Almeno 4 cani avvelenati negli ultimi 10 giorni, tutti nel territorio comunale di Città di Castello. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione Tartufai Andrea Canuti.
I casi accertati e affidati alle cure del veterinario sono appunto quattro, la metà dei quali registratisi in località Fiume, a Fraccano. Il fenomeno dei bocconi killer è un atto barbaro e subdolo che spesso non lascia scampo ai poveri animali e li condanna a morte certa fra mille tribolazioni, gettando nello sconforto gli stessi proprietari e creando anche allarme fra coloro che frequentano le zone boschive del territorio.
Il sindaco tifernate Luca Secondi si sarebbe già attivato con tutti i soggetti competenti – forze dell’ordine e di polizia prima di tutto – per controlli specifici atti a contrastare “questo fenomeno a dir poco deprecabile che mette in luce la parte peggiore di una comunità, che dell’amore e tutela per gli animali, ha fatto sempre una ragione di vita, a partire dai tartufai che senza i loro straordinari cani non avrebbero ragione di praticare un’attività secolare riconosciuta nel 2021 anche dall’Unesco”.
“Speravamo di non dover tornare ad affrontare situazioni di questo genere – ha aggiunto il primo cittadino – L’azione dell’amministrazione comunale con le autorità competenti sul versante del controllo, sarà di massima severità utilizzando tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione: la condanna è morale prima di tutto e poi penale e civile per coloro che si macchiano di reati così gravi”.
Il presidente dei tartufai altotiberini Canuti, nel ringraziare il sindaco e il Comune tifernate per la vicinanza espressa respinge ogni possibile accostamento fra questi aberranti fatti di cronaca con il mondo che ruota attorno alla cerca del tartufo e alla figura dei cavatori: “Noi, come chi nei secoli ci ha preceduto siamo i primi a voler bene ai cani, a tutelarli e rispettarli sempre con immensa gratitudine per quello che riescono a fare come protagonisti assoluti di un’attività simbolo della nostra storia e tradizione che l’Unesco ha riconosciuto. Chi commette reati e atti così riprovevoli nulla ha a che fare con noi tutti e con la civiltà della nostra comunità: ci affidiamo alle autorità competenti”.