“Sarebbe stato comunque impossibile far disputare la Giostra della Quintana nelle condizioni tecniche e metereologiche di ieri”: parola di Lucio Cacace, magistrato dell’Ente e presidente della Commissione tecnica.
E’ vero che il Campo de li Giohi non era stato coperto?
“Il Campo de li Giochi non era stato coperto per il semplice motivo che nessuna previsione meteo indicava possibilità di pioggia a Foligno, e negli orari che ci avrebbero interessato. Basti pensare – spiega Cacace – che abbiamo persino innaffiato la pista anche nei giorni precedenti, come consuetudine”
Si poteva coprire con un’operazione d’urgenza?
“Ribadisco che nessuna previsione meteo indicava possibilità di rovesci o rischio pioggia – prosegue il presidente della Commissione tecnica – e che sino a mezzogiorno e mezzo, alcuni cavalieri hanno eseguito dei sopralluoghi, trovando la pista in condizioni, anche a loro dire, perfette. Alle prime avvisaglie di precipitazioni, comunque non previste – sottolinea – avremmo comunque impiegato circa quattro ore per coprire il campo e sarebbe stato necessario almeno l’impiego di una trentina di persone. Un’operazione che si sarebbe conclusa dopo le 18 e che avrebbe lasciato la pista a tratti più o meno bagnata”.
Sarebbe bastata una copertura in extremis?
“Per prima cosa, come detto, alcune zone della pista sarebbero rimaste bagnate ed altre più o meno asciutte, anche perchè – aggiunge Cacace – disponiamo, tra l’altro, di teloni vecchi e persino bucati. Abbiamo consultato il centro meteo regionale di protezione civile – fa sapere – e ci è stato detto che avrebbe continuato a piovere almeno sino alle 20 rendendo quindi inutili tutti gli sforzi”.
Di fatto però, alle 16.30 la pioggia è poi cessata. Si sarebbe potuto correre?
“Dobbiamo parlare per forza di cose al condizionale, non sapevamo dalle previsioni che avrebbe piovuto, figuriamoci sapere con esattezza quando avrebbe smesso. In ogni modo – prosegue Cacace – se alle 17 avessimo voluto mettere mano alla pista ci sarebbero servite almeno tre ore di lavoro. Si sarebbe dovuta aprire la pista con l’erpice, per poi lasciarla un’ora al vento ad asciugare – sottolinea – quindi ripassarla, per rigirarla all’interno, e farla nuovamente asciugare al vento. Dopo di che sarebbe dovuto passare l’erpice rotante e quindi il rullo, per poi procedere con la ‘grattatura’. Avremmo potuto finire il tutto intorno alle 21 salvo imprevisti, nuove precipitazioni e problemi dell’ultimo momento. Ma poi – prosegue Cacace – la gente si sarebbe dovuta sedere su posti bagnati ed i figuranti avrebbero in ogni modo rischiato di rovinare costumi preziosi e costosi”.
E’ stata la decisione giusta?
“Senza previsioni meteo affidabili, e considerando che dobbiamo garantire in primis la sicurezza di cavalieri e di cavalli, alla fine, insieme ai priori ed ai magistrati abbiamo preso la decisione più logica. Meglio questo tipo di polemiche, che dover affrontare questioni ben più gravi come eventuali incidenti a uomini ed animali. Dobbiamo assumerci la responsabilità di assicurare condizioni di massima sicurezza, e firmare difronte alla commissione prefettizia. Quelle condizioni non si sarebbero potute garantire – chiarisce Cacace – anche perchè sarebbe bastato un semplice fuori pista, ed i binomi si sarebbero trovare a slittare sul verde con ‘effetto saponetta’ in un terreno pericoloso, anche per le possibili sferrature dei cavalli”.
Che soluzioni ci sono?
“In casi come questo purtroppo i margini di manovra sono limitati. L’unica vera soluzione è l’utilizzo della sabbia silicia che anzi – sottolinea – deve essere bagnata e più è bagnata meglio è. Qui non abbiamo uno stadio da mondiali con la copertura totale e comunque, anche la sabbia silicia resterebbe il problema della copertura per centinaia di spettatori e per i figuranti”.
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