la giovane, come l’altra vittima, non avrà alcuna difficoltà a riconoscere, su impulso dei poliziotti, il suo aggressore, e stavolta in maniera più precisa: il rapinatore, che ha agito con abiti estivi, ha lasciato scoperto un vistoso e particolare tatuaggio sul braccio, che lo inchioderà definitivamente alle sue responsabilità.
Non ci hanno messo tanto, infatti, gli agenti della Squadra Mobile, diretti da Marco Chiacchiera e coordinati, in due diverse fasi, dal Sost. Commissario Roscioli e dal Sost. Commissario Tristaino, ad individuare l’autore dei due reati: all’esito di una meticolosa attività investigativa, peraltro ancora in corso per identificare il complice, tutti i sospetti degli investigatori, riscontrati dalle indicazioni delle vittime dei fatti, sono caduti su Belaziz El Mehdi, nato in Tunisia nel 1982, irregolare sul territorio nazionale, pluripregiudicato.
Le indagini della Squadra Mobile, hanno poi ricevuto l’avallo tempestivo della Procura e del Tribunale, tutti accomunati e motivati dalla volontà di applicare la legge e, nel contempo, di restituire sicurezza, con la conclusione di questa indagine, ad una zona della città in cui la domanda di tranquillità è certamente alta, ma grandi e continue sono le energie profuse in tal senso dalla Polizia, come gli ultimi risultati operativi dimostrano. La predetta attività è stata cristallizzata in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP. di Perugia Dott.ssa L. Brutti su richiesta del Sost. Proc. Dott. M. Casucci, notificata ed eseguita ieri pomeriggio. Come anticipato, il tunisino ha precedenti per droga, rissa, evasione etc., e proprio per i suoi numerosi e vari precedenti, entra ed esce continuamente da Capanne o dai domiciliari: all’atto dell’esecuzione della misura cautelare in argomento, difatti, il pregiudicato era già detenuto, per una delle predette cause, presso la Casa Circondariale di Perugia, dove resterà, proprio grazie al provvedimento che gli è stato appena notificato, ancora più a lungo.