Qualità di vita nelle province italiane, sul podio delle migliori nella classifica di ItaliaOggi ci sono Bolzano, Trento e Belluno. Balzo in avanti per le umbre: Perugia passa dalla 29esima posizione del 2016 alla 26 mentre Terni dalla 73 alla 66.
L’indagine, pubblicata integralmente il 27 novembre con il quotidiano, curata dal Dipartimento di statistiche economiche dell’Università di Roma con il supporto di Cattolica Assicurazioni, è giunta alla sua diciannovesima edizione. Nove i parametri presi in esme per lo studio:
Per ciascun settore, a ogni provincia è stato dato un voto da 1 a 4. Il risultato ha evidenziato una qualità della vita scarsa o insufficiente per il 58% degli italiani, un dato in crescita rispetto allo studio del 2016 (53,3%). Mentre sono 56 le province su 110 dove la qualità è buona o accettabile, lo stesso numero dello scorso anno.
Stupisce il gran balzo in avanti di Roma. Rispetto allo scorso anno, la capitale guadagna 21 posizioni e si piazza al 67° posto. Fanalino di coda la provincia di Trapani, mentre l’ultima tra le metropoli è, come lo scorso anno, Napoli (108, penultima). Stabile invece Milano al 57° posto. Guardando lo studio di ItaliaOggi si evidenzia come non ci sia più una netta distinzione tra un centro-nord avanzato e un mezzogiorno arretrato e povero, ma piuttosto “province minori contraddistinte da un notevole dinamismo e da condizioni economiche favorevoli contrapposte a contesti metropolitani sempre più statici e non più in grado di garantire condizioni di vita accettabili ai loro residenti”.
Nella prima categoria, denominata Ricchezza e consumi, vengono raccolti gli indicatori più economici e diverse aree di indagine. In quella chiamata Lavoro e innovazione rientrano, dunque, numero di imprese registrate per 100 abitanti, quota di export sul Pil provinciale, rapporto depositi/impieghi, start up innovative e (seconda new entry) gap retributivo di genere.
Salta all’occhio come nella classifica del tasso di occupazione Perugia scenda dalla posizione numero 37 del 2016 alla 45, mentre Terni risulta ferma alla 62. Di contro, in quella relativa al tasso di disoccupazione giovanile (quest’anno la fascia interessata non è più 15-24 anni, ma si è allargata agli under 29) Perugia passa dalla posizione 58 del 2016 alla 40 e Terni dalla 61 alla 48.
Insomma, una crisi nera del lavoro che appare ancora una volta nero su bianco.
Se Treviso è la Provincia più sicura d’Italia, Perugia recupera cinque posizioni a discapito della criminalità (dal 55° al 50° posto) mentre Terni rimane quasi stabile (dal 63° al 62°). Preoccupante la classifica “Popolazione” in cui si confermano una scarsa densità demografica, l’aumento di persone decedute e le poche nascite. Mentre Terni migliora risalendo la classifica dalla 98°posizione del 2016 alla 93, Perugia passa dalla 54° alla 56°, segnando di fatto una diminuzione delle nasce.
Nella dimensione salute si evidenzia un peggioramento della situazione nel ternano dove si scende in picchiata dalla 20° posizione alla 36 del 2017 mentre Perugia migliora dalla 38 alla 35.
Niente da segnalare per le due umbre nell’area Cultura e tempo libero, dove contano la diffusione di spettacoli, librerie, sale cinematografiche, luoghi di ritrovo, ma anche associazionismo sportivo e non profit. Perugia e Terni rimangono ferme nelle posizioni del 2016 (rispettivamente alla 23 e alla 31). I risultati? Vince Firenze, davanti a Roma e Siena. Nella parte più bassa della classifica, invece, si trovano Ogliastra, Medio Campidano e Crotone.