Alla fine, la Corte ha ammesso come parti civili contro la ‘ndrina che era operativa a Perugia e in Umbria, sia la Regione dell’Umbria che il Comune di Perugia, che l’associazione Libera, Cittadinanzattiva, la Cgil, l’associazione ‘Paolo Borsellino’ e quella ‘Antonino Caponnetto’. Agli oltre 50 rinviati a giudizio la procura della Repubblica di Perugia contesta l’associazione per delinquere con metodo mafioso, le estorsioni, l’usura, lo spaccio, e la bancarotta fraudolenta. Le difese dei gli imputati avevano sollevato numerose eccezioni contro la loro costituzione di parte civile.
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Cgil “Fare muro contro l’illegalità e ogni tentativo di inquinamento mafioso della nostra economia e del nostro territorio, a partire dalle nostre Rsu, vere e proprie ‘sentinelle’ nei luoghi di lavoro”: è questa, secondo il segretario della Cgil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, la responsabilità ulteriore di cui il sindacato dovrà farsi carico dopo l’importante riconoscimento dato dall’ammissione nel processo. “È la dimostrazione – aggiunge Sgalla – che ognuno di noi, ogni cittadino, ogni lavoratore subisce un danno, ancorché indiretto, dalla presenza della criminalità organizzata, ma anche che ognuno di noi, nel suo piccolo e nella sua quotidianità può mettere in atto quelle azioni di contrasto al malaffare che sono fondamentali per soffocare ogni tentativo di inquinamento sociale”.
“Una decisione importante – commenta Walter Cardinali, coordinatore regionale dell’associazione di nomi e numeri contro le mafie –“che ci consentirà di seguire il processo da vicino e di mettere la nostra costituzione di parte a disposizione della cittadinanza, delle scuole, della società responsabile, per far sì che il processo si apra al territorio, contribuendo a una presa di consapevolezza collettiva della pericolosità delle mafie anche in Umbria”.
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Libera “Libera Umbria – assistita dall’avvocato Enza Rando, già impegnata con l’associazione in molti importanti processi contro le mafie in tutta Italia – ha partecipato con le sue volontarie e i suoi volontari alle prime udienze. “Ci siamo e ci saremo – conclude Cardinali – perché pensiamo che essere parte del processo rappresenti uno straordinario esercizio di democrazia partecipata. Perché non c’è giustizia senza verità e noi vogliano incoraggiare la ricerca di verità”.
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Cittadinanzattiva “Cittadinanzattiva è impegnata da anni nella promozione della cultura della legalità e nella lotta alle mafie. Per questo come Cittadinanzattiva Umbria – dichiara Danilo Bellavita, segretario regionale – esprimiamo soddisfazione e grande apprezzamento per il risultato raggiunto dagli organi investigativi e ribadiamo pieno sostegno agli organi dello stato che stanno operando su questo fronte, nonché il nostro impegno nella lotta alle mafie e alla criminalità organizzata in quanto queste azioni uccidono la speranza e la libertà nelle persone e progressivamente impoveriscono economicamente il nostro territorio”.
Rinvio Dopo le parti civili la Corte, dando atto di aver nominato nella scorsa udienza un difensore d’ufficio che non è più iscritto all’ordine degli avvocati, ha quindi rinviato il tutto al 3 aprile prossimo quando invece, ieri mattina, le parti avrebbero dovuto discutere delle eccezioni preliminari.