di Michele Rossi (*)
In merito alla vicenda dell’imposta sulla pubblicità, applicata in maniera a nostro dire fin troppo vessatoria, da parte della concessionaria preposta alla verifica e riscossione del tributo, intendo evidenziare alcuni particolari aspetti. In queste ore siamo letteralmente sommersi dai racconti dei commercianti ternani su cosa sia stato loro contestato e sanzionato in tema di pubblicità; situazioni che rasentano il paradosso, l’assurdità e troppo spesso il ridicolo; in realtà però l’esosa e ufficiale richiesta di esborsi non permette alcuna ilarità. Si è proceduto alla verifica dell’imposta con un fare vessatorio e con un accanimento che non ha precedenti in città. L’imposta sulla pubblicità fa entrare nelle casse comunali ben € 1.710.000. Quanto sta accadendo deve essere considerato nel contesto degli articoli che regolano la convenzione che l’ente comunale ha con la concessionaria I.C.A.
Risulta allora particolarmente utile porre attenzione all’art. 3 della convenzione: ARTICOLO 3 Alla luce di quest’ articolo, risulterebbe censurabile l’atteggiamento autocrate della concessionaria che ha colto di sorpresa i soggetti interessati non informati. Dall’articolo si evince che debba esistere il corretto obbligo d’informazione preventivo del contribuente da parte dell’I.C.A, obbligo che in questo caso non sembra essere stato rispettato.
L’aver proceduto a un così massiccio accertamento a sorpresa contraddice in modo eclatante quanto giustamente concordato in convenzione.
E’ mancata proprio la corretta e preventiva informazione agli interessati per metterli in condizione di assolvere i propri doveri.
In verità si è voluto agire di sorpresa con la mera e sola intenzione di colpire e sanzionare il contribuente, e dunque “far cassa” il più possibile, atteggiamento sbagliato e che contraddice lo spirito stesso non oppressivo dell’imposta. Ciò che risulta comunque evidente è la violazione della convenzione che regola nello specifico l’esercizio della verifica e della sanzione e che impone alla concessionaria atteggiamenti di disponibilità, di concertazione e di preventiva informazione. E’ da chiarire poi se la concessionaria abbia agito su propria iniziativa o su sollecitazione dell’amministrazione comunale sempre alla ricerca di nuove entrate.
Se come dicono da Palazzo Spada non ci si è mossi per volontà politica, si corra ai ripari e con decisione si blocchi subito la vicenda, dando un po’ di tranquillità e serenità a un commercio locale che ogni giorno cerca di sopravvivere tra mille difficoltà.
Altro interessante articolo della convenzione: ARTICOLO 5
Qui c’è un doppio obbligo da parte del concessionario I.C.A: consentire dal proprio sito a ogni contribuente di verificare la propria posizione contributiva e di pagare on-line. Obblighi che dovevano essere adempiuti entro il 30.06.2009 ; a oggi è solo possibile fare pagamenti on-line. C’è da chiedersi ma se è l’ICA ad essere inadempiente chi la multa? Per questi motivi crediamo necessario che l’amministrazione comunale risolvi prima possibile la vicenda magari con una giusta moratoria, si tolga almeno la sanzione amministrativa, ma si provveda poi a verificare in maniera seria il rispetto della convenzione e si attui finalmente una seria politica di sostegno al commercio (così come richiesto con una interrogazione urgente dal ns consigliere Dario Guardalben).
(*) coordinatore comunale PDL