Spoleto

Raffaello e Caravaggio sotto la lente del Laboratorio di Diagnostica di Spoleto

Mercoledì 30 marzo 2022ore 17, al Teatro Caio Melisso di Spoleto, si terrà l’incontro “Dal blu egizio di Raffaello ai misteri di Caravaggio. L’importanza delle indagini diagnostiche nella ricerca”, organizzato dal Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali (LabDia) in collaborazione con il Comune di Spoleto.

Sarà l’occasione per approfondire come la diagnostica sia oggi uno degli strumenti fondamentali per la ricerca e lo studio delle opere d’arte a tutto campo, che può portare a sorprese imprevedibili.

Il ruolo del laboratorio di diagnostica per i beni culturali

A proposito dell’incontro, il Sindaco del Comune di Spoleto Andrea Sisti afferma:Il laboratorio di diagnostica per i beni culturali è senza dubbio una realtà culturale di grande interesse per la nostra città, perché in un contesto dove è presente una notevole ricchezza e concentrazione di patrimonio artistico, avere un centro di studio e di ricerca che garantisce questo livello di specializzazione non può che rafforzare quel tratto identitario che ha reso nel tempo Spoleto punto di riferimento anche nell’ambito della conservazione e recupero delle opere d’arte. Il tema di questo convegno, il risultato ottenuto dal Laboratorio grazie alla dedizione, all’impegno, alla passione degli studiosi che ne fanno parte e della Dottoressa Garibaldi che ne ha la Responsabilità scientifica, è la prova di quanto sia ancora oggi necessario investire in questo specifico ambito di ricerca, concependo la cultura quale elemento essenziale di sviluppo del nostro Paese e delle nostre comunità“.  

Le scoperte sul blu egizio di Raffaello

Si parlerà:

  • dell’eccezionale rinvenimento ad opera del LabDia di un pigmento di colore blu, detto “blu egizio”, utilizzato da Raffaello nel 1512 a Villa Farnesina a Roma nella Loggia di Galatea. Eccezionale perché si tratta del primo pigmento di sintesi della storia, prodotto artificialmente dagli Egizi intorno al 3.100 a.C. e poi riproposto da Raffaello, grazie ad un brano del trattato De Architectura di Vitruvio che ne aveva illustrato il procedimento di realizzazione;
  • delle rilevanti novità che ne sono emerse grazie alle tecniche diagnostiche nell’opera di Attraverso lo studio “dell’anima” delle sue opere è stato possibile risolvere alcuni dei misteriosi “quesiti caravaggeschi”, anche dal punto di vista attributivo, che avvolgono le opere di questo artista, così appassionante e oggetto di numerosissimi dibattiti.

Cos’è il Laboratorio di diagnostica

Il Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali (Labdia) è un’associazione tra enti pubblici (Ministero della Cultura, Regione Umbria, Comune di Spoleto, Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia) che ha come obiettivo la ricerca sulla materia delle opere d’arte di ogni tipologia materica, finalizzata a sempre nuove conoscenze, funzionali alla tutela e allo studio dei Maestri che le realizzarono.

Considerato un’eccellenza a livello nazionale, il Laboratorio umbro opera utilizzando esclusivamente l’ampia gamma di strumentazioni portatili di cui dispone su qualsiasi tipologia di bene. E’ così possibile evitare la movimentazione delle opere d’arte ed operare anche su superfici murali dipinte o graffite o superfici lapidee di chiese e palazzi.

Quello su Raffaello è il primo di 3 appuntamenti

L’appuntamento è il secondo dei tre programmati: il primo, Dal blu egizio di Raffaello ai Violini Stradivari, si è svolto a Perugia lo scorso dicembre; il terzo, Dal blu egizio di Raffaello ai graffiti di Cristofero Gherardi e altre novità, si svolgerà prossimamente a Città di Castello.

Tutte le iniziative sono organizzate con il sostegno della Giunta e Assemblea legislativa della Regione Umbria.

Il programma dell’incontro

I saluti istituzionali saranno portati da:

  • Andrea Sisti, Sindaco del Comune di Spoleto
  • Maurizio Oliviero, Rettore dell’Università degli Studi di Perugia
  • Paola Agabiti, Assessore alla Cultura della Regione Umbria
  • Marina Balsamo, Presidente LabDia Spoleto.

