Una pubblicità abusiva e tempestiva, al punto da non consentire al Comune di attivarsi per sanzionarla. E’ quella della campagna “Non cascarci anche tu”, con cui il sito “Escort advisor” invitava gli utenti in cerca di escort a servirsi della piattaforma basata sulle recensioni da loro stessi rilasciate piuttosto che su anonimi annunci online.
Manifesti comparsi, a volte con fantasiosi totem e tappetini appositamente ideati, anche nelle piazze di Perugia. Solo che, rilevano i capigruppo Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia) e Sarah Bistocchi (Pd), si tratta pur sempre della pubblicità di una piattaforma online che promuove la prostituzione femminile (ma anche maschile) a pagamento. Inoltre, evidenziano i due consiglieri di opposizione, “l’articolo 528 del Codice Penale punisce tra l’altro chi pubblicizza cose in grado di suscitare un’impressione di oscenità ovvero violare, turbare o ferire il naturale senso del riserbo a riguardo dei fatti e delle manifestazioni che si riferiscono alla sfera sessuale”. E la giurisprudenza recente, senza con ciò contraddire il principio di libertà di svolgere attività di prostituzione, ha più volte avuto modo di precisare che “rendere più allettante l’offerta e facilitare l’approccio con un numero maggiore di clienti attraverso inserzioni, ovvero offrire servizi aggiuntivi e personalizzati, costituisce condotta di intermediazione penalmente rilevante”.
I gruppi Pd e Ipp hanno chiesto quindi se qualcuno abbia ritenuto necessario informarsi precedentemente sul settore di attività del committente di tale campagna e sul significato della stessa, anche se non è palesemente offensiva. E se il Comune di Perugia si valuta appropriata la concessione del suolo pubblico ad una iniziativa che pare in contrasto con la “moralità pubblica” quale può intendersi la coscienza etica degli italiani.
L’assessore Luca Merli ha riferito, in risposta, che a nessun ufficio del Comune è stata richiesta l’occupazione, con la conseguenza che nessun ufficio ha rilasciato alcuna autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico per la realizzazione dell’iniziativa in oggetto.
Merli ha spiegato che si è trattato di un’operazione “mordi e fuggi” (come accaduto in altre città), tanto che gli organi di vigilanza non si sono accorti della stessa. Se si fossero accorti, infatti – ha assicurato – avrebbero immediatamente sanzionato i responsabili per occupazione abusiva. Quest’ultima, peraltro, non può essere contestata a posteriori visto che la legge non lo prevede.
In replica Croce ha invitato l’Amministrazione ad osservare in futuro maggiore attenzione verso questi fenomeni, essendosi manifestati per ben due volte.