Circa 74 milioni di euro per riqualificare numerosi immobili ed aree “simbolo” a Perugia, Terni e non solo. E’ la pioggia di soldi che arriverà in Umbria grazie al Programma nazionale “Qualità dell’abitare” (PinQua) promosso dal ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili (Mims).
E’ stata infatti pubblicata la graduatoria del bando che ha l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale. In campo, a livello nazionale 400 milioni inizialmente previsti oltre a 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che ha permesso di ammettere a finanziamento 271 proposte (su oltre 290 presentate) in tutto lo Stivale. Di queste, sono 5 quelle che riguardano l’Umbria: 2 i progetti presentati dalla Regione Umbria (per un totale di 29 milioni di euro), 2 dal Comune di Perugia (uno da 14,8 milioni, l’altro da 15 milioni, entrambi per la riqualificazione di Ponte San Giovanni) e 1 dal Comune di Terni (15 milioni per l’area ex Gruber).
Per quanto riguarda i progetti promossi dalla Regione Umbria, che si è avvalsa di Sviluppumbria come “braccio operativo”, sulla “qualità dell’abitare” è prevista anche la “valorizzazione del patrimonio regionale lungo la Ferrovia Centrale Umbra e relative pertinenze”, con l’obiettivo di trasformare le stazioni dell’ex Fcu in strutture destinate all’alloggio dei turisti ed a servizi connessi.
Grande la soddisfazione della Regione, ed in particolar modo dell’assessore al patrimonio ed alla riqualificazione urbana e ai centri storici, Paola Agabiti, per la pioggia di fondi in arrivo per gli immobili da riqualificare, al centro di progetti ambiziosi. “La graduatoria dei progetti finanziati dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile – sottolinea – conferma la validità delle progettualità e delle proposte avanzate dalla Regione. Entrambi i progetti presentati da questa amministrazione sono infatti stati finanziati, grazie alla collaborazione e al gioco di squadra realizzato insieme all’assessore Melasecche e alla sua struttura e a Sviluppumbria che, grazie all’immediata attivazione di Michela Sciurpa e dei suoi collaboratori ci ha consentito in tempi strettissimi di mettere in campo due iniziative strategiche per la qualità dell’abitare e per il recupero e la valorizzazione di beni pubblici“.
“Il successo ottenuto dalla Regione Umbria – dichiara la Presidente Donatella Tesei – è il migliore avvio possibile dei progetti relativi al PNRR e conferma la qualità delle proposte presentate da questa amministrazione. Con orgoglio e soddisfazione rilevo inoltre che sono state premiate anche le 2 proposte progettuali presentate dal comune di Perugia e quella presentata dal comune di Terni. Complessivamente, tra Regione e Comuni, questo territorio potrà mettere in campo interventi per circa 74 milioni di euro, che andranno a beneficio dei cittadini e dell’intero comparto produttivo umbro”.
Due anche i progetti – entrambi relativi a Ponte San Giovanni – finanziati presentati dal Comune di Perugia. Per un totale di quasi 30 milioni di euro.
“L’Amministrazione comunale esprime grande soddisfazione – si legge in una nota a firma del sindaco Andrea Romizi e dell’assessore all’Urbanistica Margherita Scoccia – per gli esiti della graduatoria relativa al bando “PinQua” sulla qualità dell’abitare del Ministero delle Infrastrutture, da cui emerge la vittoria di entrambi i progetti presentati sulla rigenerazione urbana di Ponte San Giovanni, per un ammontare totale che sfiora i 30 milioni di euro. Il finanziamento di tutti e due i progetti pone le basi per una grandissima opportunità di rilancio di un pezzo importante di Perugia, di sanare ferite urbanistiche importanti, come l’area ex Palazzetti, di riqualificare l’area centrale del paese e rilanciare l’ipogeo dei Volumni come sito culturale di primaria importanza“.
“La realizzazione di entrambi i progetti – sottolinea il Comune – comporterà una trasformazione radicale, porrà il quartiere come esempio di sostenibilità e vivibilità, sviluppo economico e innovazione: sarà dunque possibile immaginare un quartiere in cui la densità urbanistica sarà più accettabile (quindi meno intensa) in cui verde, piste ciclabili, luoghi di aggregazione e accessibilità saranno i nuovi paradigmi all’insegna della vivibilità e della innovazione tecnologica. Un quartiere di ultima generazione. L’amministrazione comunale ringrazia particolarmente – concludono Romizi e Scoccia – tutti coloro che hanno messo il cuore in questa sfida che sembrava utopica, il personale dirigente del Comune, l’Università di Perugia, il MANU e i cittadini stessi di Ponte San Giovanni, ognuno dei quali con il proprio contributo ha reso possibile questo obiettivo”.
Il progetto presentato dal Comune di Terni riguarda invece l’area dell’ex lanificio Gruber con l’obiettivo di realizzare un quartiere innovativo. In questo caso il finanziamento è di 15 milioni di euro.
La proposta elaborata dal gruppo di lavoro comunale inter-direzionale, denominata “Gruber Social Housing Terni – Dai fili del vecchio lanificio al tessuto urbano per un nuovo modo di abitare insieme”, riguarda l’area industriale dismessa dell’ex lanificio Gruber (fondato nel 1846) che si estende su una superficie di circa 45.000 metri quadrati nella fascia urbana prossima al centro storico. Il suo recupero rappresenta il completamento della rigenerazione delle aree industriali dismesse presenti al centro della città (ex – SIRI oggi polo museale ed ex- officine Bosco oggi Centro Multimediale).
La proposta del Comune di Terni punta su temi importanti e attuali come la transizione ecologica e l’innovazione sociale, la sostenibilità e l’edilizia ecocompatibile e prevede un nuovo quartiere residenziale sociale dotato di spazi ad uso comune, collegato funzionalmente con i servizi di prossimità, in chiave totalmente “smart” e “green”. L’intervento intende rigenerare l’area dismessa fortemente degradata attraverso una generale ri-funzionalizzazione, recuperando immobili di grande pregio storico ed architettonico, senza ulteriore consumo di suolo.
Gli alloggi saranno destinati soprattutto a giovani, principalmente in locazione. Il progetto tiene conto così di una serie di fattori che, nel corso degli ultimi anni, hanno fatto emergere un nuovo problema abitativo dovuti al precariato, alle nuove modalità di lavoro, alle crescenti difficoltà delle giovani coppie, all’abbassamento dei redditi. Il social housin rappresenta un’opportunità per dare risposte a questi mutamenti, per contribuire con strumenti innovativi ad aumentare l’offerta di alloggi in locazione a canone calmierato. Oltre a questo, attraverso il progetto si mette a disposizione di chi abiterà nelle nuove strutture una serie di servizi innovativi che vanno dalla gestione comune dell’energia e dei rifiuti (anche attraverso il compostaggio di comunità), al car sharing, ad aree comuni di lavoro e di svago, con l’attivazione di strumenti di partecipazione e collaborazione, come ad esempio il portierato sociale. Nel progetto sono inoltre stati previsti spazi per gli orti urbani e per i rain garden (verde tecnologico), playground, una passerella sul fiume per l’accesso al parco fluviale.
Inoltre potrà essere realizzato un edificio destinato a Centro Documentazione sulla sostenibilità ambientale con una eco-ludoteca, aule didattiche per le scuole e a anche un caffè letterario verde oltre a spazi per alcune attività commerciali di prossimità.