Un cittadino nordafricano di 26 anni è stato sottoposto a “fermo di indiziato di delitto” dai Carabinieri della Stazione Città di Castello e del Nucleo Operativo con l’accusa di rapina aggravata, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, per un reato commesso verso la fine del luglio scorso.
La rapina – La vittima, connazionale del fermato, mentre era in compagnia del marito, stava percorrendo una strada del centro storico quando è stata avvicinata dal 26enne che, impugnando un cacciavite, l’ha pesantemente minacciata. A difesa della vittima è intervenuto il marito che, però, non è riuscito ad evitare che il rapinatore colpisse con alcuni pugni la donna strappandole dal collo una catenina d’oro. Subito dopo il malvivente si è dato alla fuga. La coppia si è rivolta subito ai Carabinieri della Stazione Città di Castello. Le ricerche immediate del malvivente hanno dato tuttavia esito negativo. La donna è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari che le hanno riscontrato alcuni traumi guaribili fortunatamente in pochi giorni. Le indagini condotte dai militari hanno permesso in poco tempo di identificare il responsabile. L'uomo è residente a Città di Castello, proprietario di un permesso di soggiorno e già ben conosciuto alle Forze dell’Ordine per vicende legate all’uso ed allo spaccio di stupefacenti.
L'arresto – Nel tardo pomeriggio del 2 agosto militari del Nucleo Operativo della Compagnia Città di Castello e della locale Stazione hanno individuato l’uomo in Viale Moncenisio, nei pressi dell’abitazione di alcuni familiari. Subito bloccato, il 26enne ha opposto una violenta resistenza al fine di impedire ai Carabinieri di eseguire una perquisizione personale e domiciliare. Per tale motivo, oltre ad essere sottoposto a fermo di indiziato di delitto per la rapina aggravata, è stato inoltre arrestato in flagranza di reato per resistenza a pubblico ufficiale e tradotto presso il carcere di Perugia Capanne. Ieri mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia. Il giudice ha convalidato sia il fermo che l’arresto sostituendo la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.
Riproduzione riservata