Cerimonia per la presentazione dell'opera
Presentato ufficialmente il palio della Giostra della Rivincita, realizzato da Flavio Favelli. Un’opera che rappresenta e riassume il modo di Favelli di fare arte: il collage, il disegno, l’accrochage di materiali disparati, la rielaborazione delle fotografie.
Testo e parole nel Palio
Nel Palio creato per la Giostra della Quintana ha voluto utilizzare soprattutto testo e parole, come accade spesso nelle sue opere, mescolando l’immaginario della Quintana con la Lotteria Nazionale e con un grande mito locale come la caramella Rossana, “l’originale”, da cui il titolo del Palio da lui creato. A
questi si aggiunge l’elemento simbolico della luna, che richiama alla mente sia gli anelli della Giostra, sia tutto un immaginario medio orientale. Ma la luna e le stelle sono soprattutto simboli legati all’immaginario Mariano, e a Foligno è impossibile non pensare alla meravigliosa luna coronata di stelle che orna la facciata del Duomo cittadino. Lo stesso Favelli ha detto: “Ho sempre guardato ai biglietti della lotteria, che hanno preso in prestito vari eventi, come se fosse una scusa forse per distrarre dal fine ambiguo. E questi eventi, Giostra della Quintana compresa, sono stati sempre segnati dalla scritta Lotteria Nazionale, creando composizioni visive complesse. E poi la Rossana, l’originale, una classica e complessa storia italiana, dove sapori di provincia e scelte industriali globali s’intrecciano. Per me la Giostra della Quintana è questo, mi sento, come artista, di dare questa rappresentazione alla comunità, senza superbia né voglia di dividere, per costruire differenti punti di vista, con significati plurali e tratti formali inediti”.
Chi è l’artista
Flavio Favelli, l’artista scelto per il Palio della Rivincita, è uno dei più grandi artisti italiani di oggi. Gli sono state tributate mostre in prestigiose istituzioni italiane e estere, a cui si aggiungono le partecipazioni a
manifestazioni come la Biennale di Venezia. Nelle sue opere la memoria personale e quella collettiva si incontrano riuscendo a dare un senso nuovo e attuale a una storia che ha formato l’identità di noi tutti: i loghi delle grandi aziende che hanno creato il miracolo italiano si mescolano all’immaginario pop arrivato da oltre confine, e gli eventi politici del nostro paese si fondono con una globalizzazione il cui progresso è inestricabilmente connesso alle frizioni e agli eventi drammatici che si sono prodotti nella sua corsa.
Nell’arte di Flavio Favelli la provincia italiana in cui tutti noi siamo cresciuti – l’Italia è una nazione fatta di province, senza alcun vero centro gravitazionale – confina con Pechino, New York, Luanda e Gaza, così come un cioccolatino convive con la bandiera dello Zaire e con la rivoluzione di Komeini, perché questa è stata la nostra vita negli ultimi decenni: passavamo al bar a prendere un cappuccino la mattina, e dai giornali o dalle tv entravano nella nostra vita eventi solo all’apparenza lontani, che nel tempo avrebbero fatto la fortuna delle aziende con cui lavoravamo o ne avrebbero decretato la chiusura, costringendo a ripensare la nostra vita personale o quella delle nostre comunità.