A seguire, moderati dal giornalista Federico Fioravanti prenderanno la parola:

Vittoria Garibaldi, Direttore tecnico scientifico del LabDia, con una breve carrellata sulle molteplici attività di ricerca e di applicazione delle tecniche diagnostiche in tempo di pace e in situazioni di emergenza portate avanti dal Laboratorio in questi anni;

Manuela Vagnini, Chimico esperto del LabDia, racconterà il percorso che ha portato il gruppo di lavoro composto da LabDia, ENEA, IRET-CNR e XGLAB-Bruker, al rinvenimento del “blu egizio” con un intervento dal titolo “Il trionfo di Galatea a Villa Farnesina: la tavolozza di Raffaello;

Rossella Vodret, tra i più esperti e competenti studiosi della vita e dell’opera di Caravaggio, e tra coloro che hanno introdotto nello studio delle opere del pittore le tecniche diagnostiche i cui risultati sono stati pubblicati lo scorso novembre in “Dentro Caravaggio”, il suo ultimo libro sull’artista (Silvana Editoriale) dove le straordinarie opere del grande pittore lombardo vengono analizzate, per la prima volta su larga scala, non solo dal punto di vista storico e stilistico, ma anche da quello tecnico-esecutivo;

Claudio Falcucci, Docente di Fisica Applicata ai Beni Culturali e Ambientali presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università “La Sapienza, approfondirà i risultati ottenuti attraverso “La revisione critica della documentazione diagnostica dei dipinti di Caravaggio: molte conferme e alcune rilevanti novità”;

Danilo Chiodetti, Assessore alla Cultura del Comune di Spoleto, concluderà la serata.

Approfondimento sulla scoperta su Raffaello

Manuela Vagnini mostrerà i risultati della campagna di analisi non invasive condotte nel 2020 dal LabDia – in collaborazione con ENEA, IRET-CNR e XGLAB-Bruker – sull’affresco raffigurante il “Trionfo di Galatea”, dipinto nel 1512 da Raffaello a Roma nella Sala di Galatea a Villa Farnesina, sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

L’Accademia ha coinvolto il Laboratorio di Spoleto in considerazione della decennale esperienza dei suoi tecnici e della disponibilità delle più aggiornate strumentazioni diagnostiche portatili e non invasive, in occasione della mostra per il V centenario dalla morte di Raffaello, che si è tenuta alla Farnesina tra ottobre 2020 e gennaio 2021.

La campagna ha portato alla scoperta dell’utilizzo da parte di Raffaello del primo blu artificiale della storia dell’arte, il primo pigmento in assoluto di origine non naturale, la cui preparazione sembra collocarsi in Egitto intorno al 3.100 a.C e che risulta costituito da un silicato misto di calce e rameL’uso del “blu egizio” è stato individuato in tutto il cielo, il mare e persino negli occhi di Galatea.

L’ampio uso fattone dall’artista urbinate indica la precisa volontà di ricorrere ai materiali pittorici dell’antichità, per ritrarre un soggetto mitologico. La passione di Raffaello per l’antico, nota solo attraverso testimonianze documentali, si concretizza nei materiali che egli stesso decide di ricreare, primo fra tutti il “blu egizio”di cui Vitruvio, nel suo trattato De Architectura, riporta gli ingredienti e il procedimento di preparazione.

L’attività di studio a cui hanno partecipato Michela Azzarelli e Manuela Vagnini per il LabDia, Claudio Seccaroni (ENEA), Chiara Anselmi (IRET-CNR), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-Bruker), è stata coordinata dal Prof.Antonio Sgamellotti, socio dei Lincei e Professore emerito di Chimica Inorganica dell’Università degli Studi di Perugia.

L’esperienza della Farnesina sarà messa a confronto con quella effettuata dalla Dottoressa Rossella Vodret con le sue ricerche ripercorse insieme a Claudio Falcucci nel volume “Caravaggio. 1571 – 1610” aggiornato alla luce delle ultime scoperte.

Le opere eccezionali del pittore lombardo, caratterizzate da intuizioni geniali e da una rivoluzionaria maniera di dipingere, sono qui rigorosamente analizzate, per la prima volta su larga scala, non solo da punto di vista storico e stilistico, ma anche da quello tecnico-esecutivo. Una metodologia che negli ultimi anni è divenuta una delle componenti essenziali per la piena comprensione del fenomeno Caravaggio. E’ per questa ragione che alle schede storico-artistiche delle opere autografe, sono affiancate da specifiche note tecnico-diagnostiche che completano e integrano la lettura dei suoi straordinari dipinti.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Accesso obbligatorio con mascherina Ffp2 e Green Pass rinforzato, salvo diverse disposizioni sanitarie.