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Rapina in gioielleria, condannata la “banda del maggiolino” / Pene dai 3 ai 6 anni per i banditi

Jacopo Brugalossi

Tre condanne, la meno pesante a 3 anni e 10 mesi di reclusione. E’ quanto ha stabilito poco fa il giudice per le indagini preliminari Daniela Caramico D’Auria, che ha ritenuto colpevoli di rapina aggravata e smulazione di reato i 3 uomini che il 26 novembre scorso assaltarono e rapinarono la gioielleria Aurum di Spoleto, situata presso il centro civico di San Nicolò. Un colpo che destò grande clamore in città, sia per l’ammontare del bottino, quasi 300mila euro, che per le modalità e i tempi con cui fu messo a segno: riusciti a farsi aprire la porta dalla titolare con uno stratagemma, i malviventi prima la immobilizzarono con delle fascette di plastica tenendola sotto la minaccia di una pistola, e poi svuotarono il caveau a tempo di record, arraffando tutto l’oro e i gioielli prima di darsi alla fuga.

Gli arresti – Fuga che però durò poco, anche grazie ai preziosi particolari forniti ai Carabinieri dal marito della vittima, che riuscì ad intravedere l’auto con la quale i banditi si diedero alla fuga, una New Beetle bianca con la scritta “turbo” sulla fiancata. A nulla valse il “piano B” tentato da un componente della banda, che pochi minuti dopo la rapina chiamò il 112 denunciando il furto dell’auto. Anzi, fu proprio la sua deposizione ad insospettire i militari, che decisero di pedinarlo fin quando tra le sue abituali frequentazioni furono individuati i possibili complici. Le manette ai polsi dei tre sospetti, tutti residenti nella capitale, scattarono nella notte tra il 14 e il 15 dicembre. L’arresto fu poi convalidato dal gip Augusto Fornaci.

Le condanne – Oggi, appena sei mesi dopo il colpo, sono arrivate le condanne. Il più giovane dei tre, C.S. di 33 anni, incensurato e rampollo di una famiglia romana molto in vista, colui che presumibilmente si fece aprire la porta della gioielleria, ha chiesto di patteggiare, ed è stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento di un’ammenda di mille euro. Pene più pesanti per gli altri due, che avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato: N.A., 47 anni, pluripregiudicato con un passato vicino alla Banda della Magliana, è stato condannato a 6 anni di reclusione e 2000 euro di multa; per F.M., invece, è arrivata la condanna a 5 anni e 2000 mila euro. In entrambi i casi le richieste del pubblico ministero, la dottoressa Federica Albano, erano state leggermente inferiori alle pene comminate dal giudice.

Bottino non recuperato – Parzialmente soddisfatta la titolare della gioielleria, presente in aula nel momento della lettura del dispositivo, che, nonostante le condanne, difficilmente potrà dimenticare gli attimi di autentico terrore vissuti quella maledetta sera. La stessa ha poi confidato che l’ingente bottino sottratto, tranne che per una piccolissima parte, non è ancora stato recuperato.

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