Perugia

Rapina dottoressa dopo il turno in ospedale, poi finge il suicidio: arrestato

Prima ha rapinato una dottoressa dopo il turno in ospedale, poi, preso dai carabinieri, ha finto un tentativo di suicidio per cercare di evitare il carcere.

La rapina

E’ il 13 maggio quando una dottoressa, prima di rincasare dal turno in ospedale in questi giorni particolarmente impegnativi a causa dell’emergenza Coronavirus, si ferma nei pressi di un istituto di credito nella zona di Fontivegge. Giusto il tempo di effettuare un prelievo allo sportello bancomat. E’ circa mezzanotte, le si avvicina un soggetto a volto coperto che la aggredisce e le sottrare con forza il portafogli contente documenti di identità, carte di credito e la somma in contanti di 200 euro appena prelevata.

Il malore della dottoressa

Immediata la chiamata al 112 e l’intervento della pattuglia. La denuncia sporta dalla rapinata, che nel frattempo, colta da un malore dovuto alla triste vicissitudine, è stata accompagnata presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Dopo un periodo di ricovero, è stata giudicata guaribile in 30 giorni.

Le indagini

Le successive e tempestive attività d’indagine condotte dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Perugia agli ordini del magg. Salvatore Pascariello e sotto la direzione della Procura della Repubblica hanno permesso, grazie anche al ricorso ad attività tecnica di intercettazione, l’individuazione di un soggetto tunisino, già noto alle forze dell’ordine per vari precedenti di polizia.

L’arresto e il finto tentativo di suicidio

Nella serata di domenica il rapinatore è stato fermato dai carabinieri e, dopo aver tentato di fuggire. E provando ad evitare il carcere ha dichiarato ai militari intervenuti di aver ingerito due lamette da barba e di essere in pericolo di vita. E’ stato quindi immediatamente condotto presso il locale pronto soccorso ove, a seguito di accertamenti strumentali, è stata appurata la non veridicità di quanto dichiarato.

E’ importante segnalare come l’attività di indagine , assai breve per durata ma complessa perché ha visto a sistema varie componenti investigative, di natura tecnica e convenzionale, abbia portato al risultato voluto in termini operativi. Ciò è stato possibile – evidenziano fonti ddell’Arma – grazie alla profonda conoscenza e presenza sul territorio specie nell’area della Stazione e Fontivegge, attraverso servizi preventivi e repressivi fortemente voluti dal Comandante Provinciale col. Giovanni Fabi.