La messa in funzione del doppio binario tra Spoleto e Campello sul Clitunno sarebbe dovuta avvenire nel giugno dell’anno scorso. Peccato che non solo così non è stato, ma anche che il rischio concreto è che debba essere bandita una nuova gara con il completamento del raddoppio ferroviario sempre più lontano. Sembra essere un cantiere maledetto quello che riguarda meno di 10 km di strada ferrata, aperto una quindicina di anni fa, fermo per anni a causa del fallimento delle ditte appaltatrici ed ora di nuovo verso il blocco totale a causa delle vicissitudini che hanno riguardato, per un altro tipo di appalti (quelli dell’Anas), la Tecnis, la società di Catania che aveva vinto la gara d’appalto, 4 anni fa, di Rfi, rete ferroviaria italiana.
Sit in a Campello – Per richiamare l’attenzione delle istituzioni e della stessa Rfi, i lavoratori della Spoleto scarl – la società consortile controllata dalla Tecnis che opera nel territorio per il raddoppio ferroviario Spoleto-Campello – si sono ritrovati questa mattina alle 8,30 alla stazione di Campello sul Clitunno, insieme ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Un presidio con l’obiettivo di cercare di sbloccare la situazione, considerando che gli operai hanno varie mensilità arretrate: hanno percepito gli stipendi di novembre e dicembre ma non quelli di settembre ed ottobre e di quelli da gennaio ad oggi non se ne parla. Cinque mensilità accumulate che temono di non vedere mai. Per questo i sindacati hanno avanzato una richiesta particolare: “di stipendi e spettanze varie si faccia carico direttamente Rfi”.
Chiesto un tavolo con Rfi – Oppure perlomeno con Rfi si riesca ad aprire un tavolo. Questo l’altro auspicio delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, che attendono di sapere quale sarà la loro sorte. Finora, infatti, al Ministero dello Sviluppo economico è stato aperto un tavolo relativamente soltanto alla Tecnis e non alle controllate. Assicurazioni sugli altri dipendenti non ve ne sono. Né sul futuro dei cantieri, come il raddoppio ferroviario spoletino ma anche la Terni-Rieti per rimanere in Umbria.
Raddoppio al palo – Accanto ai problemi degli operai – 12 quelli rimasti – c’è anche quello per un’infrastruttura che sembra non riuscire a vedere mai la luce. “Questo tratto è peggio della Salerno – Reggio Calabria” commenta sfiduciato Cristian Benedetti della Fillea Cgil, presente stamattina insieme ai compagni di sindacato Massimo Venturini e Gianluca Menichini e a Roberto Bulletti della Cisl e Lamberto Fabiani della Uil. Iniziati nel 2002, i lavori finalmente ad oggi erano in dirittura d’arrivo. Peccato che visto il commissariamento della Tecnis le materie prime non sono più arrivate. Niente cemento, niente lavori. Ed ora il rischio è che si debba ricominciare da capo o quasi. Che presto l’appalto venga revocato è l’ipotesi più probabile. E Rfi a quel punto avrebbe due strade: o assegnarlo alla seconda classificata nella gara di quasi 5 anni fa, ancora valida (sempre che la società in questione accetti), oppure bandire una nuova gara, europea visto l’importo rilevante dei lavori, con tempi biblici o quasi. Prima di un paio d’anni, insomma, i lavori rischiano di non poter ricominciare.
I nuovi commissariamenti – Tutto è iniziato qualche mese fa, quando un’inchiesta della Procura di Roma relativa a degli appalti dell’Anas aveva portato all’arresto dei vertici catanesi della Tecnis. Era seguito il commissariamento dell’azienda, con la nomina del professor Saverio Ruperto come amministratore straordinario. Un mese fa c’era stato il sequestro della stessa società, mentre due giorni fa c’è stata l’ultima novità: sono state commissariate dal Tribunale di Catania 24 società controllate da Tecnis, Cogip e Artemis, tra cui la Spoleto scarl. Una decisione che comunque non ha colto di sprovvista lavoratori e sindacati spoletini. Tra le controllate di Tecnis in amministrazione straordinaria è finita anche la Terni-Rieti scarl, che si sta occupando di un’altra importante opera infrastrutturale umbra, la superstrada di collegamento tra le due città.
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