C’è una curiosa situazione politica nelle fila del Movimento 5 Stelle, riguardo la discussa questione della chiusura del Punto Nascite dell’Ospedale di Spoleto. Qualcosa che ricorda molto le famose “Convergenze parallele” di Aldo Moro, una teoria politica che si fonda sulla fede di chi le parallele le percorre.
Da una parte due consiglieri spoletini di M5S, Samuele Bonanni ed Enrico Morganti, che sono parte integrante della maggioranza del Sindaco Andrea Sisti ormai schierato con Foligno e i comuni della Valnerina, nel riconoscimento del progetto di Terzo Polo ospedaliero, come previsto dal piano sanitario regionale, recentemente illustrato nel Consiglio Comunale aperto dello scorso 12 gennaio a Spoleto.
Dall’altra parte invece, va riconosciuto il grande lavoro di ricerca documentale negli atti della Regione del Consigliere regionale Thomas De Luca, per sconfessare nei numeri esposti la decisione di chiudere il Punto Nascite, forse quella che si può definire la madre di tutte le battaglie che in questo momento vengono sostenute a difesa del San Matteo degli Infermi.
Un doppio percorso decisamente evidente, seppure va riconosciuto ai consiglieri comunali del Movimento un atteggiamento critico, ma solo sul Punto Nascite, mentre per il Terzo Polo non hanno fatto mancare l’appoggio a Sisti.
In questo scenario si registra in giornata la nota della deputata di M5S, Emma Pavanelli che con parole inequivocabili attacca la Regione, responsabile di non aver detto la verità sul Punto Nascite e preannuncia una Interrogazione al Ministro.
“Dai dati di cui siamo entrati in possesso grazie all’operato del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, abbiamo fondati motivi per ritenere una grave responsabilità della regione sulla chiusura del punto nascite di Spoleto”.
Così la deputata del Movimento 5 Stelle, che annuncia anche il deposito di un’interrogazione al Ministero della salute.
“Il punto nascite di Spoleto rappresenta un presidio indispensabile per la cittadinanza, soprattutto in considerazione del fatto che il nosocomio spoletino, numeri alla mano, è un punto di riferimento di un’ampia zona disagiata. Purtroppo, dopo l’epoca covid, l’attività non è stata più riaperta e quella che doveva essere una chiusura provvisoria, è diventata definitiva.
È forte il sospetto che la decisione del Ministero sia stata presa sulla base di un’errata richiesta da parte della Regione. In particolare, sembra che non siano state rispettate le condizioni previste dal protocollo ministeriale oltre che la mancanza di documenti essenziali per la predisposizione della richiesta di deroga: dati e informazioni errate che hanno inficiato la valutazione da parte del Comitato Percorso Nascita nazionale.
Ho chiesto pertanto al Ministero di fare luce su tale vicenda e su eventuali responsabilità della Regione, chiedendo una rivalutazione in merito alla possibilità di riaprire il presidio nascite spoletino basata su dati reali e non su quelli probabilmente errati forniti dalla Regione”.