Il rione Giotti interviene ufficialmente in merito a quanto accaduto domenica scorsa al Campo de li Giochi, riferendosi precisamente “all’accensione, da parte di alcuni appartenenti al rione Morlupo – si legge nella nota giottina – di numerosi e potenti fumogeni che hanno causato diversi malori tra i nostri contradaioli, fra cui perfino dei bambini, alcuni dei quali sono stati soccorsi in campo, mentre altri hanno dovuto ricorrere alle cure dell’infermeria. Un rammarico – rileva il rione Giotti – che nasce dal fatto che, a distanza di quattro giorni, non una voce ufficiale si sia alzata dall’Ente Giostra della Quintana, così come dal rione interessato, per esprimere dispiacere e vicinanza ai giovani che hanno patito effetti tanto dannosi e nemmeno scuse ufficiali, da parte della manifestazione di cui tutti dovremmo essere custodi, rivolte alle famiglie dei bambini coinvolti. I fatti sono noti ma li ricordiamo. Durante il corteo di ingresso al Campo, dal settore di gradinata occupato dal rione Morlupo si è improvvisamente levata un’imponente cortina di fumo, di colore rosa, di densità, potenza e odore acre. Tutti gli occupanti del settore del rione Giotti hanno immediatamente cominciato a gridare ai vicini del rione Morlupo di spegnere i fumogeni, barattoli di grande formato riportanti la denominazione “Vulcan”. Nonostante ciò, per alcuni istanti, la cortina di fumo non ha fatto che aumentare apparendo a tutti gli effetti fuori controllo. Fin dai primi secondi in molti hanno cominciato a provare sintomi che evidenziavano la gravità di quanto stava accadendo: senso di svenimento, soffocamento, tosse perdurante, conati di vomito. Molti bambini hanno cominciato a piangere chiedendo di andare via e a quel punto in molti hanno cominciato a spingere verso il cancello di ingresso al campo alla ricerca di una via di fuga, dove l’addetto alla sicurezza impediva di fatto l’apertura del cancello al fine di vietare l’accesso al campo in quanto, a suo dire, proibito. Vista la gravità della situazione e riscontrata la pericolosità, in termini sia di tutela della salute che di prevenzione del panico che stava scaturendo, finalmente è stato consentito l’ingresso nel Campo, dove alcune ragazze con difficoltà respiratorie e diversi bambini con bruciore agli occhi sono stati soccorsi dal personale medico. Per due bambini si sono rese necessarie cure suppletive all’interno dell’infermeria dell’impianto. Solo diversi minuti dopo, tornata la calma e dissipata la cortina fumogena, è stato possibile, per i rionali del Giotti, fare ritorno nel proprio settore, dove molti bambini hanno continuato a piangere per la paura provata in quei momenti. Ci preme dire e affermare con forza un principio: la situazione di ordine pubblico e sicurezza all’interno del settore delle gradinate non è adeguata e tutti i Rioni sono lasciati soli, in balia di persone che, fuori controllo, possono causare disagi a centinaia di presenti. Non possiamo che rimarcare il fallimento delle misure che erano state presentate nei mesi scorsi come risolutive. Come è stato possibile che uno scatolone con dei barattoli di latta possa essere entrato in gradinata? Se da un lato è giusto fare appello al buon senso, dall’altro appare evidente che i controlli posti in essere all’ingresso si sono rivelati del tutto inadeguati. Sono stati tolti i tappi alle bottiglie e sostituite le lattine con delle bottigliette, ma all’interno dell’impianto le bevande vengono ancora vendute senza essere versate nei bicchieri di plastica, come invece avviene da anni in ogni impianto sportivo d’Italia. Viene impedito l’ingresso di alcolici dall’esterno, ma non quello di uno scatolone con materiale fumogeno che apparirebbe, già a prima vista, pericoloso e inadeguato. Viene incaricato di tutelare l’ordine pubblico personale evidentemente non adeguatamente preparato, visto che è stato impedito l’accesso all’unica via di fuga possibile nei momenti di maggior esposizione della gente all’aggressività del fumo. Ciò che chiediamo sono le scuse. Non a noi. Quanto alle persone che sono finite in barella, ai bambini che sono finiti in infermeria, alle loro famiglie. Facciamo tanto per conquistare la fiducia delle famiglie. Parliamo con i genitori costantemente, alcuni di noi hanno rapporti con loro quotidiani, soprattutto nel periodo di apertura delle taverne, perché se ci affidano i loro bambini, devono sapere che sono in mani e luoghi sicuri. Facciamo tanto per cancellare dall’immagine della Quintana e dei Rioni quel luogo comune per cui nelle taverne si beve e basta e lo facciamo tentando di trasformare il nostro luogo, la taverna, in luogo che sia anche motore di cultura cittadina e sociale. Quanto accaduto rischia di annullare ogni sforzo. Sentire i bambini gridare che non vogliono più andare a vedere la Quintana è la peggior sconfitta, perché loro, il loro entusiasmo, il loro amore per i Rioni, sono il futuro stesso della manifestazione. Senza di loro e senza le famiglie, non c’è futuro, non c’è Quintana. Chiediamo con forza delle scuse perché le uniche parole ufficiali della manifestazione non siano dei blandi riferimenti a “fatali casualità”. Le “fatali casualità” non esistono, esistono invece i rapporti di causa effetto: se si introducono dei materiali pericolosi e inadeguati, se se ne consente l’ingresso, se si accendono e se questi materiali producono malori, vuol dire che a delle azioni sono seguite delle conseguenze. Chiediamo con forza delle scuse, non solo privatamente come avvenuto nelle prime ore, ma ufficiali e pubbliche, perché la città e i folignati sappiano che la Quintana vuole essere un’altra cosa e le istituzioni quintanare sanno unirsi per far sì che la nostra Giostra rimanga sempre e solo la grande Festa di Foligno a cui siamo abituati e per cui tutti ci adoperiamo.