Ennesima aggressione lunedì sera al carcere di Terni. A segnalarlo è Fabriizo Bonino, segretario umbro del sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe).
Nello specifico, “un detenuto marocchino da poco trasferito a Terni dalla Toscana, che sta scontando una condanna per reati di droga, nella serata di oggi (lunedì, ndr), durante la distribuzione della terapia, ha sferrato un pugno all’infermiera colpendola ad uno zigomo con talmente tanta violenza da scaraventarla a terra e farle sbattere violentemente la testa a terra”. L’infermiera è stata quindi soccorsa dal 118 e trasportata al pronto soccorso.
“E qualche giorno fa, un altro detenuto, stavolta un italiano, per futili motivi – spiega Bonino – ha tentato di colpire un poliziotto in servizio nella Sezione con un pugno in faccia, minacciandolo anche di morte. Quanto può resistere ancora il personale della Casa Circondariale di Terni, in emergenza ormai ogni giorno? E quando si decideranno i nostri Uffici ministeriali a prendere provvedimenti”.
Bonino denuncia che “la situazione al carcere di Terni è allarmante anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all’ordine del giorno. Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria in Umbria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”.
“La situazione è sempre più critica – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE – a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
Per il leader del SAPPE, “quanto accaduto nel carcere Sabbione di Terni dovrebbe far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.